Sanremo. Fiori, musica ammore e mandolino.
Eppure ieri sera, nello show più nazional popolare che possa esistere in Italia, un tabù è venuto meno. No, non mi riferisco ai due ragazzi gay che dichiaravano il proprio amore. E neppure ai fischi rivolti a chi fa satira.
Ieri sera, nel "festival dell'unità nazionale" (Mario Monti 11/02/2013), tra il serio e il faceto qualcuno ha fatto finalmente notare che siamo figli di un'unità nazionale, nei fatti inesistente.
Così Maurizio Crozza, nel suo intervento sul palco dell'Ariston: " Italia? Ingovernabile dal 1861" ed ancora "Noi siamo tenuti insieme con lo sputo".
E' la storia dell'Italia divisa in comuni, regni e repubbliche marinare. Così diversi (e forse funzionali proprio nella loro eterogeneità), così carichi di pregiudizi gli uni verso gli altri, che lo stesso Crozza si chiede proprio abbattendo l'ipocrisia da volemosebbene e da retorica risorgimentale : "ma tu sei il re del Piemonte? E governa il Piemonte...perchè vai in Sicilia?".
E già caro Crozza, ce lo siamo chiesti anche noi, trovando risposta nel default finanziario proprio del Regno sabaudo all'alba della invasione del Mezzogiorno.
E se consideriamo che una forza xenofoba e secessionista ha governato (governa e probabilmetne governerà ancora) questo paese ci rendiamo ancor di più conto della grande contraddizione che da 152 anni viviamo. Fatta di storie mai raccontate, di martiri mai commemorati, di stragi taciute e di lager ostinatamente negati. Di pregiudizi e di insulti che mortificano al solo scopo di mietere più voti (ed arricchirsi). "Una nazione mai accatastata".
Dal minuto 12:15 l'intervento in questione: