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Rituali: sotterriamo la placenta

Da Francesca_82
E' che quando non lavoro sto con Marc, giustamente e comunque ne riparliamo della mia carriera di spia industriale e concorrenza spietata alla grande industria alimentare, per questo scrivo poco, oltre ad avere la mia lentissima connessione.
Abbiamo fatto una cosa molto bella, domenica mattina: finalmente abbiamo piantato la placenta, in giardino...ehm...nel pollaio...nono, nel frutteto che è anche un pollaio di 300 mq.
Abbiamo piantato un albero di melograno, simbolo della fertilità e dell'abbondanza, che poveretto, aspettava da mesi in un vaso e non c'era mai l'occasione giusta per piantarlo.
Ma è arrivata, in modo inaspettato.
La placenta era in freezer, insieme ai cubetti di ghiaccio e un brodo di verdure e venerdì ho notato un problema, tipo che si stava scongelando tutto, sabato ho capito che si è rotto il freezer e quindi domenica mattina ho tirato fuori il bene più prezioso e abbiamo guardato l'alberello di melograno e abbiamo detto: è il tuo momento!
Non è stato molto romantico come inizio, ma siamo riusciti a farlo con calma e con rispetto.
E siccome credo che tutto abbia un senso, sono contenta che il freezer si sia rotto adesso che Marc è abbastanza grande per capire e partecipare attivamente nella cerimonia. Credo che stessi aspettando questo momento: interrarla troppo presto avrebbe escluso Marc dalla partecipazione, dal momento dell'irrigazione e pure dal bacio alla fogliolina.
E quindi sì, una cerimonia vera e propria.
Per noi che siamo abituati a piantare 14mila porri in due giorni o raccogliere 300 cavoli in altri tre, la cosa poteva sembrare chissà noiosa, sempre piante sono, no? Sempre con una zappa e un innaffiatoio finiamo, pure la domenica mattina...
E invece mi sono pure emozionata.
Raul ha intonato il mantra alla vita dedicandolo alla placenta e al melograno (davvero è tutta farina del suo sacco):

Che la tua bellezza ci accompagni e i tuoi frutti ci nutrano in futuro Per ricordarci sempre chi siamo  da dove veniamo Con amore ti ringraziamo.
Io non sapevo cosa dire esattamente alla mia placenta, se non un grazie.
E' un organo importante, condividendo lo stesso genoma del bebé lo nutre e protegge per nove mesi e poi in ospedale buff...buttata nei rifiuti ospedalieri senza pietà.
Ma come? Nemmeno un grazie alla placenta?
Ho detto grazie alla mia placenta, a quella parte di me e di Marc che adesso continua a donare energia all'alberello. Il melograno poi non è un albero che cresce molto in altezza e questo era già un anno che aspettava il suo giorno, quindi chissà l'anno che viene potrà già donarci i suoi frutti che io adoVo.
Vi lascio quindi a queste immagini, che c'era un nostro amico che ci ha fatto il reportage.
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E così abbiamo chiuso il cerchio.
Marc è nato qua in casa e qua a pochi metri dal bagno abbiamo interrato la sua sorella placenta.
Direi che è pronto per andare in esplorazione del mondo, che il suo luogo dove tornare sa dov'è!  
                           *** Se anche voi volete conservare la placenta, sappiate che non è necessario dover partorire in casa: anche negli ospedali meno illuminati è possibile chiedere che non venga buttata via. Potete optare per un lothus birth, avendo l'accortezza di ricoprire la placenta con sale affinché si secchi adeguatamente e conservarla, una volta staccata, in un luogo fresco e asciutto. Altrimenti la potete congelare, come ho fatto io. Comunque il sale lo avevo messo perché non sapevo che avrei fatto bene, poi considerando che vivo in una casa con i muri impregnati di umidità, abbiamo scelto il freezer. Non sarebbe sopravvissuta all'inverno.
Quando arriva il Big Day, dovete scongelarla e/o lavarla bene.
Tra la placenta, che va sotto e le radici dovete lasciare circa 40 cm di terra o più perché la placenta potrebbe bruciare le radici dell'alberello.
Noi abbiamo scelto il melograno, simbolo dell'abbondanza e della fertilità. Anche se la cosa estaba reñida con l'olivo, altro albero che mi piace tantissimo.
E che l'Amore vi accompagni!

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