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Sconquassarsi

Creato il 15 ottobre 2010 da Renzomazzetti
fronde sull'infinito

fronde sull'infinito

 

Quali grandi sciagure producono la superbia, la squallida avarizia, l’arroganza? E il lusso, e l’ignavia? Dunque colui che vinse e scacciò dall’animo umano tutti codesti mostri senz’altra arma che la parola, non meriterà, sebbene mortale, di essere annoverato fra gli dèi, soprattutto perché fu solito palesare molte e divine cose anche degli stessi numi immortali e chiarire con i suoi detti l’intera compagine dell’universo? Seguendone le orme mi sono attenuto ai suoi ragionamenti e ho spiegato con le mie parole a qual punto si producano le cose, quale in virtù di esso sia la loro durata, e come non possano infrangere le ferree leggi del tempo: in tal modo abbiamo scoperto soprattutto che la natura dell’animo consiste in primo luogo d’un corpo soggetto alla nascita, e non può durare incolume per lungo spazio di tempo, ma simulacri sogliono ingannare in sogno la nostra mente, quando ci sembra di scorgere coloro che la vita ha lasciato. Per il resto, ora lo svolgimento della dottrina mi ha condotto al punto di dover spiegare come il mondo sia fatto d’un corpo anch’esso soggetto alla nascita e alla morte; e come una tale massa di materia aggregata abbia dato fondamento alla terra, al cielo, al mare, agli astri, al globo della luna; inoltre quali esseri animati siano sorti dalla terra, a quali ciò fu precluso, e in qual modo gli uomini abbiano cominciato a usare fra loro il mutevole linguaggio designando con diversi nomi le cose; e come si sia insinuato nel loro animo il timore degli dèi, che ha diffuso in tutto il mondo la venerazione dei templi, dei laghi, dei boschi sacri, degli altari, delle immagini dei numi. Inoltre spiegherò con qual forza la natura, che tutto governa, diriga il corso del sole e i moti della luna, affinché non ci accada di ritenere che liberi e per forza spontanea percorrano fra cielo e terra orbite perenni propizi alla crescita delle biade e degli esseri animati, o di credere che si volgano in cielo per qualche disegno divino. Chi abbia bene appreso che gli dèi trascorrono una vita serena, se tuttavia si chieda meravigliato come tutto ciò possa prodursi soprattutto fra i corpi che scorgiamo sul nostro capo nelle plaghe eteree, finisce per cadere di nuovo nelle antiche superstizioni e richiama crudeli padroni, da lui, infelice, ritenuti onnipotenti, nel suo ignorare quel che può essere, quel che invece non può, e per quale ragione ogni cosa ha un potere limitato e un termine infisso nel suo intimo.

Ma ora non voglio attardarti con altri preamboli.

Osserva prima di tutto il mare, la terra, il cielo; alla triplice natura di essi, alle tre diverse sostanze, o Memmio, al loro triforme aspetto, a tre così salde strutture, un solo giorno porterà la catastrofe e, durate per tanti anni, la mole e la macchina del mondo crolleranno di colpo. Non sfugge al mio animo quanto appaia incredibile e prodigioso alla mente umana il verificarsi della fine del cielo e della terra, e quanto risulti difficile per me addurne le prove con parole:come quando si apporti al solo udito un avvenimento insolito senza poter sottoporlo alla constatazione della vista e all’accertamento del tatto, le uniche due vie sicure che si aprano alla ferma convinzione nell’animo e nello spirito umano. Tuttavia parlerò. Forse saranno i fatti a confermare i miei detti, e vedrai tutte le cose sconquassarsi e crollare in pochi fulminei istanti per l’insorgere d’un disastroso terremoto. Ma il caso che governa il mondo tenga ciò lontano da noi, e il raziocinio stesso piuttosto che l’evento ci persuada che il mondo può crollare schiantato con spaventoso fragore. Ma prima che io cominci a svelare su tale argomento le norme fatali con parole più sante e con saggezza molto più sicura dei responsi che la Pizia esprime dal tripode e dal lauro di Febo, ti farò discorsi rasserenanti fondati sulla scienza; affinché ostacolato dalla religione non ti accada di credere che la terra, il sole, e il cielo, il mare, gli astri, la luna, debbano durare in eterno per la loro essenza divina, e per questo ritenga sia giusto che al pari dei Giganti paghino la pena d’una colpa nefanda quelli che forse presumono di abbattere le mura del mondo con la loro dottrina, e vogliono estinguere in cielo il sublime splendore del sole, violando con linguaggio mortale creature immortali; mentre quei corpi sono così lontani dal nume divino, e così indegni di essere annoverati fra gli dèi, da indurre piuttosto a ritenerli capaci di offrire la nozione di ciò che sia completamente privo di moto e di senso vitale. Infatti non crederai di certo che in qualunque sostanza possano esistere il pensiero e la natura dell’animo; come gli alberi non possono nascere in cielo, né le nubi nelle acque salmastre, né i pesci vivere nei campi, né il sangue scorrere nel legno o un liquido sgorgare dai sassi, ma è fermamente stabilito dove ogni cosa cresca o risieda, così la natura dell’animo non può sorgere da sola fuori del corpo, né sussistere distaccata dai nervi e dal sangue. Se infatti lo potesse, ne vedresti molto prima l’energia vitale risiedere nel capo, o negli omeri, o giù nei talloni, e possedere consuetamente la facoltà di nascere in qualsiasi parte, ma infine rimanere nell’uomo che è quasi il suo stesso involucro. Ma poiché è anche stabilito e appare predisposto nel nostro corpo il luogo ove l’anima e l’animo possano esistere e crescere separati, tanto più si deve negare che possano sussistere fuori da tutto il corpo e dalla forma vivente, nelle friabili zolle della terra o nella fiamma del sole, o nell’acqua oppure nelle alte regioni dell’etere. Non sono pertanto fornite di senso divino, poiché non possono disporre di un autonomo spirito vitale. Ugualmente non potrai credere che le sante dimore degli dèi siano collocate in alcuna parte del mondo. Infatti la natura degli dèi è sottile e remota dai nostri sensi, e appena percepibile dalla vivezza del pensiero; poiché sfugge al contatto e all’impulso delle mani, non deve sfiorare nulla che sia tangibile per noi: infatti non può toccare ciò che non è disponibile al tatto. Perciò devono anche avere sedi diverse dalle nostre, sottili secondo la sottigliezza della loro natura: ciò di cui in seguito darò ampia ragione.

 

natura in movimento

natura in movimento

Affermare poi che gli dèi abbiano creato la splendida compagine del mondo a beneficio degli uomini e che perciò se ne debba lodare l’ammirevole opera, e ritenere che essa sarà eterna e immortale, giudicando un crimine scrollare con violenza dalle sue basi tutto ciò che i numi fondarono con antica decisione a favore della stirpe umana, e sconvolgere ogni cosa dalle sue più profonde radici: enunciare questo e aggiungere altri fittizi argomenti di tal genere o Memmio, è puro delirio. Infatti quale vantaggio può essere elargito dalla nostra gratitudine a esseri immortali e felici, così da indurli a operare a nostro profitto? Qual novità poté lusingarli, da così gran tempo tranquilli, e far sorgere in loro il desiderio di mutare vita? E’ infatti evidente e necessario che si compiaccia del nuovo colui cui spiace l’antico; ma a che non è incorso in affanni nel passato, avendovi anzi trascorso un’esistenza beata, a un tale essere che cosa potrebbe accendere il desiderio di novità? Qual danno sarebbe per noi non essere nati? Forse la vita giaceva nelle tenebre e nel dolore, finché non brillò la feconda origine del mondo? Certo che è nato deve perseverare nel rimanere in vita, finché il soave piacere lo stringe nei suoi lacci; ma chi non gustò mai l’amore dell’esistenza, e non fu tra i viventi, come dovrebbe dolersi di non essere nato?

-Lucrezio, La natura delle cose.

PRINCIPIO DI VITA

Questa enorme distesa

che avete sotto ai piedi

è vostra.

Seminate il vostro grano

e piantate le vostre viti:

Mangerete pane vostro

e berrete vino vostro.

Il mare è lì vicino

ed ecco qui le reti

pescate il pesce:

Arricchirete il vostro pasto.

Enormi distese di alberi

formeranno i vostri fuochi

e le montagne

saranno le vostre grotte.

Il sole è vostro

ma è troppo lontano

riceverete da lui

il calore e la luce

e un lume di speranza

che splenderà nella notte

riflettendosi nella luna.

-Renzo Mazzetti-


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