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San martino del carso, di giuseppe ungaretti.

Da Antonio Ragone @AntonioRagone
SAN MARTINO DEL CARSO, DI GIUSEPPE UNGARETTI.
SAN MARTINO DEL CARSO

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
(Giuseppe Ungaretti)
È un paesaggio di guerra, un brandello di muro che richiama i brandelli dell’uomo. Sono le case che sanguinano insieme ai loro abitanti. Non si vive più da nessuna parte, la solitudine si fa spazio ed emerge nell'assenza totale dei contatti umani. È il cuore del poeta che salva il mondo, più sofferente della sofferenza esteriore, perché nel mio cuore nessuna croce manca. Il cuore è il paese più distrutto dalla guerra. Sono il dolore e la tristezza a costruire un Paese nuovo proprio nel momento più amaro della solitudine e dell’abbandono. È il luogo più sublime dell'uomo, il centro supremo, nel cuore del cuore, dove l'uomo si fa Uomo.
L’immagine di un paese distrutto dalla guerra, San Martino del Carso, è per il poeta l’equivalente delle distruzioni che sono celate nel suo e mio cuore. San Martino è un paese straziato, più straziato è il cuore del poeta. Così, eliminando ogni descrizione e ogni effusione sentimentale, Ungaretti riesce a rendere con il minimo di parole la sua pena e quella di tutto un paese, e dà vita ad una poetica tutta nuova che inciderà fortemente e inevitabilmente sull’intera poesia del novecento italiano e su quella attuale.

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