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Roberto recchioni detta i principi a cui attenersi per il "nuovo corso" di dylan dog

Creato il 01 giugno 2013 da Comixfactory

Dylan Dog
nella spettacolare interpretazione
di Massimo Carnevale


Sono trascorsi alcuni giorni da quando Roberto Recchioni è stato nominato curatore della testata di Dylan Dog, forse pochi per capire quale sarà la direzione che la testata prenderà nei prossimi anni (e credo che per leggere le prime storie della nuova gestione ci vorrà più di un anno) ma sufficienti per consentire all'autore romano di spiegare quali sono le direttive che vorrebbero fosse seguite sotto la sua direzione. Per farlo, Recchioni ha dato vita a una pagina Facebook dedicata all'indagato dell'incubo (pagina che trovate QUI) e ha esordito con un post intitolato Appunti di scrittura che vi riporto si seguito.
"Premessa importante: non è mia intenzione, o intenzione di Tiziano Sclavi, o intenzione della Sergio Bonelli Editore, venire a insegnarvi come si scrive. Siete tutti professionisti, siete tutti in forze alla seconda testata a fumetti più venduta d'Italia e questo, oltre che un onore, è un attestato di qualità. Le note che troverete qui di seguito hanno solo lo scopo di indicarvi in che maniera ci piacerebbe vedere concepite e scritte le storie dell'Indagatore dell'Incubo, nell'ottica di riportare il personaggio al dinamismo degli esordi. Prendetele come un un invito, un suggerimento e una direzione generale. Non prendetele come dei dogmi inviolabili. Di tutto si può discutere e parlare. Su tutto ci si può confrontare. Anzi, siete invitati a mettere in discussione tutto e a proporre il vostro punto di vista. 
E questo ci porta al primo punto: 
OSATE 
Non abbiate paura di mandare soggetti coraggiosi e rischiosi. Il peggio che possa succedere è che vi si dica di no. Non è un dramma e non è una cosa che comprometterà in alcun modo la stima e il rispetto che proviamo per voi. Nella peggiore delle ipotesi, perderemo del tempo. Nella migliore, avremo modo di realizzare storie interessanti ed emozionanti.
Non basatevi su quello che oggi sapete sulla Sergio Bonelli Editore. Su quello che si può fare e su quello che non si può fare. Ci sono cose che si possono fare e cose che non si possono fare? Sì e no. 
Ci sono argomenti molto spinosi che richiederebbero un lavoro estremamente complesso per poter essere trattati nel contesto di una testata a tiratura nazionale e dall'indole popolare e che rischierebbero di perdere d'efficacia in quel contesto (penso a cose come pedofilia, la violenza sui bambini, devianze sessuali particolarmente estreme e cose di questo tipo) e che, proprio per questo, forse varrebbe la pena di evitare. Ma se avete in mente la storia scomoda della vostra vita e avete anche in ente la maniera giusta in cui raccontarla, non fatevi spaventare da questo.
Proponetela. Confrontiamoci. Litighiamo, se necessario. Non sono il tipo da confondere una discussione creativa con qualcosa di personale o professionale. Dylan Dog è un personaggio che vive quando si rischia qualcosa. Di gialletti senz'anima anche se fatti con mestiere, di storielle anemiche, di raccontini rassicuranti non sappiamo cosa farcene.
Tex è un personaggio che deve rassicurare il lettore e dargli delle risposte. E va benissimo così perché quella è la sua natura e quello è il segreto del suo successo. 
Dylan Dog è un personaggio che il lettore lo deve inquietare. Lo deve fare sentire a disagio. Lo deve mettere scomodo. Dylan è un personaggio che fa le domande. Le risposte non gli competono e non gli devono competere. Non dobbiamo rassicurare nessuno. 
Dobbiamo emozionare. Spaventare. Fare ridere. Disgustare. Dobbiamo dare tutto al lettore e poi toglierglielo, lasciandolo a implorare di averne ancora. Se un soggetto non vi diverte, o non vi coinvolge, o non vi costa nulla, o non vi commuove, o non vi esalta... ecco, in quel caso, e solo in quello, non mandatelo neppure. Il professionismo non basta. Ci vuole il cuore. E magari anche qualche goccia di sangue".

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