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Ricomincio da te di ELoy Moreno

Creato il 24 febbraio 2012 da Junerossblog
Ogni tanto, sono le lettrici a farci delle belle sorpresa. Infatti, Daniela, che ha vinto il libro in give-away, Ricomincio da te di Eloy Moreno, ci ha ringraziato scrivendo una bella recensione. LINK
Questo romanzo, che ricordiamo in Spagna ha ottenuto un successo strepitoso, e' il risultato della tenacia dello scrittore, che letteralmente ha stampato e distribuito il suo libro personalmente, fino a quando un editore importante non si e' accorto che vendeva bene. Si chiama self- publishing, anzi per meglio dire il fenomeno del self-publishing. Fenomeno perche' e' raro che qualcuno diventi famoso in questo modo.
Ricomincio da te di ELoy Moreno
E in Italia? Cosa ne pensate voi scrittori emergenti? Esiste realmente la possibilita' di diventare famosi pubblicando e facendosi pubblicita' da soli?
Consigliereste o vorreste provare questo tipo di pubblicazione?

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Direttamente dalla scrivania di Daniela( Bluewings)
Ricomincio da te di ELoy MorenoAutore: Eloy Moreno
Titolo: Ricomincio da te
Titolo originale: El boligrafo de gel verde
Editore: Corbaccio
Traduttore: Silvia Bogliolo
Pagine: 384
Capitoli: 4
Anno di pubblicazione: 2012
ISBN: 9788863803143
Prezzo di copertina: 16.40 €
Reperibilità: libreria, siti online
Sinossi
È un uomo come tanti. Una moglie, un figlio piccolo, un impiego in una società di software, colleghi, genitori, suoceri, giornate scandite dalla routine del lavoro, una vita famigliare ridotta a monosillabi di saluto la sera e la mattina, sempre più arida, sempre più marginale. Eppure da bambino non era così. Aveva dei sogni: per esempio costruire un capanno per starci con il migliore amico. E quello è stato il suo primo e più grande fallimento: qualcosa è andato storto, quell’estate la sua infanzia è finita. Ma adesso sente che è arrivato il momento di riprendersi il tempo che ha perduto, di riconquistare l’amore della moglie, la stima di se stesso. Ha un piano per ricominciare, ma non osa nemmeno confessarlo alla moglie: ormai è così distante, indifferente, forse ha un altro. Lui sospetta di tutto e di tutti, si sente braccato a casa e in ufficio, organizza piani per vendicarsi di chi considera ormai i suoi ex: la sua ex moglie, i suoi ex amici, i suoi ex colleghi... Ma il sogno rimane, e non è detto che nel modo più impensabile e assurdo non riesca a realizzarsi.

Il mio parere

Ho letto che l’autore è arrivato al successo scegliendo un cammino non facile.
Invece che rivolgersi ad un editore ha preferito pubblicare il libro a sue spese.
Invece di cercare un distributore lo ha promosso personalmente nelle librerie ed è riuscito a venderne 3000 copie. Poi lo ha pubblicato un’importante casa editrice spagnola ed ha scalato le classifiche delle librerie. Eloy Moreno con impegno e tenacia è riuscito così ad arrivare al successo. Complimenti! Scopriamo ora il romanzo in questione: Ricomincio da te.
Come spesso accade preferisco il titolo originale a quello scelto per l’edizione italiana.
“El boligrafo de gel verde” che potremmo tradurre “La penna gel verde” si riferisce alla penna che dà lo spunto per la scrittura di questo diario di una rinascita.
Il protagonista perde in continuazione le sue penne in ufficio, allora decide di acquistarne una che scrive in verde così da riconoscerla.
Però perderà anche questa e la cercherà con determinazione.
Siamo nel 2002 quando lui, un uomo comune sulla quarantina, ripensa alla sua infanzia.
Lui e Tony erano amici inseparabili e passavano le vacanze insieme ospiti uno della famiglia dell’altro. Purtroppo mentre Tony era suo ospite era rimasto vittima di un incidente ed in seguito avevano smesso di frequentarsi. Crescendo avevano cercato di ricreare la vecchia intesa, ma a causa di una ragazza che piaceva ad entrambi, si erano definitivamente allontanati.
La ragazza in questione, Rebeca, Rebe per gli amici, si era innamorata di lui.
Si erano sposati ed era nato un bimbo, Carlitos.
Lui adesso è impiegato per una società di software, è responsabile di un gruppo di persone, ma prova un’angosciante senso di alienazione e di angoscia per una vita che sente sempre uguale e senza futuro.
Molto azzeccato e ben riuscito questo passo:
Anni fa abbiamo dovuto prendere una persona che facesse ciò che noi non riuscivamo più a fare. Ce ne mancava il tempo. E ci mancava il tempo perché dovevamo lavorare troppo. E dovevamo lavorare troppo perché, oggigiorno, per qualunque cosa occorrono soldi. Soldi per mantenere un bimbo che a malapena vediamo; soldi per pagare una persona che ci pulisce una casa dove a malapena passiamo qualche ora; soldi per vivere una vita che non ci godiamo più. Tutto così circolare, così ridicolo.
Lui vuole reagire e rompere l’apatia pensando ad un progetto che gli permetta di riappropriarsi del suo tempo. Poiché è attraverso di esso che possiamo vivere la nostra vita anziché lasciarla passare.
Vorrebbe parlarne con Rebe, ma teme che lei non accetti il suo piano e così finisce per allontanarsi ancora di più da lei.
L’autore ha approfondito molto la personalità ed i pensieri del protagonista sebbene, a mio parere, a volte abbia calcato la mano nel tentativo di rendere il lettore partecipe della sua depressione. Vengono ripetute più volte le descrizioni di certe situazioni, probabilmente allo scopo di esprimere il fastidio della monotonia.
Lo stile è molto fluido e scorrevole e si legge con piacere.
L’autore descrive i difetti della società moderna:
rapporti superficiali, mancanza di comunicazione, poco tempo per sé e per gli affetti, solitudine; sono alcuni degli aspetti che ci portano a vivere una vita in cui si spengono le speranze ed i sogni.
Molto spazio è dato anche alla narrazione della vita in ufficio. I colleghi vengono descritti attraverso i suoi occhi, ciò non sempre corrisponde alla realtà poiché, spesso, non ci si sforza di conoscersi veramente ma è assai più facile spettegolare.
Mi sono soffermata anche su questo periodo, un omaggio ai tanti nonni che si impegnano a crescere i nipoti.
"Chi è?" mi rispose una madre abituata che, almeno, le portassimo il nipotino fino in casa.
"Scendi tu che oggi non ce la faccio" urlai.
Urlai a una donna che tutte le mattine si alzava presto in modo che noi potessimo sopravvivere con l'altra nostra vita. A una persona che - in gran parte - sta facendo crescere nostro figlio; che non fa altro che occuparsi di ciò di cui noi non riusciamo a farci carico; che non si è mai lasciata sfuggire un lamento; che non mi ha mai rivolto un rimprovero. E sì, le urlai, e anche se non sarà mai in grado di rinfacciarmelo, so che ci rimase male.
Il libro mi è piaciuto perché offre uno spunto di riflessione sulla possibilità di creare un’esistenza adatta a soddisfare i nostri bisogni affettivi.
Daniela


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