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Romanzieri superiori

Da Marcofre

Ebbene sì: ci sono romanzieri superiori. Ma questo si sa. Basta leggere (questo è qualcosa che pochi hanno il desiderio di fare), e leggere bene.

Il buon Dostoevskij è uno di costoro. La sua capacità di calarsi nei panni di diversi personaggi, che hanno idee lontane dalle sue, è la prova non solo di maestria e mestiere.
Bensì di talento.

Vecchio discorso quello del talento. Probabilmente non è possibile definirlo in maniera univoca, ma se si è abbastanza bravi e intelligenti, quando lo si incontra lo si riconosce a prima vista. E non resta che ammirarli.

Si può imparare qualcosa da costoro? Si capisce; altrimenti per quale ragione leggere? Dostoevskij insegna che il romanzo segue delle linee guida. Vero, non si è obbligati a rispettarle, anche perché se si tratta di… linee guida, non c’è alcun obbligo.

Si legge una certa pagina e si capisce qualcosa su come costruire la descrizione di un ambiente. Un palazzo con la sua umanità. Una strada con le persone che passeggiano.

Brutta bestia il talento. Parola da usare con cautela perché separa. E visto che l’omologazione e la mandria sono gli obiettivi, anche solo usare questa parola attira critiche. E ne attirerà sempre di più in futuro, perché alla sua luce si scoprono mediocrità e sciatteria.

Se per caso possiedi un talento, preparati a combattere.


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