Rugby femminile: Gerundi demolite, ma solo sul tabellone (by Stefano Schwetz)

 

Foto by Stefano Schwetz.

Dura la vita delle matricole, in qualsiasi disciplina. Dopo un paio di anni di militanza in coppa Italia (rugby a 7) la giovane squadra delle Chimere (femminile della Gerundi rugby, militante nella serie C nazionale) si è affacciata alla serie A. I primi due incontri sarebbero stati, in termini di punteggio, devastanti per chiunque non avesse ben chiaro che si può imparare a camminare in vari modi, anche trovandosi spesso con il sedere per terra. Basta rialzarsi e continuare a provare. Dopo la trasferta in casa del Riviera di Brenta, terminata anzitempo per mancanza del numero minimo di giocatrici, le Chimere al debutto sul loro campo hanno ricevuto il XV del Monza rugby. Una barca a vela queste Chimere, contro due corazzate, il paragone più o meno calza. E infatti il deficit sul tabellone in entrambe le occasioni si è dimostrato devastante. O meglio, lo sarebbe stato, se le ragazze fossero di una pasta diversa, se avessero scelto un altro sport. Il rispetto dimostrato da queste ragazze per se stesse, per le proprie compagne e le avversarie è stato una grandissima dimostrazione per tutti quelli che hanno avuto la possibilità, chiamiamola fortuna, di poterle vedere in azione.

Mai nel corso della partita le 30 ragazze in campo hanno smesso di impegnarsi al 100%. Il punteggio rispecchia l’esperienza e l’organizzazione (Monza vanta varie convocazioni in Nazionale, le Gerundine sono quasi tutte alle prime esperienze), il divario tecnico tra le due compagini è enorme. Come l’entusiasmo e la voglia di migliorarsi che abbiamo visto. Il lavoro da fare non sembra spaventare queste atlete, e se camminare in salita è faticoso, è un ottimo esercizio per farsi le gambe. Ad ogni incontro affronteranno a viso aperto l’avversario di turno – Lodi questa domenica incontrerà in trasferta l’altra matricola Cus Torino, Monza ospiterà al vertice il Riviera di Brenta – senza chiacchiere, e senza chiedere nè ottenere sconti a nessuno. Durante la partita. Prima e dopo, è un altro discorso…