Renzi minaccia le elezioni anticipate: verità o bluff?
Politica e Attualità
Il Governo e parte della maggioranza si esprimono a favore del ritorno alle urne se le riforme istituzionali non dovessero essere approvate in Parlamento.
Torna un’espressione magica, che non si udiva nella politica italiana da almeno 5 mesi, ossia dall’arrivo al governo di Matteo Renzi: elezioni anticipate. Contrariamente a quanto spesso capita, a pronunciarla non è stata l’opposizione, ma proprio il Premier, che ha minacciato il ritorno alle urne qualora non dovesse andare in porto il progetto di approvazione delle riforme istituzionali promesse al Paese.
Giorni fa, dopo che la seduta al Senato era stata sospesa a causa degli oltre 7 mila emendamenti presentati per lo più da Sel e Movimento 5 Stelle al testo sulle riforme, anche il leader dell’UDC, Pierferdinando Casini, ha avvertito che il voto anticipato sarebbe l’unica soluzione se le riforme naufragassero.
Siamo davanti ad un bluff?
Non è che Renzi minaccia le elezioni per ricompattare il PD, che vede al suo interno un’ala di dissidenti abbastanza folta e potenzialmente letale per la sopravvivenza del Governo? Lo stesso problema lo ha Forza Italia, che vede una schiera di “ribelli”, che va da Alessandra Mussolini a Raffaele Fitto, contrari ad approvare le riforme promosse dal Governo. E sappiamo quanto l’ex premier Silvio Berlusconi sia al momento l’alleato più importante per la tenuta della maggioranza, pur essendo leader di un partito di opposizione.
Elezioni (per vincere facile) prima che l’economia peggiori?
Tuttavia, bluff a parte, la minaccia di Renzi potrebbe avere molto a che fare con il timore che l’economia italiana peggiori nei prossimi mesi, anziché riprendersi. Gli indicatori sono tutti o quasi negativi. Non c’è crescita, i consumi continuano a diminuire, gli investimenti non ripartono, le esportazioni iniziano a languire e serve una manovra correttiva dei conti pubblici stimata in almeno 10 miliardi di euro.
Renzi rischia l’impopolarità dopo il trionfo alle elezioni europee di maggio del PD, specie se nulla si muoverà da qui a settembre, soprattutto sul piano delle riforme.
Ecco perchè il Premier ha tirato fuori la carta delle elezioni anticipate: o la “minaccia” serve per portare a casa almeno il risultato delle riforme o, se non sarà così, potrà passare ai fatti e andare al voto – Napolitano permettendo – incassando una probabilissima vittoria, prima che questa sia messa a rischio dal prolungarsi del cattivo andamento dell’economia e dalla possibile riorganizzazione degli avversari. Staremo a vedere.