Magazine Viaggi

Sardegna Visita al Parco del Gennargentu e Golfo di Orosei

Creato il 05 ottobre 2013 da Yellowflate @yellowflate

Visita al Parco Nazionale del Gennargentu e Golfo di Orosei Una visita al Parco Nazionale del Gennargentu e Golfo di Orosei  è un’occasione da non perdere per il turista che vuole scoprire un’altra Sardegna, che conserva gelosamente le sue tradizioni e la sua storia.

Il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e Gennargentu, nella provincia di Nuoro, è parco terrestre e marino considerato da molti il più bello e il più selvaggio dei parchi nazionali dei parchi nazionali italiani. Esso comprende il più importante sistema montuoso della Sardegna con i versanti che discendono fino ai litorali della costa orientale dell’Isola. Oltre al Gennargentu, che con la Punta Lamarmora raggiunge la vetta più alta della Sardegna e il selvaggio Supramonte, è un estensione ricca di acque sotterranee e caratterizzata da un paesaggio tormentato e fantastico. Tra i siti più belli di questo stupendo parco va menzionato il Supramonte di Oliena e la valle di Lanaittu; il Supramonte di Orgosolo; la sorgente carsica di Su Gologone. E ancora il canyon di Su Gorropu, con pareti alte sino a 450 m; la dolina di Su Suercone, una stazione di tassi secolari, cavità e voragini; le grotte Su Bentu e Sa Oche, il golfo di Orosei, che dal Supramonte si estende a Cala Gonone a Santa Maria Navarrese  in un mare limpido di smeraldo.

L’ampia zona del Parco è decisamente selvaggia e affascinante, poiché presenta scenari taglienti, aspri e inconfondibilmente segnati dall’azione incessante del tempo, dell’acqua e delle condizioni atmosferiche.
Non mancano i pascoli, i boschi e la vegetazione fluviale, che accompagna il percorso di stupendi torrenti. Questa è la terra del muflone, del cervo e del daino, con  specie rare di volatili come, l’aquila reale e il falco pellegrino, ma anche animali caratteristici di questa zona, come la pecora selvatica dalla forti corna a spirale.

Numerosi sono i percorsi suggestivi all’interno del perimetro del Parco sia sotto il profilo paesaggistico, ambientale e storico-archeologico.
Durante queste gite non manca, inoltre, la possibilità di fare una pausa in un particolarissimo punto di ristoro tipico della zona: il pinnettu , tradizionale rifugio dei pastori, fatto di legno e fronde. Formaggio fresco e stagionato, pane carasau, salumi locali e un bicchiere del  robusto Cannonau, sono le specialità che si gustano in questi luoghi.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine