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"sblocca italia", passi (anni luce) indietro per ambiente ed energia?

Creato il 19 ottobre 2014 da Alessandro @AleTrasforini

Sul cosiddetto Decreto " Sblocca-Italia" ne sono state dette, scritte e lasciate passare molte argomentazioni, anche differenti le une dalle altre.
Le ragioni che si nascondono dietro a questo soprannome, capace una volta di più rispetto alla tradizione italiana di radicalizzare un concetto impiegando una sigla impropria, sono chiare sin dalla prefazione al corpus legislativo in oggetto:

"[...] ritenuta la [...] necessita' e urgenza di emanare disposizioni per accelerare e semplificare la realizzazione di opere infrastrutturali [...], nonche' per favorire il potenziamento delle reti autostradali e di telecomunicazioni e migliorare la funzionalita' aeroportuale;
ritenuta [...] la straordinaria necessita' e urgenza di emanare disposizioni in materia ambientale per la mitigazione del rischio idrogeologico, la salvaguardia degli ecosistemi, l'adeguamento delle infrastrutture idriche e il superamento di [...] situazioni di crisi connesse alla gestione dei rifiuti, nonche' di introdurre misure per garantire l'approvvigionamento energetico e favorire la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali;
ritenuta infine la [...] necessita' e urgenza di emanare disposizioni per la semplificazione burocratica, il rilancio dei settori dell'edilizia e immobiliare, il sostegno alle produzioni nazionali attraverso misure di attrazione degli investimenti esteri e di promozione del Made in Italy, nonche' per il rifinanziamento e la concessione degli ammortizzatori sociali in deroga alla normativa vigente al fine di assicurare un'adeguata tutela del reddito dei lavoratori e sostenere la coesione sociale; [...]"

Si dovrebbe pertanto essere davanti, a parole, ad un Decreto Legge ( apparentemente) pensato per riabilitare il futuro italiano mediante radicali provvedimenti volti a tutelare e migliorare il del territorio mediante una grandissima forma di provvedimenti coordinati e rivolti a più tematiche contemporaneamente: semplificazione e potenziamento infrastrutturale, miglioramento delle reti di telecomunicazione, mitigazione del rischio idrogeologico ed ambientale, adeguamento delle infrasturtture idriche, rivisitazione delle normative afferenti al ciclo di rifiuti, introduzione di misure "innovative" nel campo delle politiche energetiche, investimenti nel settore dell'edilizia, [...].
Da una prima impressione, è ( purtroppo) molto facile ipotizzare che la definizione di provvedimenti capaci di sintetizzare un gran numero di argomenti come questi possa portare ad un caos e/o ad una sottovalutazione di aspetti legati alla " solite" tematiche: ambiente, energia, sostenibilità ambientale, mobilità sostenibile, [...]. Queste sono infatti le prime voci che, purtroppo, potrebbero finire per subire danni perseguendo una certa fretta legislativa di operare. Impiegare questi settori per innescare tentativi ( ulteriori, quelli fatti fino ad ora non hanno evidentemente sortito gli effetti sperati) di ripresa economica è una missione che è ( purtroppo) facile definire piuttosto complessa ed articolata.
E' difficile procedere senza fare danni, per scriverla il più breve possibile.
Fare danni in maniera permanente ( o quasi), solo per ( provare a) sbloccare l'Italia.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, nel Decreto in esame vi sono alcuni punti su cui le attenzioni vanno ottimamente direzionate, indirizzate ed articolate: informarsi per evitare che certi provvedimenti vengano presi a discapito di generazioni ed italiani futuri, appunto.
Non dovrebbe esserci crisi che tenga, davanti alla necessità di tutelare e/o migliorare un ambiente ormai da troppi percepito come bisognoso di cure ed articolate forme di salvaguardia. Al netto degli articoli e dei contenuti legislativi, il corpus legislativo prevede una larga serie di punti di cui sarebbe necessario esaminare il più attentamente possibile costi e benefici.
L'approccio è lanciato da un report redatto da Valigia blu che, nella maniera più divulgativa possibile, cerca di fare luce sul presente testo.
Semplificando l'intero Decreto per punti, è possibile definire al dettaglio i punti schematicamente riepilogati nel seguito:

    Italia a rischio cementificazione?

"[...] Matteo Renzi [...] aveva promesso che con lo Sblocca Italia sarebbero stati sbloccati 43 miliardi per il 1 settembre. [...] i numeri però si sono sgonfiati, tanto che Giorgio Santilli [...] ha scritto che tutti quei soldi erano infondati, una farsa.
Arrivati all'approvazione del decreto i soldi trovati e destinati a grandi "opere cantierabili in date certe" sono 3,9 miliardi e si trovano all'articolo 3.
Soldi che 'però [...] generano una complessiva disponibilità di soli 65 milioni nel biennio 2013-2014 e 390 milioni nel biennio 2015-2016, ma di ben 3,4 miliardi dal 2017 in avanti.' A queste considerazioni si aggiungono quelle dei tecnici del servizio Bilancio della Camera che hanno chiesto al Governo come intenda far fronte alle coperture delle spese, essendo state utilizzate 'risorse inerenti opere infrastrutturali strategiche già approvate.'
Anna Donati, su Rottama Italia [...] denuncia che questi fondi sono destinati 'allo sviluppo dell'asfalto. 'Secondo l'ambientalista 'sommando le previsioni tra i diversi progetti, si ottiene che ben il 47% andrà a strade e autostrade, il 25% a ferrovie e solo l'8,8% a reti tramviarie e metropolitane.' [...]"
    Rischio di conflitti di interesse:

"[...] l'ad delle Ferrovie dello Stato [...] è stato nominato [...] 'Commissario per la realizzazione delle opere relative alla tratta ferroviaria Napoli - Bari'. Una carica che non prevede 'nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica', né 'compensi aggiuntivi'. Ma Raffaele Cantone [...] durante l'audizione in commissione Ambiente della Camera, ha sollevato alcune criticità. Il magistrato ha parlato di '(teorici) conflitti di interesse, per l'ambito dei poteri riconosciuti di incidere su interessi di enti e comunità locali'. Cantone si riferisce [ al punto] in cui viene stabilito che nelle decisioni da prendere, in caso di dissenso da parte di un'amministrazione pubblica, l'ultima parola spetta al Commissario straordinario. Per il presidente dell'anticorruzione il rischio è che in questo modo si 'verrebbe a creare un commissariamento di scelte politiche locali da parte dell'amministratore di una società per azioni, anche se pubblica.' [...]"
    Rischi potenziali a fronte di deroghe e semplificazioni:

"[...] Cantieri riaperti e lavori portati a termine più velocemente. Questo l'obiettivo [...] p er raggiungerlo sono previste deroghe al codice degli appalti e semplificazioni delle procedure concorsuali. In questo modo, però, il rischio è di abbassare i livelli di trasparenza e di lotta alla corruzione. [...]
Fabrizio Salassone [ Banca d'Italia] ha invocato 'massima trasparenza', visto che [...] il provvedimento basato 'sull'estrema urgenza', introduce 'un sistema generale di deroghe molto pervasivo al Codice dei contratti pubblici'. Un metodo che in passato si è rivelato 'non sempre pienamente efficace, con ripercussioni negative sui tempi e sui costi nella successiva fase di esecuzione dell'opera e vulnerabilità ai rischi di corruzione'. [...] La stessa norma [...] permette alle imprese coinvolte nei lavori di non dover fornire alcuna garanzia a corredo dell'offerta.
Questa disposizione [...] potrebbe portare gli operatori economici a non rispettare gli impegni assunti, senza subire per questo alcun danno. Un altro aspetto poco chiaro [...] sta nella possibilità di avviare 'procedure negoziali' senza dover pubblicare un bando, ma solo invitando almeno tre operatori economici, anche per importi molto elevati (l'attuale soglia comunitaria è infatti di 5 milioni e 800 mila euro). [...]"
    Misure urgenti per patrimonio culturale ed ambientale:

"[...] 'Accelerazioni' e 'misure urgenti' coinvolgono anche procedure riguardanti il patrimonio culturale e l'ambiente. Proprio per questi motivi sono emerse denunce e avvertimenti di rischi della salvaguardia del territorio. Per Andrea Carandini [ FAI] la cosa più preoccupante è la trasformazione 'della deroga in regola'. [...] consentirà 'ai Comuni di rilasciare l'autorizzazione edilizia in aree sottoposte a vincolo paesaggistico anche in assenza del parere della Soprintendenza, al momento, invece, vincolante', o [...] vuole 'facilitare il recupero degli immobili non più utilizzati del patrimonio pubblico (caserme, scuole e palazzi) semplificando la procedura per determinare la loro diversa finalità d'uso', ma prevedendo 'che questa sia stabilita nell'ambito di trattative 'privatistiche' tra enti [...] non garantendo la trasparenza.' [...]"


"[...] al Governo viene consentito di individuare 'gli impianti di smaltimento dei rifiuti urbani o speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti'. Le regioni con più inceneritori nel proprio territorio [...] hanno chiesto lo stralcio dell'articolo. Nel testo si legge che 'negli impianti deve essere data priorità al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale' e 'autorizzati a saturazione del carico termico [...] L'intera procedura, inoltre, prevede il dimezzamento dei termini previsti 'per la valutazione di impatto ambientale e l'autorizzazione ambientale degli impianti.' [...]"

    Gas e idrocarburi, aumentando le estrazioni:

"[...] Per 'aumentare la sicurezza delle forniture di gas' e per 'valorizzare le risorse energetiche nazionali' il decreto concede il carattere di 'interesse strategico' e di 'pubblica utilità' [...] ai gasdotti, rigassificatori, alle infrastrutture della rete nazionale di trasporto del gas naturale [...] e alle coltivazioni di idrocarburi e di stoccaggio sotterraneo di gas. Il risultato [...] è il raddoppio di estrazione di petrolio e gas. L'accusa a questi provvedimenti è di concedere lo sfruttamento di terra e mare a favore delle multinazionali del settore. Secondo quanto detto dal Wwf in audizione alla Camera l'effetto dell'articolo 37 sarà quello di 'una enorme bolla speculativa del gas, nascosta dietro la solita motivazione emergenziale, che porterà non già ad aumentare la sicurezza di approvvigionamento, ma a moltiplicare le infrastrutture senza che si sia fatta una valutazione a monte delle necessità e delle priorità.' [...] Matteo Renzi [...] aveva elencato i numeri del progetto per sviluppare le risorse geotermiche, petrolifere e di gas naturale: 'previsti investimenti privati nazionali e internazionali per oltre 17 miliardi di euro, con un effetto sull'occupazione di 100mila unità e un risparmio in bolletta energetica per 200 miliardi in 20 anni.' Dietro questi numeri [...] c'è il lavoro di Assomineraria, associazione di Confindustria, che durante l'audizione in commissione Ambiente ha dato l'ok al provvedimento, affermando che la tutela dell'ambiente ne esce rafforzata e che si eliminano 'sovrapposizioni che negli anni hanno creato il blocco di molti processi decisionali.' Infatti, il decreto per accorciare i tempi fa passare la competenza dalle Regioni al governo [...]. Proprio su questo punto i presidenti delle Regioni si sono schierati contro il decreto [...]. Anche Wwf, Legambiente e Greenpace hanno bocciato il provvedimento, chiedendone [...] modifiche tese a un coinvolgimento di Regioni ed enti locali. Inoltre, il Wwf ha definito 'fantasiose' le stime fornite da Assomineraria, aggiungendo che 'secondo le valutazioni dello stesso ministero dello Sviluppo economico nei nostri fondali marini ci sarebbero circa 10 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe, che stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 8 settimane' e che 'anche attingendo al petrolio presente nel sottosuolo, concentrato soprattutto in Basilicata [...] il totale delle riserve certe nel nostro Paese verrebbe consumato in appena 13 mesi.' [...]"

Questi sono solo alcuni dei punti critici a cui il sito Valigiablu fa riferimento, relativamente al Decreto in questione; altre " zone d'ombra" sono ascrivibili a settori quali: variazione delle competenze fra Regioni ed Enti Locali, definizione di provvedimenti assai discutibili in materia di concessioni autostradali, variazioni al Patto di Stabilità con ripercussioni sostanziali anche sui fondi per cultura ed istruzione, rischio di crollo per competenze comunali e/o simili.
Il rischio, alla luce dei punti presentati, riguarda quello di adoperarsi per " sbloccare" l'intero Paese abbandonando logiche di prevenzione, tutela e sostenibilità ambientale. Tutto questo in un contesto che, nella sua complessità, risulta già terribilmente gravato da devastanti problemi di ordine strutturale: si guardi al dissesto idrogeologico come primo " esempio" possibile.
Al netto dei provvedimenti, non stupisce ormai più la demagogica e continua semplificazione introdotta dalle Autorità Governative nella presentazione di provvedimenti che dovrebbero ( in teoria) semplificare migliorando il contesto specifico nazionale. A questo punto, sembra essere purtroppo sufficiente ascoltare le parole pronunciate dallo stesso Presidente del Consiglio relativamente all'estrazione di petrolio ed idrocarburi in terra di Basilicata: https://www.youtube.com/watch?v=Zx6b5BU3FkM
Una politica più attenta e meno populista andrebbe a soppesare pregi, difetti e dati di questa scelta: confrontando anche le previsioni esistenti, scendendo nel dettaglio, similmente a quelle richiamate precedentemente nel dualismo Assomineraria - Wwf.
Non è sempre colpa di comitati e comitatini vari, fortunatamente. Esistono cause assai più recondite per suscitare indignazione e/o scetticismo collettivo. Informarsi per non essere fregati e/o strumentalizzati: la sola via possibile per sfuggire alla necessità di subire certi luoghi comuni sembra essere questa, purtroppo.
I punti maggiormente critici, sottostando allo schema precedentemente richiamato, sono quelli richiamati nel seguito:

  1. Inceneritori;
  2. Gas ed idrocarburi, aumentando le estrazioni.

Il punto 2 è, su questo fronte, indice di una mancata occasione colta per rispondere alla crisi dei nostri tempi: la sfida energetica, appunto.
E' nel tentativo di fuoriuscita da uno stato di crisi che si potrebbero/dovrebbero trovare le risposte più importanti per provare a riabilitare le sorti di un Paese, strutturando consistenti tentativi per dimensionarne il domani. La sfida dovrebbe essere quella di farlo senza danneggiare, però, le generazioni future. Condizionale d'obbligo, per una lunghissima serie di motivazioni: le previsioni sono fallaci quanto le tecnologie esistenti, la ricerca ha margini di sviluppo molto ampi e consistenti, la strumentalizzazione e la banalizzazione illudono ed offuscano la reale verità dei fatti, [...].
La serietà, rispetto al punto 2 ma anche relativamente all'intero corpus legislativo, dovrebbe ammettere punti di vista differenti: chi giudica tali provvedimenti in maniera discutibile ed anche sbagliata non deve essere additato come gufo, rosicone e/o membro del comitatino locale di ignoranti e surclassati dalle contingenze. E' a questo proposito che, per rilevare una battaglia che deve essere portata avanti in maniera seria ed il più obiettiva possibile, serve analizzare le prospettive future alla luce delle condizioni attuali: che ne sarebbe di una società inserita in un contesto futuro che vede un ambiente già largamente devastato nel presente? Che ne sarebbe delle previsioni e della sostenibilità energetica in un'Italia che voglia prolungare il proprio periodo di consapevole agonia in materia di ambiente? Che cosa ne sarebbe di un quadro continentale e mondiale che ha già consegnato al nostro Paese opportune previsioni, controlli e discipline in materia energetico-ambientale?
Il cambiamento dovrebbe essere consapevole, strutturale, imponente e non certo transitorio.
Sono saliti in campo, a questo proposito, scienziati e docenti dell'Università di Bologna.
Hanno fatto sentire le loro voci, in una lettera aperta al Presidente del Consiglio, relativamente al quadro a tinte fosche che un Decreto come lo " Sblocca Italia" potrebbe regalare al Paese.
Si riporta, nel seguito, la lettera da loro sottoscritta:

" Caro Presidente,
siamo un gruppo di docenti e ricercatori dell'Università e dei Centri di ricerca di Bologna.
In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura scientifica internazionale, sentiamo il dovere di esprimere la nostra opinione sulla crisi energetica e sul modo di uscirne.
Definire le linee di indirizzo per una valida Strategia Energetica Nazionale è un problema complesso, che deve essere affrontato congiuntamente da almeno cinque prospettive diverse: scientifica, economica, sociale, ambientale e culturale.
I punti fondamentali dai quali non si può prescindere sono i seguenti:
1) E' necessario ridurre il consumo di energia, obiettivo che deve essere perseguito mediante un aumento dell'efficienza energetica e, ancor più, con la creazione di una cultura della parsimonia, principio di fondamentale importanza per vivere in un mondo che ha risorse limitate.
2) La fine dell'era dei combustibili fossili è inevitabile e ridurne l'uso è urgente per limitare l'inquinamento dell'ambiente e per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici. Ridurre il consumo dei combustibili fossili, che importiamo per il 90%, significa anche ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese da altre nazioni.
3) E' necessario promuovere, mediante scelte politiche appropriate, l'uso di fonti energetiche alternative che siano, per quanto possibile, abbondanti, inesauribili, distribuite su tutto il pianeta, non pericolose per l'uomo e per l'ambiente, capaci di colmare le disuguaglianze e di favorire la pace.
4) Le energie rinnovabili non sono più una fonte marginale di energia, come molti vorrebbero far credere: oggi producono il 22% dell'energia elettrica su scala mondiale e il 40% in Italia, dove il fotovoltaico da solo genera energia pari a quella prodotta da due centrali nucleari.
5) La transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili sta già avvenendo in tutti i Paesi del mondo. In particolare, l'Unione Europea ha messo in atto una strategia basata sui punti sopra elencati (il Pacchetto Clima Energia 20 20 20, l'Energy Roadmap 2050).
L'Italia non ha carbone, ha pochissimo petrolio e gas, non ha uranio, ma ha tanto sole e le tecnologie solari altro non sono che industria manifatturiera, un settore dove il nostro Paese è sempre stato all'avanguardia. Sviluppando le energie rinnovabili e le tecnologie ad esse collegate il nostro Paese ha un'occasione straordinaria per trarre vantaggi in termini economici (sviluppo occupazionale) e ambientali dalla transizione energetica in atto.Purtroppo la Strategia Energetica Nazionale, che l'attuale governo ha ereditato da quelli precedenti e che apparentemente ha assunto, non sembra seguire questa strada. In particolare, il recente decreto Sblocca Italia agli articoli 36-38 facilita e addirittura incoraggia le attività di estrazione delle residue, marginali riserve di petrolio e gas in aree densamente popolate come l'Emilia-Romagna, in zone dove sono presenti città di inestimabile importanza storica, culturale ed artistica come Venezia e Ravenna, lungo tutta la costa del mare Adriatico dal Veneto al Gargano, le regioni del centro-sud e gran parte della Sicilia.
Il decreto attribuisce un carattere strategico alle concessioni di ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplifica gli iter autorizzativi, toglie potere alle regioni e prolunga i tempi delle concessioni con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni. Tutto ciò in contrasto con le affermazioni di voler ridurre le emissioni di gas serra e, cosa ancor più grave, senza considerare che le attività di trivellazione ed estrazione ostacolano e, in caso di incidenti, potrebbero addirittura compromettere un'enorme fonte di ricchezza certa per l'economia nazionale: il turismo.
D'altra parte il decreto non prende in considerazione la necessità di creare una cultura del risparmio energetico e più in generale della sostenibilità ecologica e non semplifica le procedure che ostacolano lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Il mancato apporto, quantitativamente marginale, delle nostre riserve di combustibili fossili potrebbe essere facilmente compensato riducendo i consumi. Ad esempio, mediante una più diffusa riqualificazione energetica degli edifici, la riduzione del limite di velocità sulle autostrade, incoraggiando i cittadini ad acquistare auto che consumino e inquinino meno, incentivando l'uso delle biciclette e dei mezzi pubblici, trasferendo gradualmente parte del trasporto merci dalla strada alla rotaia o a collegamenti marittimi e, soprattutto, mettendo in atto una campagna di informazione e formazione culturale, a partire dalle scuole, per mettere in luce i vantaggi della riduzione dei consumi individuali e collettivi e dello sviluppo delle fonti rinnovabili rispetto al consumo di combustibili fossili e ad una estesa trivellazione del territorio.
L'unica via percorribile per stimolare una reale innovazione nelle aziende, sostenere l'economia e l'occupazione, diminuire l'inquinamento, evitare futuri aumenti del costo dell'energia, ridurre la dipendenza energetica dell'Italia da altri Paesi, ottemperare alle direttive europee concernenti la produzione di gas serra e custodire l'incalcolabile valore paesaggistico delle nostre terre e dei nostri mari consiste nella rinuncia definitiva ad estrarre le nostre esigue riserve di combustibili fossili e in un intenso impegno verso efficienza, risparmio energetico, sviluppo delle energie rinnovabili e della green economy.
Nella speranza che si possa aprire un costruttivo dibattito sui problemi riportati in questo appello, con uno spirito di leale e piena collaborazione auguriamo a Lei e al Suo Governo un proficuo lavoro per il bene della Nazione.

Il Comitato Promotore
Vincenzo Balzani (coordinatore), Dipartimento di Chimica "G. Ciamician", Università
Nicola Armaroli, Istituto ISOF-CNR
Alberto Bellini, Dipartimento di Ingegneria dell'Energia Elettrica e dell'Informazione "Guglielmo Marconi", Università
Giacomo Bergamini, Dipartimento di Chimica "G. Ciamician", Università
Enrico Bonatti, ISMAR-CNR
Alessandra Bonoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, dell'Ambiente e dei Materiali, Università
Carlo Cacciamani, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Romano Camassi, INGV
Sergio Castellari, Divisione servizi climatici, CMCC e INGV
Daniela Cavalcoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Università
Marco Cervino, ISAC-CNR
Maria Cristina Facchini, ISAC-CNR
Sandro Fuzzi, ISAC-CNR
Luigi Guerra, Dipartimento di Scienze dell'Educazione "Giovanni Maria Bertin", Università
Giulio Marchesini Reggiani, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università
Vittorio Marletto, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Enrico Sangiorgi, Dipartimento di Ingegneria dell'Energia Elettrica e dell'Informazione "Guglielmo Marconi", Università
Leonardo Setti, Dipartimento di Chimica Industriale, Università
Micol Todesco, INGV
Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica "G. Ciamician", Università
Stefano Zamagni, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università
Gabriele Zanini, UTVALAMB-ENEA"

La speranza più grande è, al netto di guferie e slogan vari, quella di aprire un confronto costruttivo e utile alla collettività su argomenti tanto importanti e complicati. Scelte sbagliate e non adeguatamente pesate nel presente potrebbero comportare devastanti sbagli per il futuro.

Per saperne di più:

" Sblocca Italia, uno scempio da bloccare: ecco perchè", Valigiablu
(http://www.valigiablu.it/sblocca-italia-uno-scempio-da-bloccare-ecco-perche/)

" Sblocca Italia: l'incubo quotidiano del Paese rottamato", Ilfattoquotidiano.it
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/15/sblocca-italia-lincubo-quotidiano-del-paese-rottamato/1156620/)

" Sblocca Italia: il Decreto Legge pubblicato in Gazzetta", Altalex
(http://www.altalex.com/index.php?idnot=68802)

" Energia, scienziati contro Sblocca Italia: 'Investire sulle rinnovabili, non sul petrolio'", L'Espresso
(http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/10/17/news/energia-grandi-esperti-contro-sblocca-italia-investire-sulle-rinnovabili-non-sul-petrolio-1.184534)

" Le trivellazioni in Basilicata, Matteo Renzi e la vergogna energetica", Ilfattoquotidiano.it
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/16/le-trivellazioni-in-basilicata-matteo-renzi-e-la-vergogna-energetica/1061203/)

" Dal Wwf a Slow Food la rivolta verde contro il cemento: 'così asfaltate l'Italia'", Repubblica.it
( http://www.repubblica.it/ambiente/2014/10/09/news/dal_wwf_a_slow_food_la_rivolta_verde_contro_il_cemento_cos_asfaltate_l_italia-97698681/?ref=search)

" Sblocca Italia, allarme di BankItalia: 'Altissimo il rischio di corruzione'", Repubblica.it
( http://www.repubblica.it/economia/2014/09/30/news/sblocca_italia_allarme_di_bankitalia_dalle_deroghe_rischio_corruzione-96991439/?ref=search)

" Sblocca Italia, scatta l'allarme inceneritori: 'A rischio la qualità dell'aria'", Repubblica.it
(http://www.repubblica.it/ambiente/2014/09/26/news/scatta_lallarme_inceneritori_a_rischio_la_qualit_dellaria-96714903/?ref=search)

" Energia per l'Italia - Lettera al Governo", EnergiaperlItalia.it
(http://www.energiaperlitalia.it/lettera-al-governo/)

Fonte immagine: Il Manifesto, Mauro Biani


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