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RWC2011: All Blacks campioni con l'acqua alla gola, Francia a testa alta

Creato il 23 ottobre 2011 da Rightrugby
RWC2011: All Blacks campioni con l'acqua alla gola, Francia a testa alta Rugby World Cup Final - Auckland
New Zealand 8 - 7 France 

Alla fine, è andata come ci si attendeva: con la Nuova Zelanda campione del mondo dopo 24 anni di attesa. Sì, ma con un'isola che ad un certo punto ha cominciato a declinare leggermente verso il mare: un po' come quando esce il fiume e ci si ritrova la cantina allagata. Il resto dell'abitazione è salva, ma bisogna prendere scope e altro per spazzare via l'acqua. La Rugby World Cup 2011 se l'aggiudicano gli All Blacks battendo in finale la Francia per 8-7. Match punto a punto (qui il tabellino, qui gli highlights) quello che ci eravamo augurati alla vigilia, salvo il fatto che i padroni di casa si auguravano in cuor loro di non tremare così tanto, che ok si alza al cielo la Webb Ellis Cup, ma senza il petto in fuori e con lo sguardo all'altezza degli avversari, che sfidano la Kapa O Pango avanzando compatti e stretti l'uno all'altro. 

Les Bleus in finale per qualcuno erano un insulto. Gli ottanta minuti di oggi dicono il contrario: i galletti tra il 45' e il 70' nascondono il pallone alla truppa di Graham Henry, costringendola a rimanere spesso e volentieri nella propria metà campo. I baffi di Marc Lièvremont lasciano comunque il segno della Z di Zorro sulla magliette tutte nere. Però, a conti fatti, è capitan Richie McCaw quello che alza la coppa. 

La cronaca. Punteggio basso (siamo all'ultimo spettacolo, la posta in palio è troppo alta, i fronzoli sono riservati ad altre occasioni). Dopo sei minuti, Piri Weepu potrebbe aprire le marcature: l'arbitro sudafricano Craig Joubert fischia un fuorigioco a Morgan Parra fuori dalla ruck. Il mediano neozelandese cicca il primo dei suoi calci: farà 0/3, per un totale di otto punti lasciati in sospeso. La Francia manovra, poi adotta il piede per spingere gli avversari nei loro 22. Li imita Ma'a Nonu con una bella pedata dopo i primi dieci minuti. E' al 12' che cominciano a verificarsi i fatti che contano.

Parra è costretto ad abbandonare la battaglia dopo che McCaw gli rifila una ginocchiata (più volontaria che altro) infilandosi in ruck. Fa il suo ingresso Francois Trinh-Duc. Parra proverà a rientrare qualche istante più tardi, ma la botta allo zigomo e appena sotto l'occhio è troppo forte per restare in campo. 
Al 14' arriva la prima delle due mete dell'incontro. E' di fatto la prima vera volta degli AB nei 22 francesi, grazie ad un penalty calciato da Weepu in rimessa. Sul lancio di Keven Mealamu, Jerome Kaino fa da sponda in aria per il pilone Tony Woodcock che un'autostrada davanti entrando dritto nel corridoio lasciato scoperto dagli avanti transalpini e va a schiacciare l'ovale a terra. La Francia si lascia beffare, Weepu non raddrizza il piede per la trasformazione: è 5-0, il risultato che accompagnerà le due nazionali negli spogliatoi. 
Si susseguono gli handling errors su entrambi i fronti, ma in compenso capitan Thierry Dusatoir guida i suoi nella battaglia del breakdown. Composto, profilo basso, pragmatico, di stile: il flanker si porterà a casa il titolo di Man of the match (pur da sconfitto) e si meriterebbe a questo punto un altro riconoscimento di alto livello. Imanol Harinordoquy gli fa da spalla, Julien Bonnaire rimane punto di riferimento in rimessa. Brad Thorn e Kieran Read han da sudare. Weepu intanto ne sbaglia un altro. Sul versante tuttonero, Israel Dagg si presta a secondo regista, con Aaron Cruden che attacca spesso la linea difensiva davanti a lui e pagherà lo scotto di un brutto infortunio al ginocchio al 34': un altro Numero 10 fuori, è il momento di Stephen Donald, la riserva della riserva della riserva del titolare Dan Carter
Lo zero nel casellario francese non si schioda a quattro giri di lancette dall'intervallo, dopo che Trinh-Duc tenta un drop. La partita è del tutto aperta e tutto a vantaggio degli sconfitti in partenza: rimangono alle calcagna e visto come annusano la paura che lentamente si fa strada tra gli AB, la seconda frazione si annuncia per quella che sarà.

Secondo tempo. Perché d'accordo che la finale trova un nuovo protagonista, quel Donald che al 45' allunga oltre il break (8-0) con la palla che fa pelo e contropelo al palo. Ma due istanti prima, Trinh-Duc aveva avuto l'occasione di accorciare (per la serie: vediamo chi segna per primo e si potrebbero capire molte cose) dopo una percussione di Aureliene Rougerie nei 22 opposti.
Discorso a parte per il biondone che fa coppia di centri con Maxime Mermoz: Conrad Smith lo si nota proprio per un autoscontri con Rougerie, con il primo che riporta la peggio, altrimenti è invisibile. Nonu tenta di sfondare il muro, ma i dirimpettai che ha davanti in quella parte di campo chiudono la porta e ci mettono pure il catenaccio. La porta della cantina è sigillata e da sotto comincia entrare acqua.
Entra Damien Traille per Vincent Clerc. Les Bleus mettono le mani sull'ovale e non le levano più. Weepu offre loro un aiuto inatteso: con il pallone che danza fuori da una ruck, si mette a far scavetto con il piede e innesca Trinh-Duc appena fuori dai suoi 22. La frustrata francese si rafforza con gli interventi dei pezzi grossi alla William Servat, si passa da una parte all'altra del campo finché Dusatoir non trova il varco giusto e schiaccia sotto i pali. Arriva la trasformazione, è +1 All Blacks quando manca mezz'ora. 
Il mediano di casa perde spegne il cervello (il drop di ripartenza finisce fuori diretto), lo sostituisce Andy Ellis. Entrano anche Andrew Horne al tallonaggio e Ali Williams per Sam Whitelock. I neozelandesi provano a muovere palla per più fasi, non vanno da nessuna parte anzi indietreggiano. La mischia scricchiola un po', la rimessa laterale non ha il timing che occorre per assicurarsi il possesso. Non è tempo di champagne, ma di spostare le tende nella metà campo nemica e i francesi ci riescono. Si entra nell'ultimo quarto con la Francia a rincorrere e il pallino del gioco. Lièvremont aggiunge forze fresche come Dimitri Szarzewski e Fabien Barcella in prima linea e Julien Pierre in seconda. Henry nel suo gabbiotto sbuffa e spera che la diga difensiva neozelandese non ceda da un attimo con l'altro.
E al 64' Joubert fischia un altro fallo alla mischia AB sulla metà campo. Trinh-Duc ci prova dalla distanza, l'ovale non arriva a destinazione. L'isola rimane incrinata, ma l'acqua comincia a defluire. SB Williams va a sostituire Nonu. E Jean-Marc Doussain, 20 anni, registra il debutto da mediano di mischia per la nazionale francese in una finale di Campionato del mondo, prendendo il posto al 75' di Yachivili. Non male. 
Tant'è che si entra negli ultimi dieci minuti e il risultato non è cambiato e non cambierà più perché a quel punto McCaw leva le castagne del fuoco andando a conquistare un possesso in ruck. Si becca il benservito da Dusatoir che lo ripaga dell'intervento su Parra. Poi Harinordoquy viene colto mentre gioca un'altra ruck da terra e gli All Blacks risalgono il campo di punizione in punizione. A Ellis basta calciare fuori dopo la rimessa portata a terra perché il tempo è scaduto e la festa, dopo 24 anni, deve riprendere. 

L'isola sorride, i giocatori si abbracciano e gli incubi sono scacciati. Le celebrazioni che seguono sono il modo migliore per sgomberare la cantina allagata fingendo che sia andato tutto bene. In parte è così: la Nuova Zelanda è sul tetto del mondo ovale non solo per conti di ranking, ma per trofei messi in bacheca. Un bel sospiro di sollievo, dopo essersi ritrovati con l'acqua alla gola. 

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