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Say do you remember dancing in september

Da Eraserhead
Say do you remember dancing in septemberCredo in poche cose, ma in settembre ci credo. Sempre, ogni cazzo di anno.
Credo nelle sue piogge, nelle nuvole del settentrione, nell’aria fredda della notte, nel vento secco del giorno, nel sole ancora caldo, però diverso (sembra più stanco!), di quello estivo.
Settembre riattiva gli ingranaggi dei libri come degli uffici, e della vita, credo. Perché ormai dell’estate, anzi, all’estate non c’è da fare affidamento. Tutto quello che volete, il mare le vacanze e via dicendo, però è fasulla, è un trip che disattende puntualmente le aspettative createsi durante l’inverno.
Non so voi, ma sono anni che la triade giugno-luglio-agosto mi fagocita in una routine anestetizzante: svegliatardimareseraescisvegliatardimareseraescisvegliatardimareseraesci.
No, non aspetto impaziente il freddo, né invoco le corte e deprimenti giornate di un inutile febbraio, voglio solo ricominciare, ripartire, alzarmi presto per seguire delle noiose lezioni, per andare a lavorare quando il Creatore me ne dà la possibilità, e settembre mi ci fa credere sempre, ogni volta.
Che poi a parte il clima non cambi sostanzialmente nulla è un altro discorso, ma lasciatemi sperare un pochetto per favore.

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