Magazine Cultura

Ruggine

Creato il 03 novembre 2011 da Alekosoul

Ruggine - MassaronLa Ruggine di Stefano Massaron è una brutta infezione della mente e dell’anima, che passa, come un virus, radicandosi da una persona all’altra, da un tempo all’altro, mutevole ma sempre uguale a se stessa, nella sua capacità di evocare e materializzare angoscia, dolore, ricordi e ossessioni.

Scrittore della fu Gioventù Cannibale, Massaron ci precipita in un livido inferno suburbano, in cui protagonista assoluto è il degrado, urbanistico/ambientale, degli Alveari, ecomostri al pari delle Vele e dei mille altri fantasmi di cemento e ferro, che affollano l’Italia.

Ma Ruggine tratta soprattutto di degrado sociale e umano, raccontando la perdita dell’innocenza dei giovani bambini degli Alveari, nella torrida estate del ’77, improvvisamente di fronte a un orrore più grande di loro, l’inquietante figura del dottorboldrini, orco del tempofermo che violenta/tortura/uccide le bimbe dalle quali cerca inutilmente di rubare bellezza, innocenza e candore.

La trama fin qui accennata è piuttosto semplice e lineare (debitrice di molta thrilling fiction d’oltreoceano), pur alternando i tre tempi narrativi del presente (il 2003 dei bambini, Sandro e Cinzia, diventati adulti con macerie nel cuore), il passato (la fatidica estate del 1977, i capitoli più corposi, meglio scritti e più significativi) e l’angosciante tempofermo del pedofilo assassino (tradotto con una prosa schizofrenica, violentemente esplicita e disturbante).

Il romanzo di Massaron si basa sulla totale e apparentemente gratuita esposizione del dolore, della violenza e del degrado, per rappresentare una realtà che non risparmia niente, ai bambini che ne sono involontari protagonisti, ragazzini di borgata loro malgrado spinti a una vita borderline, segnata irrimediabilmente dalla sofferenza e dalla mancanza delle tutele più elementari.

Purtroppo uno scenario del genere è tutto tranne che iperbolico o eccessivo, e se di per se la lettura di un romanzo non può cambiare di molto la considerazione tangibile delle istituzioni e della società civile verso le problematiche dell’infanzia, di certo può quantomeno contribuire a portare all’attenzione mediatica dinamiche ed eventi scioccanti e inaccettabili, nella loro cruda semplicità e riproducibilità. Un pugno nello stomaco, giustificato dall’urgenza espressiva del tema evocato.

In questo sensola Rugginedel titolo è sicuramente quella delle periferie abbandonate delle nostre metropoli, ma è soprattutto inquietante metafora dello stato di abbandono e incuria della nostra società, un collective unconscious programmato per dimenticare, chiudere gli occhi, arrugginire in un’infinita serie di giornate che iniziano e finiscono con sbadigli di noia e di stanchezza.

Un libro aggressivo e divorante, che (si) consuma velocemente, come una febbre, lasciando dietro di se un residuo ferroso e una patina rossastra.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine