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Sallusti va alla guerra

Creato il 05 agosto 2013 da Giuseppe Lombardo @giuslom
A Sallusti non fa difetto la coerenza, né il cinico calcolo della personale utilità. Nel difendere a spada tratta il suo editore, non già da un’accusa di per sé opinabile, ma da una sentenza definitiva seguita a tre gradi di giudizio, il graziato ricorre all’armamentario della futile demagogia, nel tentativo di blandire quei lettori che, oltre ad essere tali, risultino indiscutibilmente militanti italoforzuti.Le poche migliaia di persone riunitesi ieri al capezzale del Gran Capo diventano così “decine di migliaia”, soggetti e parti attive di un’adunata oceanica che si è conclusa in vecchio stile sotto il balcone del leader. Uomini e donne che “hanno rinunciato a qualche ora di vacanza e si sono sobbarcate ore di viaggio per far sentire la loro voce”. Peccato che nessuno fosse fuggito dal solleone dell’italica Abissinia, altrimenti lo stile del fondo sarebbe stato gonfiato ad arte con una maggiore dose di fanatismo enfatico. Del resto la forma richiama alla memora i dispacci dell’Agenzia Stefani, la quale – però – gongolava per le imprese del Duce quando ancora questi non veniva definito “il buffone di Roma” (copyright per Silvio da parte del Financial Times).

In tale frangente il richiamo alla guerra civile è insito nel corpo dell’editoriale: chi ieri non ha sfilato per l’onore dell’Impero, ha superato i limiti, ha oltrepassato la linea tracciata nella sabbia che separa i rivali dai nemici. I ministri, correi del sistema ed in ostaggio al mero tatticismo, dovrebbero auto-fustigarsi per espiare il proprio male: aver perso palesemente il contatto con la realtà, con una base elettorale che – stando alle parole di Sallusti – sarebbe disposta a tutto pur di garantire l’impunità del Cavaliere. Ma c’è un’altra colpa che può ricadere su chi immeritatamente detiene a destra le redini di un dicastero: quella di non aver fermato, ostacolato o pubblicamente denunziato “l’ennesima operazione da Stato di polizia con blitz della Guardia di Finanza nei locali delle principali località turistiche italiane la notte del 3 agosto”. Perché evadere non è un reato; nel magico mondo di Arcore è, semmai, un moto dell’anima.G.L.Sallusti va alla guerra

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