Rundskop (a.k.a. Bullhead)

I.  linea di confine (carne): sinossi sui generis
l’opera analizza il momento in cui la micro-criminalità- composta da uomini superficialmente in tutto e per tutto uguali ai passanti che vediamo ogni giorno in strada- inizia a fare sul serio. ad esempio, commettendo un omicidio. e non l’omicidio di un pinco pallino qualsiasi- non un contadino, un operaio, un immigrato: gente di cui, si sa, non importa niente a nessuno, tantomeno alle autorità- ma quello di un poliziotto, un investigatore. è a questo punto che si va in crisi: sfiducia, rancori, piccoli raggiri, manipolazioni più o meno velate, scontri a viso aperto, infine, ricordi. ricordi che fanno star male- sia chi li ha vissuti sulla propria pelle che chi li ha testimoniati- e che, dopo esser stati celati da anni di silenzio, riesplodono prepotentemente.
II.  Minotauro (ormoni)
Jacky ha un collo taurino, lo sguardo sbilenco eppure infuocato, due braccia rubate all’agricoltura ma che andrebbero benissimo per il culturismo. è lui a rimanere coinvolto nei giochi dei grandi di cui sopra; per una tragica, irresistibile ironia si tratta proprio di traffico di ormoni (per animali da allevamento), ormoni dai quali è totalmente (e fisicamente, in senso medico) dipendente. non può farne a meno. il destino (la fortuna?) con la faccia scombinata di un ragazzino demente gli ha voluto fare un brutto scherzo, quand’era ancora un bambino. purtroppo, però, non si tratta di qualcosa di passeggero. è una ferita che rimane. come il ricordo, che Jacky cerca di oscurare con la fisicità guadagnata dal contraccolpo ma che si ostina a venir fuori ugualmente, alla prima occasione buona. rievocato dal volto gentile di una profumiera, oppure da quello ebete dell’omosessuale morboso Diederik, amico d’infanzia e testimone del fattaccio. oppure era già scritto che sarebbe successo: l’irruenta, famelica lotta nell’ascensore è il punto alla fine della storia iniziata quando era solo un bambino e giocava nei campi del Limburg.

titolo originale: Rundskopun film di Michael R. Roskam2011