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Ritratto del “colpevole” che ha distrutto l’Italia

Creato il 26 luglio 2012 da Tabulerase

Ritratto del “colpevole” che ha distrutto l’ItaliaLo vedo in quel tavolo, capelli brizzolati, atletico e sorridente, calze strette sulle gambe e camicia bianca di ordinanza, Tod’s bene in vista.

Lo guardo curioso, vorrei ascoltare le sue parole suadenti che affascinano i suoi  commensali, vorrei godere anch’io della brillante attitudine che gli  consente di incunearsi senza timori in ogni angolo dello scibile umano. Con perizia le sue mani disegnano nell’aria la curva di Phillips, la sua inattualità e il modello monetarista di  Friedman, anche se tutto ciò che sa della scuola di Chicago è arrivato alle sue orecchie in una assolata mattina di primavera mentre un invasato alla radio predica la disobbedienza fiscale.

Lo ammiro mentre pontifica sulla giusta forma istituzionale che avrebbe dato, lui vecchio liberale, a questa sfortunata Repubblica e mi ingolosisco mentre, calice alto e sguardo acuto, ammira  il fine perlage del Satèn Millesimato Cà del Bosco, ne vanta i profumi e le delicate  fragranze che solo la sua sensibilità enogastronomica e un redazionale su Panorama gli hanno consentito di percepire senza tema di smentita.

Provo a seguirlo mentre slalomeggia a testa alta tra un confronto dell’Olanda di Neeskesns e la Spagna d iXavi, tra Proust e Piperno, Espressionisti e Bosch.

È stato funzionario di uno qualsiasi degli enti statali e parastatali prolificati in una mal interpretata applicazione dell’ortodossia keynesiana dove la crescita della spesa pubblica è stata l’unica passibilità di sviluppo rapido ed efficace dell’economia della Nazione in questi 35 anni che hanno gonfiato il nostro ventre molle di parassiti iperprotetti cui qualcuno deve pur pagare la settimana bianca.

 E’ stato un “libero professionista” e mai un professionista libero e  ha ritenuto normale, ovvio, giusto, decidere in assoluta autonomia che la sua aliquota irpef non dovesse superare il 15% perché in fondo “io rischio di mio e a fine mese mica ho la busta paga che cade dal cielo”. E dunque è giusto che il conseguente stress emotivo venga ripagato con una lauta mancia a carico di una collettività che ha sempre fatto finta di non vedere.

 E’ stato uomo d’impresa che ha educato i figli a comandare senza altra autorevolezza che quella derivante dal proprio retaggio, dimenticando che l’uomo che fu era conosciuto e rispettato per il proprio nome e non temuto per il proprio cognome.  Ha creato il suo impero di provincia sulla facile arte di tiranneggiare gli uomini sfruttando il loro lavoro a basso costo e l’umana paura di cercare altrove invece di guardare l’orizzonte ed insegnare ad ambire all’eccellenza della mente.

E’ stato designato ad amministrare la pubblica piazza e a rappresentarmi, nonostante la pochezza di spirito che non gli ha consentito di capire cosa dovesse edificare, nonostante la  miopia che non gli consente visione

E’ stato brillante giornalista-conduttore-opinion leader sempre pronto a demolire le deboli voci di chi cerca, timidamente, di fargli notare l’ovvietà del buon senso.

Ha tanti volti il Colpevole e un po’colpevole sono anche io che non ho ancora avuto il coraggio della mitezza, il coraggio di ridere dei comici che appiccano fuochi senza aver idea di cosa verrà fuori quando le fiamme lasceranno il posto alla terra bruciata.


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