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Rimedi contro l’Amore

Creato il 12 aprile 2012 da Rory

Rimedi contro l’Amore

Io più disadattata che mai, che probabilmente parlo con qualcuno, se non da sola.

Siccome l’arteriosclerosi incombe, mi sono ricordata di quando al liceo studiavamo Orazio e il Caprettino dal rubro sangue, ed anche Ovidio. Ebbene, di quest’ultimo m’è sempre rimasta impressa l’opera Remedia Amoris, ovvero “rimedi contro l’amore”, in cui il poeta suggeriva vari rimedi per non rimanere troppo coinvolti  in una storia ma anche come “riprendersi” al termine di una relazione.

L’ho sempre trovato geniale, perché sentite che cosa suggeriva:

Per lasciare qualcuno:

- avere rapporti sessuali sgradevoli (!)

- concentrarsi sui difetti fisici del compagno/a

- lavorare molto e in generale, essere molto occupati (perché così giustamente si ignora l’altro, quello si stanca e amen).

Quando ci si è lasciati:

- evitare contatti con famiglia-amici-conoscenti di lui/lei

- parlare poco della relazione appena finita

- quando si sa di dover incontrare lui/lei non farsi bella/o per l’occasione (non si sa come, secondo Ovidio essere cessi aiutava a non far aver ripensamenti… mah)

- non bere troppo (non sono d’accordo!)

Personalmente, quando voglio lasciare qualcuno glielo dico e basta e in media, dopo, sono felice dell’atto e non cerco consolazione… forse fa brutto dirlo ma è così, però alla fine è difficile che io mi fidanzi con qualcuno o che intraprenda una relazione seria, perciò son cose che accadono di rado.

Quando invece vengo lasciata/abbandonata in una cesta fuori ad una Chiesa (!) cerco di reagire con grande dignità, nel senso che penso:

- Se questo non mi vuole, non mi merita: alla fine è vero, rifletteteci. Se uno non è convinto di stare con noi, meglio lasciarlo perdere. Alla lunga, questo potrebbe non considerarci oppure farci sentire inferiori e c’è bisogno di tutto, nella vita, fuorché di questo. Quindi aurevoire.

- Abbrutirmi non mi aiuterà: no davvero. Se non mi tiro le sopracciglia un giorno si e l’altro pure divento un mostro, figuriamoci se non me le tiro per una settimana (poi il diserbante alla pelle non fa bene)! Idem se non mi lavo, oppure mi abboffo di porcate, alla fine quella che ci perde sono io, non solo perché mi riempio di brufoli ma poi perché a chi li do tutti sti vestiti che ho se divento un porco a nafta e non mi entra più nulla?

- Cerco di farmene una ragione: Alla fine, se non mi vuole è perché lui è pazzo ma anche perché io ho tanti difettucci, quindi pazienza, struggersi non serve a niente, poi soffro pure di gastrite.

- Elenco dettagliatamente i suoi difetti: Si perché alla fine è divertente fare il contropelo al disgraziato di turno che tanto qualcosa di cattivo da dire lo si trova sempre, sia di fisico che di morale.

- Chiamo Ciccio/tutti gli amici/scrivo invettive: Ultimo ma non per ordine di importanza, il chiamare gli amici. Loro sono la chiave, ci consolano e ci fanno distrarre, si sa. Poi io scrivo anche invettive, poiché sono grafomane e la scrittura è terapeutica. Mi sfogo qui sul blog oppure scrivendo diagrammi e mappe concettuali amareggiate e dopo mi sento molto, molto meglio.

MA ATTENZIONE: occhio a sfogarvi sui social network o su blog letti da genitori-amici-parenti. Innanzi tutto perché quella/o potrebbe sempre andare a leggere ma soprattutto perché qualcuno potrebbe andare a riferirglielo e certe cose sono pure passibili di denuncia oramai. Senza contare la gente scassacazzo che inizia a farsi i fatti vostri e a porre domande scomode. Anche io che sono una fanatica del genere (dei social e non delle domande scomode, sia chiaro!) cerco di evitare, anche perché mi è capitato che un tipo simpaticissimo con cui uscivo mi ha augurato la morte e svariate malattie veneree via  Twitter e vi assicuro che non è carino, anche perché in fin dei conti a farci la figura del demente è chi augura queste cose, sapete bene perché.

Per riprendermi:

- Fare shopping: A volte mi basta pure uno smaltino per riprendermi, quindi sì, mi accontento di poco. Ricordate che “Le cose semplici sono le più belle” come diceva San Francesco.

- Mangiare Kebab e dolci americani (più in generale, quel che ci piace): cosa c’è di meglio di un kebab o di una cheesecake? Niente, appunto! O meglio, altre cibarie se vi piacciono. La cosa importante è non intripparsi troppo, poi qualche piccolo sgarro è sempre concesso.

- Lavorare: tenere la mente occupata alla fine aiuta sempre, anche se unitamente ad un cazzeggio simpatico, perché comunque la vita non è solo studio e lavoro.

- Divertirsi: perché ci manca solo che ci deprimiamo. Quindi via libera ad aperitivi, concertoni, ricchi premi e cotillon!

 E voi? Come vi consolate quando qualcuno vi lascia? (Ammazza che domanda allegra!) 



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