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Ricette dal libro I COLORI DELLA NEBBIA

Creato il 30 settembre 2013 da Weirde

Mancano solo due giorni all’uscita di I COLORI DELLA NEBBIA!

Sono in fibrillazione. Segnatevi la data e avvertite il vostro edicolante, mi raccomando.

Per festeggiare l’avvenimento vi regalo tre ricette di dolci che troverete proprio all’interno del libro. Sono tipici mantovani e deliziosi. Garantisco.

Qui da noi, si mangia bene, anzi benissimo, su questo concordano tutti. Dai tortelli di zucca, fino al bussolano, Mantova offre ricette per tutti i gusti e tutte gustose.

Iniziamo con la torta sbrisolona, il nostro dolce tipico per antonomasia.

Anche Silvana, la madre di Matilde, la protagonista de I colori della nebbia, la propone alla nostra eroina nel romanzo.

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Curiose di provare questo dolce, ma non abitate vicino a Mantova e quindi non sapete come reperirla? Non fidatevi delle imitazioni che si trovano in giro, cucinate voi l’originale sbrisolona seguendo questa ricetta:

Ricetta della Sbrisolona

Ingredienti:

200 gr di farina di mais (finemente macinata)  200 gr di farina 00  200 gr di zucchero  150 gr di mandorle pelate  50 gr di mandorle non pelate  200 gr di burro  2 uova

Preparazione:

Tritare grossolanamente le mandorle pelate, lasciando da parte quelle non pelate, che serviranno poi per la guarnizione. In una terrina lavorare il burro ammorbidito con i tuorli d’uovo. In un’altra più capiente mescolare tutti gli altri ingredienti: le farine, lo zucchero le mandorle tritate, e poi unire i due composti con le mani, stringendo i pugni in modo da creare molti grumi, l’impasto deve apparire sbriciolato.   Imburrare una teglia di 24/26 cm di diametro e versare l’impasto lasciandolo cadere a pioggia sempre cercando di sbriciolarlo con le mani.  Infine decorala cospargendo le mandorle non pelate. Infornare a 180° (forno statico) per circa 1 ora. Non contenendo uova la cottura potrebbe risultare anche più veloce, perciò tenete d’occhio il colore dell’impasto, deve essere dorato, non marroncino.

Una volta estratta dal forno, cospargete la torta di zucchero fine o di canna, come preferite, in superficie.  E mi raccomando, la torta sbrisolona, non si affetta col coltello, ma si spezza con le mani, e le briciole si raccolgono col cucchiaio e poi si mangiano.

 

Silvana, la madre di Matilde, è una cuoca sopraffina e una buonissima forchetta, ecco un’altra delle sue ricette preferite: la polenta fritta dolce. Semplice, semplice, ma incredibilmente gustosa.

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 La polenta si sa, era praticamene il pane di chi viveva nella pianura padana, e lo è stato fino a dopo la seconda Guerra Mondiale. Ancora oggi è un alimento che noi a Mantova mangiamo spesso in inverno, con vari condimenti e affiancato da un gustoso cotechino o da un bel salame….. difficile che ne avanzi, ma nel caso capiti tutti ne saranno felici. Infatti sarà l’occasione per preparare la polenta fritta il giorno dopo.

Una volta raffreddata la polenta si solidifica e può essere facilmente tagliata a fettine sottili. In una padella appena sporcata olio di semi, ma proprio sporcata, friggete le fettine di polenta finché risulteranno dorate e croccanti. Poi preparate un piatto con sopra della carta assorbente e spargetevi sopra abbondante zucchero. Adagiatevi sopra la polenta fritta. Cospergete ancora zucchero sulle fettine di polenta e poi divoratele. Semplicemente divine. Un dolce veloce adatto per la colazione della domenica.

Silvana stessa lo prepara per Matilde e le sue ospiti in un capitolo di I colori della nebbia.

Ma passiamo al terzo dolce. Matilde e William, in una scena del libro, visitano una piccola fiera che si teneva sul lungolango dietro il Duomo della città. E lì, ieri come oggi, era possibile assaggiare delle deliziose frittelle: dolci fritti e zuccherati, dalla tipica forma tonda e schiacciata, venduti dagli ambulanti.

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Ancora oggi, quando i giostrai arrivano a Mantova in primavera, tutti corrono ad assaggiare queste ghiottonerie, io stessa ne vado matta. Ma è possibile anche prepararle a casa propria, ecco la ricetta:

Ingredienti per l’impasto delle frittelle

Zucchero 50 gr.

Sale 10 gr.

Lievito di birra 25 gr.

Latte250 ml

Burro 100 gr.

La scorza grattugiata di due limoni

Farina Manitoba 500 gr

Vanillina1 bustina 

Ingredienti per friggerle

Olio di semi vari o di semi di girasole o di arachidi

(io personalmente non apprezzo quello di arachidi, ma è una questione di gusti)

Per cospargere le frittelle

Zucchero semolato a piacere (meglio abbondare)

Preparazione

Togliete il burro dal frigorifero e lasciatelo ammorbidire a temperatura ambiente. Mettete in un contenitore il latte a temperatura ambiente, scioglietevi il sale, lo zucchero e aggiungete la scorza grattugiata dei due limoni

Versate il composto in una planetaria munita di gancio per impasti (o in un recipiente capiente se lavorate l’impasto a mano), e aggiungete 1/3 della farina mista a vanillina ; impastate bene fino ad ottenere una pastella fluida e poi aggiungete il lievito sbriciolato. Lavorate ancora per qualche minuto, poi aggiungete un po’ alla volta tutta la restante farina e continuate a impastare fino a ottenere un composto morbido ed elastico, quindi incorporate anche il burro ammorbidito e lavorate ancora l’impasto finché risulti morbido ed elastico.

Ungete di olio di semi i palmi delle mani e anche l’interno di una ciotola abbastanza grande. Prendete l’impasto, ponetelo nella ciotola e spennellate leggermente la sua superficie con dell’olio di semi; mettetelo a lievitare per circa 1 ora e ½ ponendo la ciotola in un luogo privo di correnti d’aria e fonti di calore, che potrebbero fare ammorbidire troppo il burro contenuto nell’impasto: tenete presente che l’impasto dovrà raddoppiare il suo volume.

Inumidite uno strofinaccio da cucina pulito e coprite l’impasto delle frittelle: questo servirà a prevenire il formarsi di una crosticina dura sulla superficie. Quando l’impasto delle frittelle avrà raggiunto il doppio del suo volume, trasferitelo su un piano e formate un lungo salsicciotto che taglierete a pezzetti del peso di circa 100-110 gr l’uno. Da ogni pezzetto ricavate una pallina, poi poggiate le palline su una spianatoia e modellatele con una leggera pressione del palmo della mano (insomma schiacciatele un poco).

Disponete le palline su di un canovaccio pulito e asciutto, distanziandole tra di loro di almeno 2-3 cm ; ricopritele con un altro canovaccio e attendete circa 20 minuti per la seconda lievitazione. Passati i 20 minuti, allargate con le mani le palline di impasto per renderle piatte e circolari (dovrete allargarle ottenendo un diametro di circa 20 cm), rendendo molto sottile (quasi trasparente) il centro della frittella e lasciando i bordi un po’ più spessi.

Ponete dell’olio di semi a scaldare sul fuoco: l’olio per friggere le frittelle, deve essere caldo ma non bollente (circa 170°); potreste fare una prova friggendo un piccolo pezzetto di impasto: se il pezzetto di pasta diventa dorato lentamente l’olio è pronto.

Se invece il pezzetto di pasta si scurisce troppo in fretta, vuol dire che l’olio è troppo caldo e c’è il rischio che le frittelle si brucino. Immergete la frittella nell’olio e aspettate che si colorisca da entrambi i lati.

Quindi scolatele con l’aiuto di due forchette (o di una schiumarola) e passatele nello zucchero semolato facendolo aderire su entrambi i lati.

Adagiate le frittelle già pronte su un vassoio e servitele immediatamente. Sono buone solo calde e fragranti!


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