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Ricordi di natale

Creato il 23 dicembre 2011 da Drittorovescio
RICORDI DI  NATALE
Ho sempre aspettato il Natale con uno spirito particolare, un po' per l'educazione cattolica ricevuta, un po' per la normale ansia di bambina, vissuta nei mitici anni '60 quelli che ora vengono definiti quelli del boom economico, dell'ottimismo.  Nonostante tutta la buona volontà degli adulti che cercavano di trasmettere lo spirito vero del Natale, io lo aspettavo per la frenesia dei preparativi: i dolci, il presepe, l'albero ed i regali.
Allora non era come adesso: le luminarie venivano accese pochi giorni prima  e le vetrine non erano così ridondanti di decorazioni.
Il Natale era rappresentato dal grosso ceppo di vischio che si andava a prendere non più di una settimana prima, nel bosco di abeti rossi svettanti verso l'alto e faggi e castagni spogli. Lo si portava a casa e veniva appeso sopra la porta d'entrata affinchè fosse benaugurante per quelli che entravano, come nella migliore tradizione nordica, decorato con un enorme fiocco rosso. Le bacche bianche, gelatinose, apparivano a volte trasparenti se colpite da luce particolare e sembravano brillare come piccolissime stelle poste tra le foglie verdi chiare, lisce ed accoppiate lungo lo stelo.
Natale era la preparazione del presepe. Un vero rito a casa da rispettare ogni anno rigorosamente. Il tappeto di muschio morbido, quasi soffice, con i sentieri di segatura. Le statuine dei pastori a cui via via si aggiunsero negli anni quelle dei vari mestieri, delle donne e dei bimbi. La capanna, opera d'arte costruita da mio padre con tanto di stella cometa brillante di lustrini,  messa in modo tale da sembrare al posto d'onore, ben in vista da ogni angolazione. Dentro la capanna le figure classiche: bue , asinello, Sacra Famiglia....
Sarà l'età, ma i ricordi affiorano con più dolcezza ultimamente...  Sono ripuliti dalle parti negative, quasi velati da quello che solo la nostalgia può fare.
Il momento più atteso era quello dell'allestimento dell'albero di Natale. Era veramente speciale, era quello che accomunava tutti, perchè tutti noi potevamo dare un parere, grandi e piccoli, di qualsiasi età...
Di solito era un bell'abete rosso, dritto, con folti rami di un intenso verde lucente, rigorosamente vivo o come diceva mamma "vero".
Decorarlo era un vero rito. Le palline non erano infrangibili o di plastica come si usano ora, ma in una sorta di vetro delicatissimo al tocco, che le rendevano quasi preziose. Solo gli adulti le potevano maneggiare, ma noi piccoli potevamo decidere la loro posizione ed era un momento di unione e di gioco bellissimo.
Poi si posizionavano le ghirlandine dorate ed argentate, rigorosamente alternate, in un gioco di luccichii che, a pensarci ora, rendevano il tutto un po' pacchiano, ma rendevano soprattutto l'idea della festa, dell'attesa.
Da ultimo toccava al puntale. Lo ricordo ancora, blu elettrico con decorazioni dorate, una vera festa per i miei occhi di bimba che adorava quelle due tonalità di colore combinate insieme.
L'abete emanava per giorni e giorni il suo tipico profumo di resina, che solo chi lo conosce bene può apprezzare, perchè sa di bosco, di libertà, di gioia di vivere. Ero io che passavo vicino all'albero e ne annusavo golosamente quell'aroma, che, se chiudo gli occhi e mi concentro, ancora sento nelle narici e rappresenta per me, insieme a quello dolciastro del vischio l'odore del Natale.
Ho provato anche quest'anno a cercare un ramo d'abete, bianco o rosso che sia, con un rametto di vischio, confezionato insieme. L'ho trovato, certo,ormai si trova tutto a qualsiasi latitudine. Ho provato, avvicinandomi ad odorarlo, ma non era lo stesso profumo. Questo olezzava di deposito di fioraio, non era "vivo" allo stesso modo, sembrava freddo.
L'ho lasciato lì e, per evitare figuracce, ho scelto una stella di Natale bianca e rosa screziata, particolarissima nel suo colore e nel suo aspetto, quasi non tradizionali. So di non aver fatto la scelta migliore, come altre volte nella vita, perchè quando farà molto caldo la pianta morirà inesorabilmente sotto il sole d'agosto.
Del resto adesso so che sopravvivono i ricordi delle cose migliori, quelle che abbiamo amato di più, insieme al nostro amore per la vita, al sorriso con cui la affrontiamo e con tutto quello che di meglio riusciamo a fare.
Sta arrivando anche quest'anno il Natale e mi rendo conto che non avrò gli stessi profumi e le stesse cose di allora ma sarà comunque bellissimo per tutto quello che ho nel cuore e, d'istinto, come sempre, ringrazio la vita, asciugo una lacrima senza vergognarmi, sorrido assorta nei miei pensieri che volano lontano...

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