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Sara e Sabrina: il giallo di Avetrana

Creato il 18 ottobre 2010 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Sara e Sabrina: il giallo di AvetranaLa funzione della televisione è principalmente legata all’informazione è  la nostra “finestra sul mondo” ed in effetti al mio rientro dopo alcuni giorni lontana dalla quotidianità, mentre cerco di alleggerire  l’azione del ferro da stiro grazie al  suono della parole che la Tv emette, ecco la notizia scioccante che mi ricollega concretamente  al fatto di cronaca che ci ha colpiti ultimamente.

Pomeriggio 5, il programma di informazione ed intrattenimento a cura della testata giornalistica Videonews, diretta da Claudio Brachino e condotto da Barbara d’Urso, indaga sulle dinamiche familiari che legano morbosamente l’assassino di Sarah e sua figlia Sabrina. Si va dalla gelosia alla rabbia che sfocia nell’odio, nell’incesto familiare e nella ferocia del gesto operato dal padre. Gelosia verso un rapporto esclusivo dove Sarah è un ostacolo e dove la violenza sessuale, forse è l’atto che  spezza tutto. Un intrigo ancora da sciogliere. L’ultimo tradimento. Nuovi dubbi e inedite rivelazioni sul caso Sarah Scazzi: alla luce degli ultimi risvolti nelle indagini e dopo l’interrogatorio ai danni della figlia di Michele, Sabrina Misseri, si torna a parlare dei misteri che ancora avvolgono l’omicidio di Avetrana.

Sara e Sabrina: il giallo di Avetrana
Oggi Sabrina è indagata per concorso in omicidio.

Lei la cugina, la migliore amica, l’esempio da emulare, un rifugio per le confidenze a cui aprire il cuore e alla quale si chiede comprensione e protezione. Sarah e Sabrina, tanto è stato detto in questi giorni, ma nessuno avrebbe ipotizzato che il tradimento arrivasse proprio da lei, la persona di cui Sarah  si fidava di più.

Tutti vorremmo chiudere le orecchie…Avetrana è piena di dubbi, un paese lacerato da questa ultima svolta nell’inchiesta, un paese sotto choc, nessuno più capisce dove sia la verità.  Da intercettazioni ambientali emergono le bugie di Sabrina  e le incongruenze delle  testimonianze rilasciate.

Le domande si susseguono: perché il padre coinvolge la figlia? Perché

Sara e Sabrina: il giallo di Avetrana
ingloba in questa vicenda proprio Sabrina e salva l’altra metà della famiglia?  Utilizza tutte le chances verso l’infermità mentale? Quali sono le motivazioni profonde che fino ad ora sono state taciute? In questa tragedia senza fine risulta evidente una componente relazionale tra donne e uomini e non tra membri di una famiglia, atteggiamenti di seduzione, rivalità, complicità e silenzi. Vittime o complici?

Una tragedia dolorosa alla quale si aggiunge un dato sconcertante, il clamore di questo caso ha suscitato anche una morbosa curiosità, centinaia di persone si muovono in pellegrinaggio verso la meta: la casa di Misseri. Un via vai incessante di esseri umani che vogliono partecipare al dolore o semplicemente  fare una passeggiata, in gita davanti al luogo della morte, una foto con il telefonino.  Azioni che rispondono ad esigenze di curiosità e alla voglia di essere dentro la cronaca, per vedere di persona l’orrore in prima fila,  protagonisti solo perchè si è lì, perchè si va al funerale o si danno dichiarazioni più o meno sentite.

Sara e Sabrina: il giallo di Avetrana
La televisione in questo caso,  ha decisamente contribuito alla risonanza mediatica ma quello che viene evidenziato dal grande numero di curiosi  è un gusto cinico, insensibile, una sorta di  distorsione del concetto di “vero e falso”.

Non ci troviamo dentro ad un video gioco, dove si ammazzano figure inconsistenti per guadagnare  punti o sulla scena di un film dove il voyeurismo è sicuramente innocuo, questa è vita vera, c’è una vittima di appena 15 anni, una madre, degli amici, dei familiari da entrambe le parti che soffrono, c’è un legame affettivo distorto, violenza.

Diventa assolutamente  necessario fermarsi e riflettere su questa caduta di civiltà e su quali siano i valori etici della nostra società al fine di ricostruire un tessuto emotivo in grado di distinguere tra realtà e finzione, un distacco che  discretamente consenta di restare in  disparte per lasciar ricompattare gli animi.

 


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