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Restlessness Leg Syndrome: stress o disturbo neurologico? L’utilizzo di Zincum metallicum nel trattamento della RLS nei Cani Lupi Cecoslovacchi. Casi clinici, analisi della Materia Medica e considerazioni generali.

Da Olikos

Abstract

La Restlessness Leg Syndrome (RLS), sindrome delle gambe senza riposo, nota anche con il termine è una patologia caratterizzata dalla presenza di necessità di muovere le gambe, associata in genere movimenti simil convulsivo-epilettici. Tale sintomatologia compare tipicamente a riposo e nel sonno. La sindrome non sembra provocare danni cerebrali ma può diventare dannosa per l’incontrollabile movimento delle zampe che possono lesionarsi gravemente, così come il rachide. Tipicamente e maggiormente colpita dalla sindrome è la razza del Lupo Cecoslovacco. L’esperienza clinica e l’utilizzo di Zincum metallicum sembra avere un effetto calmante la sintomatologia della sindrome, riducendo sensibilmente il movimento involontario e quindi la possibilità di lesioni.

Prefazione

Già nel 2004 (schede cliniche WinChip©) venni contattato da alcuni clienti che detenevano dei cani di razza lupo cecoslovacco (CLC) perchè cercavano una alternativa terapeutica a quella convenzionale proposta per una strana sintomatologia che faceva muovere le zampe posteriori e , in alcuni casi , anche le zampe anteriori o tutto il copro dell’animale durante il sonno. Non conoscendo per nulla il fenomeno cercai di avere delle informazioni e mi misi in contatto con un collega esperto in lupi selvatici al quale erano stati deferiti alcuni casi simili in lupi cecoslovacchi. Il trattamento che mi suggerì era un cambio dietetico a base di carne cruda e la somministrazione orale di ferro orotato (come da letteratura). Le poche esperienze terapeutiche effettuate però si erano concluse con un nulla di fatto. I CLC mostravano dei miglioramenti poco sensibili e totalmente transitori.

A tutt’oggi non ci sono studi indicizzati in medicina veterinaria su questo tipo di sindrome ma solo in medicina umana. Se si fa una ricerca tematica su Pub-Med, non compare alcun studio sulla RLS o sulla PLMS – movimenti periodici degli arti durante il sonno – correlato ai cani. Invece risultano esserci evidenze scientifiche su almeno 2805 pubblicazioni in medicina umana.

Un noto neurologo veterinario svizzero con il quale presi contatto conveniva che i sintomi di movimenti delle zampe in cani, di varia gravità, non associati ad epilessia, presenti durante il sonno, si potessero assimilare alla LRS descritta in medicina umana. Anche nella sua esperienza, aveva avuto vari segnalamenti solo in riferimento alla razza di CLC. Oltre al cambio dietetico e alla somministrazione orale di ferro, mi suggerì l’utilizzo di benzodiazepine, ma con effetti poco convincenti.

Restlessness Leg Syndrome e malattie correlate: generalità

La Sindrome delle gambe senza riposo (RLS) è un disturbo neuromotorio che si manifesta con parestesie, disturbi del sonno e, nella maggior parte dei casi, movimenti periodici degli arti durante il sonno (PLMS). Diversi studi suggeriscono che una disfunzione dopaminergica potrebbe giocare un ruolo chiave nella fisiopatologia della sindrome delle gambe senza riposo (RLS), inclusi studi sugli gli effetti terapeutici di farmaci dopaminergici. Tuttavia, i sintomi della RLS sembrano mettere in evidenza un modello circadiano, con un aumento dei sintomi di sera e di notte. Infatti, i movimenti periodici delle gambe nel sonno e irrequietezza mostrano un livello di gravità massima in coincidenza con la fase di discesa della temperatura interna. I dati mostrano che l’ oscillazione circadiana della funzione dopaminergica caratterizzata da una ipofunzione di notte, è aumentata in casi di RLS.

La RLS o malattia di Willis-Ekbom è un disturbo neurologico caratterizzato da un irresistibile bisogno di muovere il proprio corpo. Più comunemente colpisce le gambe, ma può colpire le braccia e busto. E’ riferito che Il movimento della parte del corpo colpita fornisce un sollievo temporaneo. La maggior parte degli individui con RLS hanno spasmi degli arti durante il sonno.

Non si tratta di una malattia vera e propria, ma è un disturbo che altera la qualità della vita per le continue interruzioni del sonno, o di lesioni riportate durante i movimenti involontari degli arti.

Ci sono due forme di RLS, idiopatica e secondaria. Insorgenza dei sintomi della RLS, prima dei 45 anni suggerisce una forma idiopatica, senza causa nota sottostante, se non l’ereditarietà. L’insorgenza dei sintomi dopo l’età di 45 indica una forma secondaria con una causa di fondo senza eredità. Cause di forme secondarie sono per esempio: deplezione di ferro, uremia e polineuropatia. I sintomi della RLS sono sensazioni profonde di disagio e spiacevoli alle gambe che si avvertono a riposo, accompagnata da un bisogno di muovere le gambe, in genere poco prima di dormire. Gli agonisti della dopamina sono attualmente il trattamento di prima linea per RLS. La condizione medica più comunemente associata è la carenza di ferro (in particolare con ferritina inferiore a 50 mg/L), che rappresenta il 20% di tutti i casi di RLS. Al contrario, le riserve di ferro nel 75% degli individui con i sintomi della RLS può essere aumentato. Altre condizioni associate sono vene varicose o reflusso venoso, deficit di folati, carenza di magnesio, la fibromialgia, apnea durante il sonno, uremia, diabete, malattie della tiroide, neuropatia periferica, morbo di Parkinson e di alcuni disordini autoimmunitari come la sindrome di Sjögren, la celiaca e l’artrite reumatoide . E’ segnalato che la RLS può anche peggiorare in gravidanza. Alcuni farmaci possono causare o peggiorare RLS, tra cui: alcuni antiemetici (quelli antidopaminergici), alcuni antistaminici, molti antidepressivi, antipsicotici e alcuni anticonvulsivanti.

Alcuni esperti ritengono RLS e disturbi del movimento periodico degli arti sono fortemente associati con l’ADHD.

Segni e sintomi

RLS può iniziare a qualsiasi età, compresa l’infanzia, ed è una malattia progressiva. Le sensazioni sono insolite. I pazienti con RLS hanno difficoltà a descrivere le sensazioni, usano parole come: scomodi, elettrico, strisciante, doloroso, prurito, formicolii, sensazione tirante, formiche all’interno delle gambe e intorpidimento. A volte viene descritto come se l’arto fosse ‘addormentato’. Alcune persone non descrivono sensazioni insolite, ma riportano che hanno un forte bisogno di muoversi.
Ci sono movimenti continui e veloci, tipo su e giù, della gamba, e/o rapidi movimenti in alternanza delle gambe.

Il movimento degli periodico degli (PLMS) e la sindrome delle gambe senza riposo (RLS) sono tipi di disturbi del sonno che non sono molto ben riconosciuti nella pratica clinica. La RLS e la PLMS condividono la stessa fisiopatologia e spesso rispondono allo stesso trattamento. Ad oggi tutti gli studi epidemiologici hanno evidenziato la prevalenza tra il 2% e il 15% (medicina umana).

Meccanismo della malattia

La maggior parte della ricerca sul meccanismo della RLS è concentrata sul sistema della dopamina e del ferro. Tali ipotesi si basano sull’osservazione che il ferro e la levodopa, un precursore della dopamina (neurotrasmettitore che può attraversare la barriera emato-encefalica e che viene metabolizzato nel cervello in dopamina, così come altri neurotrasmettitori della classe delle catecolamine) possono essere usati per trattare la RLS. La levodopa è un farmaco per il trattamento delle condizioni ipodopaminergiche, condizioni come il morbo di Parkinson. Notevoli differenze di dopamina e marcatori ferro-correlati sono stati dimostrati nel liquido cerebrospinale di soggetti con RLS. Una connessione tra questi due sistemi è dimostrato dal ritrovamento di bassi livelli di ferro nella substantia nigra dei pazienti con RLS, anche se altre aree possono anche essere coinvolte.

 Genetica
Più del 60% dei casi di RLS sono familiari e sono ereditate in modo autosomico dominante a penetranza variabile. Nessuno conosce la causa esatta della RLS. Autopsie di ricerca e cervello sono implicati sia sistema dopaminergico e insufficienza ferro nella substantia nigra. Il ferro è un cofattore essenziale per la formazione di L-dopa, precursore della dopamina.

Sei loci genetici trovati dai linkage sono noti. Tre geni, MEIS1, BTBD9 e MAP2K5, sono stati trovati e associati a RLS. Il loro ruolo nella patogenesi della RLS non è ancora chiaro. Più recentemente, un gene quarto, PTPRD stato trovato e associato a RLS.

Ci sono anche alcune prove che i movimenti periodici degli arti nel sonno (PLMS) sono associati al cromosoma 6p21.2 BTBD9. La presenza di una storia familiare positiva suggerisce che ci può essere un coinvolgimento genetico nell’eziologia della RLS. 

Trattamento terapeutico

Supplementi di ferro

Secondo alcune linee guida, tutte le persone con RLS dovrebbero avere il loro livello di ferritina nel siero testato. Il livello di ferritina, la misura di depositi di ferro nell’organismo, deve essere di almeno di 50 ug/L per pazienti con RLS. Integratori di ferro orale può aumentare i livelli di ferritina. Per alcune persone, l’aumento della ferritina elimina o riduce i sintomi della RLS. Un livello di ferritina di 50 ug/L non è sufficiente. Tuttavia, almeno il 40% delle persone non noterà alcun miglioramento. Il trattamento con ferro IV è in fase di sperimentazione presso la Mayo Clinic statunitense e Johns Hopkins Hospital. E ‘pericoloso prendere integratori di ferro senza aver prima testato i livelli di ferritina, poiché si possono instaurare disturbi da sovraccarico di ferro, una condizione potenzialmente molto pericolosa.

Trattamento farmacologico

Sebbene molti trattamenti sono stati descritti, l’interesse è stato recentemente focalizzato sui meccanismi dopaminergici, sia dal punto di vista eziologico che terapeutico. La L-dopa/carbidopa dopamina agonisti, bromocriptina mesilato o entrambi, sono i farmaci più indicati

Gli agonisti della dopamina come il ropinirolo, pramipexolo, carbidopa/levodopa o pergolide. Gli agonisti della dopamina sono usati come trattamento per i sintomi della RLS. La maggior parte dei sintomi che si verificano di notte, quando i livelli di dopamina sono al minimo.

Gabapentin, un non-trattamento dopaminergico, è usato nella RLS da moderata a grave.

Gli oppioidi, in particolare il metadone, sono trattamenti particolarmente efficaci per i sintomi della RLS grave e non hanno effetti collaterali.

Le benzodiazepine, come diazepam, che spesso oltre al sollievo dei sintomi aiutano a mantenere il sonno, riducono il risveglio provocato dai movimenti.

Anticonvulsivanti, come carbamazepina, possono aiutare le persone che vivono le sensazioni da RLS come dolorose.

La cannabis può aiutare le persone che soffrono di sensazioni RLS per addormentarsi molto più velocemente del normale, eliminare la nausea causata da farmaci e alleviare il dolore.

Prognosi
I sintomi della RLS pososno gradualmente peggiorare con l’età, anche se più lentamente per quelli con la forma idiopatica della RLS rispetto ai pazienti che soffrono anche di una condizione medica associata. Tuttavia, le attuali terapie sono in grado di controllare la malattia, riducendo al minimo i sintomi e l’aumento dei periodi di sonno ristoratore. Inoltre, alcuni pazienti hanno remissioni, periodi in cui i sintomi diminuiscono o scompaiono per giorni, settimane, o mesi, anche se i sintomi di solito alla fine ricompaiono.

Storia
La prima descrizione nota medica di RLS è attribuibile a Sir Thomas Willis nel 1672. Willis (1621-1675) è considerato il fondatore della clinica neuroscienze ed è famoso per la sua descrizione del circolo di Willis, il circolo arterioso alla base del cervello. I suoi contributi alla comprensione del cervello umano e la scienza medica erano avanzati e rivoluzionari per la sua epoca. Noto per essere un acuto osservatore dei sintomi dei suoi pazienti, Willis ha sottolineato l’interruzione del sonno e movimenti degli arti sperimentato da chi soffre di RLS. Inizialmente pubblicata in latino (De Anima Brutorum, 1672), la sua opera in seguito fu tradotta in inglese (The Practice di Londra del Physick, 1685). Successivamente, altre descrizioni di RLS sono state pubblicate, tra cui quelle di Francois Boissier de Sauvages (1763), Magnus Huss (1849), Theodur Wittmaack (1861), George Miller Beard (1880), Georges Gilles de la Tourette (1898), Hermann Oppenheim (1923) e Frederick Gerard Allison (1943). Tuttavia, non è stato fino a quasi tre secoli dopo Willis, nel 1945, che Karl-Axel Ekbom (1907-1977) presentò una relazione dettagliata e completa di questa condizione nella sua tesi di dottorato “Gambe senza riposo: studio clinico di malattia fino ad ora trascurata”. Ekbom coniato il termine “gambe senza riposo” e ha continuato a lavorare su questo disturbo durante la sua carriera. Egli descrisse i sintomi essenziali per la diagnosi, diagnosi differenziale da altre condizioni, la prevalenza, rapporto con l’anemia e insorgenza comune durante la gravidanza. Purtroppo, il lavoro di Ekbom è stato in gran parte ignorato fino a quando fu riscoperto da Arthur S. Walters e Wayne A . Hening nel 1980.

Considerazioni sull’adattamento a fattori stressanti.

Hans Selye studiò il comportamento degli essere viventi sottosti a stress , individuando la natura bifasica (Curva di Selye) di fenomeni biologici come risposta adattativa/non adattativa ad alcuni eventi. La curva di Seyle venne poi applicata da Hamer per descrivere la natura bifasica delle malattie.

La risposta adattativa (resilienza)/non adattativa (alessitimia) (solving problem) identificata da Selye si compone di tre elementi: stressors, individuo, ambiente nel quale essi interagiscono.

1. Stressors: ogni evento emotivo, fisico (freddo), biologico, metabolico, psicologico, sociale (lutto) induce una generale attivazione di meccanismo di risposta.

2. Individuo: è il terreno su cui gli stressors agiscono ed è il risultato sia del patrimonio genetico dell’individuo, sia delle sue capacità psico-emotive, sia delle sue mappe cognitive, caratteristiche temperamentali e di personalità, condizioni socio-economiche e risonanza soggettiva all’evento.

3. Ambiente: è la mappa che stressors e individuo condividono e nella quale sviluppano, consolidano il loro rapporto (accoppiamento strutturale) e ne danno significato.

Ogni stressors che perturba l’omeostasi dell’organismo richiama immediatamente delle relazioni

regolative neuropsichiche, emotive, locomotorie, ormonali e immunologiche

(psiconeuroendocrinoimmunologia – Pnei). Tutti questi sistemi operano in stretta interdipendenza sia in modo vegetativo che in modo cosciente. La risposta che segue agli stressors non è legata da un rapporto di linearità, data la complessità della rete e l’individualità biochimica e cognitiva dell’organismo.

L’adattamento è una complessa attività che si articola con la messa in atto di azioni finalistiche destinate alla gestione o soluzione del problema, alla luce della risposta soggettiva suscitata dagli eventi. La capacità di indirizzare la azioni adattative implica sia la possibilità di azioni finalizzate a modificare l’ambiente in funzione delle necessità del soggetto, sia l’eventualità di intraprendere modificazioni di caratteristiche soggettive per ottenere un adattamento all’ambiente circostante (epigenetica). Un esempio banale è l’adattamento ad un clima rigido: si può accendere un fuoco oppure indossare abiti più pesanti. Il maggiore o minore successo dei processi adattativi dipende dal bilancio delle caratteristiche qualitative e quantitative degli stressors, dell’individuo, dell’ambiente e del loro accoppiamento strutturale. Selye definì come “Sindrome generale di adattamento” quella risposta che l’organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti di svariati tipi di stressors.

L’evoluzione della sindrome ha tre fasi:

1. Allarme: l’organismo risponde agli stressors mettendo in atto meccanismi di fronteggiamento (coping) sia fisici che mentali (quantitativi) che emotivi (qualitativi). Esempi: aumento del battito cardiaco, modificazione della pressione sanguigna, tono muscolare ed attivazione psico-biologica (arousal).

2. Resistenza: il corpo tenta di combattere e contrastare gli effettivi dell’affaticamento prolungato producendo risposte ormonali specifiche e prolungate nel tempo coinvolgendo l’asse ipotalamo-ipofisario e di conseguenza le surreni, la tiroide etc etc (ipofisi > ADH > vasopressina > app. iustaglomerulare > renina-agiotensina-aldosterone > pressione > volemia > rene > sodio, potassio e idrogeno > alcalinizzazione del sangue e acidificazione delle urine , ACTH > surrene > aldosterone e cortisolo > adrenalina > nordrenalina > gluconeogenesi > crebs > fegato e mitocondri > insulina > pancreas)

3. Esaurimento: se gli stressors continuano ad agire, il soggetto esaurisce le sue risorse adattative e si producono effetti finalizzati alla gestione del problema con modifiche delle caratteristiche soggettive.

Quindi una risposta adattativa (resilienza) / non adattativa (alessitimia) ad un evento stressante può determinare l’insorgenza di un quadro patologico di interesse clinico con alterazioni permanenti che hanno un significato adattativo, mantenendo una risposta inadeguata cronica che noi identifichiamo nosologicamente come malattia.

La diagnosi de livello di stress cronico a cui è soggetto un individuo non è semplice , univoca, data la qualità soggettiva nel reagire a diversi tipi di stressors.

C’è bisogno quindi di un metodo che permetta non solo di indagare la diagnosi dal punto di vista quantitativo (visita clinica EOG EOP , esami del sangue, ecografia, radiografia…), ma anche dal punto di vista qualitativo (caratteristiche intrinseche del soggetto). E c’è bisogno di una medicina che integri io qualitativo e il quantitativo, che sa in grado di dare una informazione coerente per ristabilire una omeostasi adatta (Omeopatia).

Quindi una risposta adattativa (resilienza) / non adattativa (alessitimia) ad un evento stressante può determinare l’insorgenza di un quadro patologico di interesse clinico con alterazioni permanenti che hanno un significato adattativo, mantenendo una risposta inadeguata cronica che noi identifichiamo nosologicamente come malattia.

La diagnosi de livello di stress cronico a cui è soggetto un individuo non è semplice , univoca, data la qualità soggettiva nel reagire a diversi tipi di stressors.

C’è bisogno quindi di un metodo che permetta non solo di indagare la diagnosi dal punto di vista quantitativo (visita clinica EOG EOP , esami del sangue, ecografia, radiografia…), ma anche dal punto di vista qualitativo (caratteristiche intrinseche del soggetto). E c’è bisogno di una medicina che integri io qualitativo e il quantitativo, che sa in grado di dare una informazione coerente per ristabilire una omeostasi adatta (Omeopatia).

Nei nostri animali gli stessors possono essere tantissimi: tipico esempio sono le condizioni negli allevamenti industriali, ma anche la coercisione nell’addestamento dei cavalli o semplicemente nel lasciarli in box 23 ore al giorno e 1 ora di passeggiata privandoli delle loro caratteristiche sociali e fisiche, oppure cani e gatti confinati in ambienti con stimoli inadeguati, oppure diete industriali prive di ogni senso nutrizionale e etologico, stress biologici inutili come continue ed inutili vaccinazioni che orientano il sistema immunitario verso forme di adattamento / non adattamento secondo le osservazioni di Selye (patologie allergiche, autoimmuni, tumorali).

Ed è così che possiamo avere delle letture funzionali di sintomi adattativi / non adattativi che noi definiamo (erroneamente) patologia.

Il cane lupo cecoslovacco: caratteri salienti

Il Cane Lupo Cecoslovacco (CLC) è una razza giovane, di recentissima creazione e che quindi non può assolutamente annoverare tradizioni secolari o storiche genealogie. Tutto ebbe inizio intorno agli anni ‘50 sulla frontiera dell’allora Repubblica Cecoslovacca ad opera dell ‘ing. Karel Hartl, colonnello della sezione Guardia di confine dell’ Armata Cecoslovacca che nel 1955 mise a punto

i primi protocolli di accoppiamenti tra i lupi dei Carpazi con i Pastori Tedeschi. Il suo intento non era quello di ottenere un cane con un aspetto diverso simile al lupo, ma quello di creare una nuova razza che avesse l’attitudine all’addestramento insita nei pastori tedeschi, ma la forza e la resistenza forte nel lupo, lo scopo era quindi quello di migliorare la salute, la tenacia dei cani militari in forza alla Guardia di confine. Il primo accoppiamento eseguito fu quello della lupa Brita che fu coperta da due maschi di pastore tedesco, uno tranquillo e ubbidiente, il secondo addestrato, ma non con le doti del primo. La lupa Brita registrò un insuccesso con quello docile e si accoppiò invece con quello che dimostrava una nota di aggressività, che dimostrò quindi di avere il carattere più forte. Dall’unione tra Brita e Cezar z Brezoveho haje e poi da quella tra Brita e Kurt z Vaklavky che fu nuovamente accoppiata nacquero nel 1958 dei cuccioli che in crescita si dimostrarono molto selvatici e le generazioni successive incrociate con pastori tedeschi risultarono decisamente poco addestrabili. In Slovacchia, intorno agli anni 80, con un forte impegno da parte Maggiore Frantisek Rosik, si determinò una quarta linea di sangue utilizzando un maschio di lupo, Sarik. Da quel momento in poi per gli accoppiamenti si utilizzò solo sangue puro di Cane Lupo Cecoslovacco, che venne riconosciuto come razza nazionale dal Comitato federale dell’associazione allevatori della Cecoslovacchia. Sua madre è la Natura. Sembra un lupo. E’ alto ma leggero e forte. Il suo mantello e’ formato da folti e dritti peli di color grigio-lupo con una caratteristica maschera bianca. Vi avvicina con confidenza con i suoi occhi chiari, leggermente obliqui. Non guarda il suo padrone, ma sa esattamente, in ogni momento dov’è e dove sta andando. E’ attento a tutto ciò che lo circonda,vuole essere sempre all’erta. Può correre facilmente e senza fatica per 100 Km, ha un grande senso di orientamento e reagisce con grande rapidità. Nessuna pista e troppo difficile per lui che piova o che nevichi,di giorno o di notte. Non vi è attività canina che non possa fare a patto che lo voglia. Pieno di temperamento, molto attivo, resistente, recettivo, rapido nelle sue reazioni, intrepido e coraggioso; di una fedeltà eccezionale verso il padrone; resistente alle intemperie, cane da utilità polivalente. Sia la struttura che il pelo del Cane Lupo Cecoslovacco ricordano da vicini il lupo. Il cane lupo cecoslovacco, assieme al cane lupo di Saarloos, e’ l’unico a cui la stretta parentela con il lupo selvatico e’ ufficialmente riconosciuta. Il cane lupo ha l’aspetto del suo parente selvatico, il manto grigio argenteo, la maschera facciale chiara, il portamento e l’andatura del suo progenitore. Come il lupo ha un olfatto particolarmente sviluppato, caratteristica che lo rende adatto a diversi impieghi di utilita’ per l’uomo. Oggi il cane lupo puo’ rendersi efficace nelle operazioni di protezione civile, così come nella difesa del suo padrone, al quale mostra una straordinaria fedelta’, o del suo territorio (e’ un ottimo pattugliatore). Durante lo sviluppo della razza, ne fu testata in particolare la tenacia. Il Cane Lupo Cecoslovacco può correre per 100 Km, facilmente ad una velocità media di 12 Km/ora. Essendo una razza costruita per attività prolungate e di alta intensità questi cani possono correre per ore ed ore e cose possono essere dei buonissimi compagni per trekking e montain-bike.

Il Cane Lupo Cecoslovacco ama moltissimo gli esercizi duri ed ha bisogno di essi . Se non avete il tempo per far esercitare il vostro cane regolarmente è meglio che scegliate un’altra razza. Non avrete bisogno di un grande terreno per far esercitare sufficientemente il vostro cane e dovrete lavorare con lui per 60/75 minuti al giorno. Il Clc ha bisogno di molto movimento e di molto spazio per tenersi in forma, inoltre le sue origini rendono particolarmente necessaria una vita all’aria aperta, dove possa dare libero sfogo a tutta la sua possanza fisica, agilità e prestanza. Il Cane Lupo Cecoslovacco sviluppa relazioni sociali molto forti non solo con il suo padrone ma con tutto l’ambito familiare. Sono notevolmente indipendenti e possono lavorare in gruppo con ottimi risultati. Se necessario possono facilmente svolgere la loro attività nelle ore notturne. L’incrocio tra il lupo ed il cane ha portato non solo ad un incremento della robustezza,della tenacia ed ad uno

sviluppo dei sensi ,ma anche al ritorno a vecchi istinti naturali. Questo si vede dalla precocità dei cuccioli e dal grande istinto materno delle femmine. La media dei piccoli per cucciolata è stato di 6.90 nel 1993 con una media di mortalità dell’ 8,5%. Nessuna cucciolata è stata allevata senza la madre dall’inizio dell’allevamento della razza da parte dei civili. La percentuale di femmine che non sono in grado di concepire è leggermente alta. Le femmine vanno solitamente in calore una volta l’anno e la durata del calore e dell’ovulazione è abbastanza variabile.

Comportamento di gruppo

Il gruppo è una delle parti più importanti nella vita di un cane: è il sistema naturale o “pecking order” che impone la gerarchia ai vari componenti del gruppo stesso. I cani selvatici costituiscono identica gerarchia di gruppo come i lupi. Il gruppo ha un chiaro e definito sistema di ranghi con i quali ogni animale ha il suo proprio livello, dominante su quelli che sono al di sotto nella scala sociale o sottomesso a coloro che gli sono superiori. Il leader,identificato come “alpha” è normalmente il più grande, il più forte, il più vivo e intelligente del gruppo. Tutti gli altri membri del gruppo si inchinano alla volontà di questo leader a meno che non siano pronti a competere con lui per la supremazia. La gerarchia di gruppo è qualcosa che il cucciolo ha già imparato quando è arrivato da voi : è la madre la sua maestra. Essa è sempre il leader del piccolo gruppo,ma i fratelli lavorano per stabilire chi sarà il futuro capo.

Il lupo selvatico: caratteri salienti

Il Lupo è un animale sensibile ed intelligente, che può essere insieme individuo e animale sociale. Un animale che si prende cura dei suoi malati, protegge la famiglia e ha bisogno di essere parte di qualcosa che sia piu’ grande di lui: il branco. La struttura sociale del branco è formata dalla coppia dominante ( detta alfa ), da un individuo o una coppia detta beta ( che ricopre il ruolo di vice-capo ), da alcuni individui di medio rango, e da uno o piu’ lupi di basso rango, detti omega.
I lupi dominanti hanno un comportamento predominante caratterizzato dal tenere testa e coda ben alta e le orecchie dritte; viceversa gli altri membri dimostrano la loro sottomissione leccando loro il muso e tenendo testa, coda e orecchie più basse dell’individuo di posizione gerarchica superiore. Grazie alla sua forza, non solo fisica, ma anche psicologica, è in grado di soddisfare le esigenze del branco, di tenerlo unito, di proteggerlo dagli stranieri, di pattugliare e marcare il territorio, di scegliere i sistemi di difesa e le strategie di caccia, di stabilire la disposizione delle tane, di essere, in una parola , il leader. Ogni lupo del branco ha un ruolo ben preciso: gli alfa comandano tutto il gruppo, i beta comandano i lupi di medio rango, tutti gli adulti comandano gli individui di medio e basso rango. Il comportamento di un branco ben organizzato fa parte della strategia di sopravvivenza, infatti la mancata collaborazione di un individuo della squadra potrebbe comportare un insuccesso durante la caccia e alla rinuncia forzata ad un pasto.

Le dimensioni del branco vanno da 3 o 4 membri sino a un massimo di 20 o 30, questo dipende principalmente dalle zone in cui i lupi vivono ed è legato alle prede che essi devono cacciare. Infatti per vincere una preda grande ( per es. un cervo ) sono necessari molti individui, mentre per una preda di medie dimensioni sono sufficienti pochi lupi. Alcune volte un Lupo abbandona il branco e può vagare solitario per diverso tempo prima di essere accettato da un nuovo gruppo. Un tempo il lupo era il predatore più diffuso sulla terra. Capace di sopportare temperature estreme e piuttosto abile nel cacciare prede di varie dimensioni: dall’alce al topo. Il lupo può sopravvivere ovunque le sue prede siano sufficientemente numerose; evita solo le giungle tropicali ed i deserti. Oggi è diffuso soprattutto nelle regioni più remote dell’emisfero boreale. Un lupo ha mediamente un territorio di caccia di 100 km².

Per trovare cibo a sufficienza in un territorio inospitale o deserto, un branco può arrivare ad occupare un territorio di 2500 km². Il lupo ha arti lunghi, zampe larghe e un’ottima capacità di resistenza grazie alla quale può coprire oltre 30 km con un trotto costante alla velocità di 6 -10 km/h. L’odorato è il senso più sviluppato, il suo olfatto è infatti 100 volte più sensibile di quello dell’uomo e può individuare la sua preda ad un chilometro di distanza.

Ipotesi epigenetica

L’Epigenetica studia le mutazioni ereditarie del fenotipo e, soprattutto nell’espressione dei geni causata da meccanismi diversi dalle mutazioni ereditarie. Queste mutazioni dipendono dal milieu cellulare e durano per il resto della vita della cellula e possono trasmettersi a generazioni successive attraverso le divisioni cellulari, senza tuttavia che le corrispondenti sequenze di DNA siano mutate; sono quindi fattori non-genetici che provocano una diversa espressione dei geni dell’organismo. Tra le possibili reazioni che possono provocare effetti epigenetici ci sono le metilazioni del DNA, l’acetilazione degli istoni, ecc. Queste reazioni alterano l’accessibilità fisica alle parti di genoma su cui intervengono alterando l’espressione del gene. I seri ricercatori epigenetici sono molto arrabbiati con la ricerca ufficiale (ad es. Progetto Genoma) che continua nel suo supposto determinismo genetico e sottovaluta ampiamente il ruolo dell’ambiente nella disregolazione funzionale delle cellule che è il primo responsabile di tumori infantili, patologie degenerative, ecc.

Le parole chiavi sono : Acetilazione del DNA, Micro RNA e tutti i suoi correlati, Istoni. Gli istoni non sono altro che le proteine attorno cui si avvolge il DNA. Gli istoni funzionano tastando l’ambiente con delle “code” e a seconda dell’ambiente sembra possano portar cambiamenti all’istone per la regolazione del DNA. Gli istoni sono proteine con struttura terziaria che dipende da legami deboli e quindi e’ particolarmente sensibile a cambiamenti, e, cambiando la loro struttura cambiano l’azione sul DNA.

La concezione dell’Epigenetica tiene in considerazione la complessità. La complessità è il modello non lineare che sta alla base della vita biologica e che analizza i fenomeni mediante interazioni di rete e non solo espressione di un gene o pochi. Se si considerano le cose sotto questo punto di vista (tra l’altro è condiviso delle ultime teorie della fisica quantistica post Einsteniane chiamate M-Theory, oppure dai moderni genetisti biotecnologi che hanno capito che l’ingegneria genetica è oramai un percorso fallimentare) si può pensare di dire che tutte o la maggior parte delle manifestazioni biologiche siano una espressione sistemica (di un sistema e non di una minima parte di esso) che è in relazione continua (flusso e dinamismo) e pluriunivoca con una immensa rete di altri sistemi e dei meccanismi che li governano regolano e modificano. Le malattie non sono quindi causate dal virus, batteri, funghi, acari, geni oncogeni che si attivano,ma sono l’espressione di qualcosa di più complesso che parte dalla modificazione della diatesi, cioè del terreno che poi si ammala. Questo terreno è un insieme inscindibile di fenomeni fisiologici, fenomeni fisici e fenomeni psichici.

Se si considera tutto questo emerge che anche le malattie più gravi come il cancro le malattie degenerative le malattie autoimmuni sono l’espressione di una distorsione di informazioni di una complessa rete biologica di un organismo che è in continuo contatto biunivoco e pluriunivoco con l’ambiente e che in esso cerca la sua evoluzione.

Se le malattie sono l’espressione di tutto ciò, come si possono curare? con l’antibiotico? con il cortisonico? con l’anti-istaminico? l’antidepressivo? la chemio? facendo prevenzione con i vaccini?

ANCHE, MA NON SOLO… Adottando un modello terapeutico che cura il sistema e non parti del sistema, che cura la rete delle interazioni del sistema e non una singola scomposizione del sistema (ad esempio: solo il colesterolo, solo la proteina c reattiva …), un modello terapeutico che unisce le sintomatologie fisiche (del corpo: broncopolmonite, epatite, meningoencefalite infettiva, patologie autoimmuni, artrosi dell’anca, dermatite da acari, rino-congiuntivite etc etc) al sistema limbico (psichico) dei nostri animali e ne considera le loro caratteristiche specifiche di espressione. In questo modo tutto si ricongiunge e noi medici finalmente siamo in grado di capire cosa è cura. In definitiva, ogni fenomeno è chiaramente riconducibile ad un significato.

Casi clinici

In questi anni ho preso visione di alcuni casi clinici riferibili a RLS. Tutti i casi riguardavano CLC. I casi che ho trattato sono 7, 5 maschi e 2 femmine. Tre di questi casi erano imparentati direttamente tra loro: madre, figlio e figlia. Gli altri 4 non presentavano alcuna parentela, quantomeno risalente a 4 generazioni.

I primi 2 casi che ho gestito non hanno avuto alcun beneficio dalla terapia omeopatica. Per questi casi era stato adottata la metodologia Hanemaniana con la presa della totalità dei sintomi peculiari e patologici, tenendone presente la loro storicità ed eventuale intensità di manifestazione. Ai due CLC erano stati somministrati , al primo caso Phosphorus 1LM 2 gocce al giorno e potenza crescente delle cinquantamillesimali ogni 30 giorni sino a raggiungere la 12 LM , al secondo Ignatia amara MK 5 gocce al giorno con aumento della potenza sino alla CMK nell’arco di 12 mesi, ma senza ottenere alcun effetto sulla sintomatologia.

Queste esperienze negative mi fecero emergere alcune domande relative ai nostro CLC e all’ambiente dove essi vivono, alle loro attitudini a confronto con le loro abitudini, alla loro stretta parentela con il lupo selvatico e il relativo etogramma fisiologico, comportamentale, nutrizione e sanitario.

- Chi è il CLC? Come vive il suo nuovo ambiente così fortemente antropoformizzato? Quanto una razza così vicina ai patterns del lupo selvatico si è davvero integrata con le abitudine imposte dall’uomo? Quanto questa razza è disposta a rendersi davvero utile, collaborativa o a servizio dell’uomo e delle delle sue esigenze? Quanto ogni singolo CLC, è disposto a sacrificare del suo stretto legame di discendenza dal lupo selvatico a favore di ciò che il nuovo ambiente gli propone sottoforma di relazione con l’uomo, con altri animali, diversi aspetti cognitivi, la sessualità, integrazione con le profilassi della malattie (vaccinazioni metafilassi), integrazione di nuovi pattern alimentari (cibo industriale), restrizioni fisiologiche come il movimento limitato, restrizioni l’espressione di caratteristiche tipiche dell’etogramma con ululati, comportamenti tra CLC molto irruenti a fine sociale e di gioco, coercizioni di vario tipo per poter condividere con l’uomo un ambiente comune, così distante da quello selvatico, ancestrale e istintuale?

La maggior parte dei CLC che ho preso in esame sono cani che vivono un ambiente fortemente antropoformizzato, ricevono addestramenti severi per contenere la loro irruenza e sensibilità verso un ambiente meno controllato dall’uomo, sono continuamente sottoposti a trattamenti che agiscono sul loro sistema immunitario con vaccini, vivono in ambienti ristretti, case o giardini, addirittura salotti, senza poter esprimere la loro ancestrale necessità di movimento, ambiente dove l’istinto predatorio non è rinforzato dal branco come utilità, ma (“giustamente”) limitato e soppresso, vengono nutriti con alimenti industriali che poco hanno a che vedere con il rispetto del loro etogramma alimentare e nutrizionale, vengono indotti ad abitudini che spesso poco si integrano con le loro reali esigenze comportamentali.

I CLC sono una razza relativamente giovane, i CLC esprimono ancora, nonostante molte generazioni siano passate dal primo tentativo di incrocio con la lupa Brita, appare chiaro nei loro comportamenti, nella loro espressione fenotipica, nei loro atteggiamenti che mimano il loro legame con il mondo selvatico.

- Quindi: quale potrebbe essere il significato della RLS quale significanza può emergere da una patologia con questi sintomi, che cosa impariamo dalla RLS? Quale potrebbe essere il senso di questa sindrome?

Inoltre è da considerare che altri miei 4 pazienti CLC che non presentano sintomi riferibili a RLS, vengono portati a fare lunghe camminate che durano sempre più di 2 ore, almeno 4- o 5 volte alla settimana. Questo dato capisco che non possa essere preso in considerazione che dato singolo, come fattore scatenante o meno l’insorgenza di una certa sintomatologia applicando le concezioni dell’epigenetica, ma risulta essere un dato curioso ed eventualmente da indagare e prendere in considerazione qualora si volesse iniziare a studiare la RLS nei cani.

Le considerazioni omeopatiche riguardano proprio il senso della malattia in relazione ai sintomi tipici della malattia, cioè la sua espressione evidente e la tipologia di animale che dobbiamo esaminare, tenendo presenti le sue caratteristiche di razza e le sue capacità di adattamento o meno all’ambiente in cui esso vive.

Il lupo selvatico quindi, come i CLC, si muovono per molti chilometri durante le giornate di caccia e perlustrazione del territorio. Coprono anche centinaia di chilometri in una sola giornata. Inoltre, la loro attività sociale e il loro ambiente non è affatto simile a quella in cui è costretto a vive il CLC. I rapporti sono alterati, modificati e indotti dalla mediazione umana. L’ambiente, per quanto stimolante possa essere per un uomo, non lo sarà mai in egual misura per un animale con una spiccata istintualità selvatica. Le modalità di gestione delle risorse di cibo sono totalmente mutate, la caccia e l’istinto predatorio viene totalmente soppresso, sia per motivi sociali di convivenza con la controparte umana, sia perchè il CLC a differenza del lupo selvatico, non deve preoccuparsi per il cibo. Inoltre, a mio parere sono da prendere in considerazione gli aspetti sanitari come l’utilizzo indiscriminato di continue vaccinazioni e terapie chimiche soppressive.

Alla luce di queste considerazioni, in senso omeopatico emerge una tematica importante, cioè la tematica della soppressione.

Nel repertorio esistono molti rimedi che hanno aggravamenti con la soppressione, sia vaccinale, che emotiva. Se abbiniamo questa caratteristica omeopatica alla necessità di muovere in continuazione le gambe con movimenti continui e involontari, anche durante il sonno, iperattività muscolare sia volontaria che involontaria, emerge il rimedio Zincum metallicum.

I 5 casi presi in considerazione riguardano 3 CLC maschi e 2 CLC femmine. Tutti gli animali, tranne le 2 femmine, madre e figlia, non condividevano lo stesso ambiente famigliare, neppure la stessa città. Tutti presentavano standard di vita simili, con possibilità di usufruire di piccoli giardini privati, la socializzazione con altri cani di razza diversa era abbastanza problematica per l’irruenza e, a volta, la violenza dei loro comportamenti, che rendeva tale socializzazione problematica e quindi evitata. Il loro temperamento era tranquillo e arrendevole in famiglia, ma se qualcuno entrava in casa dovevano essere seguiti minuto per minuto oppure venivano isolati per la paura dei proprietari che potessero mordere gli ospiti. Erano tutti sottoposti a trattamento vaccinale con richiami semestrali. Tutti 5 i LCL seguivano una dieta industriale a base di cibo secco.

I 3 maschi più precocemente delle 2 femmine, avevano iniziato a manifestare dopo il 6-7 mesi d’età, sintomi riferibili a irrequietezza delle zampe posteriori nel sonno, di varia gravità e intensità. I sintomi si manifestavano sempre durante le fasi del sonno, sia notturno che diurno, con movimenti involontari della zampe posteriori e talvolta della zampe anteriori, fino a vedere lo scuotimento generale di tutto il corpo del cane, come se “galoppasse sul fianco nel sonno”.

4 CLC, 3 maschi e 1 femmina, durante gli episodi di movimenti involontari, riportavano delle lesioni alle zampe posteriori e anteriori, ma anche alla testa e alla bocca, contusioni e abrasioni che avevano poi bisogno di una medicalizzazione.

I proprietari, preoccupati per le continue lesioni riportare durante la manifestazione della sindrome, riportavano di sentirsi stressati nel vedere il loro cane “fuori controllo” e preoccupati ogni volta che il cane dormisse. Alcuni di loro si erano attrezzati con cucce o luoghi della casa ricoperti di cuscini e gomma piuma per evitare danni da contusione.

 Analizziamo anche alcune voci repertoriali, quali:

 ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Inferiori; arti
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Inferiori; arti – notte
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Inferiori; arti – notte – letto; a
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Inferiori; arti – sonno – impedisce il
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Gamba
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Gamba – notte
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Gamba – notte – letto – a letto
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Gamba – sonno – impedisce di dormire
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Piede
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Piede – notte
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Superiori; arti
ESTREMITÀ – IRREQUIETEZZA – Superiori; arti – notte
ESTREMITÀ – MOVIMENTI – costanti – sonno; durante
ESTREMITÀ – MOVIMENTI – involontari
ESTREMITÀ – MOVIMENTI – Gambe – costanti
ESTREMITÀ – MOVIMENTI – Gambe – involontari
ESTREMITÀ – MOVIMENTI – Inferiori; arti – involontari
SOGNI – VIVIDI

 DD = Zincum, Cuprum, Causticum, Tarentula, Arsenicum, Rhus tox, Phosphorus.

 Zincum metallicum

Lo Zinco è un metallo. Il simbolo chimico dello zinco è Zn, appartiene al II sottogruppo B del sistema periodico. La parola Zinco probabilmente deriva dalla parola tedesca “Zink” che significa metallo. E’ stato scoperto nel XVI Secolo da Paracelso. Fin dai tempi di Omero era noto per la formazione dell’ottone, che si otteneva mediante la fusione del rame con un minerale di zinco: la Smithsonite. In Cina lo zinco era usato fin dall’antichità, in Europa lo zinco puro è stato ottenuto verso la fine del medioevo e sembra sia stato Paracelso a scoprirne le qualità metalliche e a dargli il nome. La produzione di Zinco su vasta scala risale al 1798 in Slesia Lo zinco costituisce lo 0.004% della crosta terrestre. I suoi minerali più importanti sono la blenda o sfalerite, la calamina, la smithsonite la idrozincite, la willemite. Più rari sono la zincite, e la franklinite, che si trovano quasi esclusivamente in USA. Lo zinco metallico tagliato di fresco assume un colore bianco – azzurro di forte splendore che, ossidandosi immediatamente, scompare in breve tempo. Il colore tipico quindi diventa il classico grigio. Lo zinco puro è duttile e malleabile, ma piccole impurità di altri minerali lo rendono fragile. E’ un buon conduttore di calore e elettricità, anche se chimicamente non molto attivo. Brucia con difficoltà all’aria sviluppando una fiamma blu verde. In vicinanza del punto di fusione lo zinco brucia formando leggeri fiocchi di ossido che gli alchimisti hanno chiamato lana filosofica. L’ossidazione naturale dello zinco lo protegge da attacchi in profondità perciò si conserva bene e a lungo ed è usato principalmente per trattamenti protettivi di altri metalli. Essendo un metallo fortemente elettropositivo non viene apprezzabilmente attaccato dall’acqua, ma si scioglie con facilità in fase acida liberando idrogeno gassoso mentre in soluzione si disperdono ioni zinco. Si scioglie altresì facilmente in soluzioni alcaline formando anche in questo caso idrogeno gassoso Tracce di cadmio, arsenico, piombo e antimonio, che talvolta si trovano all’interno del metallo sono tanto tossiche da rendere lo zinco comune abbastanza pericoloso. Contenitori di zinco possono essere usati per l’acqua da bere, ma non per i cibi, pur essendo un componente essenziale a molti organismi sia animali che vegetali. Lo zinco è un elemento essenziale per la vita degli esseri umani e degli animali superiori: una carenza di zinco condiziona pesantemente la crescita corporea e l’aumento di peso. Lo zinco fa anche parte dell’insulina, delle proteine e di enzimi ad azione antiossidante come la superossido dismutasi, oppure con funzioni catalitiche come la carbonico anidrasi, la alcool deidrogenasi, e la lattico deidrogenasi.

Nella tavola degli elementi si trova nei metalli, “gruppo B”, vicino al Rame e al Nickel e il suo periodo comprende il Cadmio e il Mercurio. I metalloidi a lui più prossimi appartengono al gruppo IIIA e sono il Gallio, l’Alluminio e l’Indio . Lo zinco appartiene alla Serie del Ferro, Il livello è quello dei metalli come ferro, nickel , rame, cromo (i realizzatori) . Il tema centrale della Serie del Ferro è il compito che la singola presona deve svolgere. Il tema è già presente anche nel primo elemento della Serie, cioè in Kalium (Potassio). Anche gli altri elementi della serie condividono un sentimento analogo, sentono cioè di dover compiere il loro compito, fare il proprio lavoro. E’ nota la pulsione di Calcarea a lavorare con grande impegno ma animata dalla paura del pensiero altrui e dal bisogno di sicurezza materiale. Gli elementi della Serie del Ferro si sentono infatti molto responsabili e vogliono fare il loro lavoro nel modo migliore possibile. Il compito non è solo un compito da svolgere, ma rappresenta anche un dovere, una cosa che si è obbligati a fare (in profondità, come se fosse scritto nel DNA). La presenza di un obbligo è un elemento caratteristico di tutti i metalli, mentre la sensazione di avere un proprio compito da assolvere è tipica dei rimedi della Serie del Ferro

La divisione dei compiti nell’ambito della società è un tema fondamentale, proprio come succede nell’attività collaborativa del branco. Vogliono sviluppare e migliorare le proprie capacità, amano sviluppare le loro abilità manuali. Un ambiente ripetitivo non fa per loro, come invece potrebbe far piacere ad una Calcarea oppure ad un Arsenicum. Fanno ciò per considerazioni di utilità. Nel loro modo di considerare e valutare il loro lavoro sono quindi molto pratici e pragmatici, proprio come esigono le caratteristiche di un branco di lupi o canidi. Nel nostro mondo antropoformizzato invece, molti cani si sento inutili, perchè la loro utilità viene meno, spesso non viene nemmeno presa inconsiderazioni, diventano dei surrogati dei nostri desideri, o più spesso delle nostre frustrazioni.

Il senso del dovere e dell’utilità così disattesi portano alla sensazione di fallimento. Il senso di fallimento si manifesta anche attraverso i sogni. Sognano di cadere, di fare sforzi vani e inutili. Un sintomo tipico della Serie del Ferro è l’irrequietezza della gambe, che è dovuto in parte alla sensazione di dover agire per realizzare il loro compito e in parte, perchè sentono di dover correre via dopo aver sbagliato.

Quando va a dormire le gambe sono sempre in agitazione e in continuo movimento. Spesso hanno molti tic, oppure muovono le mani e i piedi. “Non è una buona cosa starsene seduti senza fare niente”, “vai e trovati qualcosa di utile da fare”.

Il copiare e il ripetere le cose in continuazione può creare inquinamento. Questa continua replicazione della realtà può indurre ad uno stato di Zincum.

Morrison : “…La caratteristica di Zincum metallicum è la straordinaria eccitazione del sistema nervoso che si manifesta con irrequietezza, movimenti anormali o involontari, spasmi muscolari, ed anche convulsioni. Allo stesso modo, sul piano mentale il paziente ha inizialmente una fase di intensa stimolazione e attività mentale.

Mangialavori lo condensa nel grande tema di blocco dei processi di crescita e trasformazione in analogia della sostanza utilizzata per preservare gli oggetti dall’attacco dell’ossidazione , della corrosione esterna ,e della sua funzione biologica sui processi di accrescimento ,è il simbolo del “puer aeternum”. Come se ci fosse una soppressione evolutiva

 Temi fondanti

  • Attività/agitazione
  • Costrizione
  • Morte
  • Soppressione
  • Desidera compagnia
  • Debolezza alternanza di umore
  • Sensibilità

 Temi generali

alternanza e variabilità dell’umore.

Miglioramento con escrezione e secrezione, aggravamento soppressione

Aggravamento con menarca, menopausa e gravidanza

Sensibilità rumori , musica , odori

Spasmofilia,contrazioni

 Nei tratti essenziali Zincum metallicum indica temi come paura di essere avvelenato, quindi la iatrogenesi e la soppressione di sintomi. Ha la nostalgia essere un uomo libero sessualmente e in pace con i propri istinti -libero da pregiudizi e repressioni.

 Posologia

La scelta iniziale della posologia è stata di somministrare Zincum metallicum in granuli alla 200k, 3 granuli al giorno per 1 mese, seguito da un rapporto con il singolo proprietario.

Già dopo 15-20 giorni dall’inizio della somministrazione del rimedio, tutti i 5 casi riportarono un netto miglioramento della sintomatologia con la riduzione progressiva dell’intensità dei movimenti. La cura è stata protratta per i mesi successivi in questo modo: se le manifestazioni tipiche della sindrome si mantenevano su intensità accettabili (questo su una considerazione personale fatta dai proprietari, corroborata da filmati), si manteneva la potenza assegnata. Altrimenti si passava alle potenze successive: MK, 10MK, CMK. Oppure, qualora emergessero nuovi sintomi e comparsa di aggravamenti sensibili della sintomatologia, si provvedeva alla sospensione del rimedio.

In tutti i 5 casi non è mai stato necessario sospendere il rimedio per emersione di nuovi quadri patologici o in riferimento a patogenesi del rimedio. In 3 casi, si è dovuto sospendere il rimedio per esaurimento della scorta. In questi momenti la sintomatologia riprendeva ad avere la medesima intensità che aveva prima dell’inizio del trattamento omeopatico. Con alcune differenze nella cronologia del cambio alla potenza successiva, tutti i casi sono tutt’ora sotto trattamento con Zincum metallicum in granuli alla K.

In 3 casi la somministrazione è quotidiana, o con granuli sciolti in acqua e somministrati per bocca tramite una siringa, oppure sciolti e diluiti nell’acqua e somministrati nel cibo.

In 2 casi, la somministrazione di Zincum metallicum in granuli alla K è di due volte alla settimana con le modalità precedenti.

La sintomatologia ha avuto una regressione nell’intensità di circa il 70-80%, valutazione passibile di critiche perchè effettuata singolarmente dai proprietari che riportavano, attraverso il loro racconto o attraverso i video che mi inviavano, quanto non fosse stato più necessario medicalizzare il cane per lesioni riportate durante la manifestazione della sindrome, oppure la possibilità di non circondare la cuccia di cuscini o altre protezioni morbide.

 A tutti i proprietari è stato consigliato un cambio dietetico. 3 CLC seguono la Barf-nutrition in modo completo, altri 2 hanno adottato una dieta mista di cibo casalingo e alimento secco “grain-free”.

Purtroppo non è stato possibile cambiare sensibilmente le modalità di vita dei CLC, per le svariate esigenze personali e famigliari.

Diagnosi Differenziale tra alcuni rimedi

- Con i rimedi della Serie dell’Oro. Si sentono anch’essi carichi di responsabilità, ma queste non riguardano solo i loro doveri individuali. Si sentono infatti responsabili anche per altri che sono sotto la loro guida, come il lupo alfa. Si sentono responsabili del gruppo nel suo complesso, per l’organizzazione di cui fanno parte.

- Con altri rimedi della Serie del Ferro: Cuprum metallicum, Ferrum metallicum.

- Lac lupinum:

 “Double viciuos cycle theory”. La teoria del doppio circolo vizioso.

La teoria del Dr. Shen che individua dell’odierno cambiamento degli stili di vita e degli atteggiamenti posturali, nonché nella vita sedentaria e nella scorretta alimentazione, un mutamento dell’attività fisiologica dei metabolismi che induce le tossine cataboliche ad accumularsi nelle giunzioni articolari e influenza il coordinamento neuromuscolare. In particolari condizioni, si libererebbero dei canali energetici che porterebbero a movimenti incontrollati e involontari, per parziale inibizione del sistema piramidale, con coinvolgimento della muscolatura volontaria. In tale contesto, la fisioterapia attiva e dinamica può regolarizzare la circolazione fisiologica dei liquidi corporei (venoso, arterioso e linfatico) e aumentare il dilavamento dei liquidi articolari (sinoviale).

 Conclusioni

Questo lavoro non ha nessuna pretesa di una dimostrazione scientifica ma vuole essere uno spunto di riflessione su diversi livelli che partono dai segni clinici di una malattia – o condizione parafisiologica – e arrivano a considerazioni sull’utilizzo dei rimedi disponibili nella Materia Medica Omeopatica, passando attraverso altre considerazioni più strettamente etologiche e di relazione uomo-animale.

L’esperienza clinica è sicuramente minima e andrebbe ampliare di altri rimedi, sulla scorta di nuove e diverse “letture” e considerazione sulla materia medica. Queste letture trans-patologiche ci possono essere utili per risolvere, o tentare di risolvere, alcune problematiche che colpiscono i nostri animali e che possono rivelarsi dannose per i medesimi – infatti durante le crisi di RLS si possono causare autolesioni o ferimenti contro oggetti – che per i proprietari che non vogliono vedere il proprio animale in queste condizioni.

L’omeopatia attraverso la sua esperienza nella Materia Medica, ci indica una strada trans-terapeutica per capire il “male del male” e ci pone delle riflessioni che come medici veterinari dobbiamo porci sul rapporto uomo-animale e sul loro benessere, in senso olistico e non prettamente meccanicistico riduzionista.


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