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Se la terra si ribella, che speranze rimangono?

Creato il 11 marzo 2011 da Alessandro @AleTrasforini
Onde alte fino a dieci metri, terremoto di un'intensità allucinante verificatosi a pochi chilometri dalla superficie.
Pensando ad un 9°grado della scala Richter, è pressochè impossibile farsi un'idea esatta della prepotenza di un tale evento; fenomeni come questi sono per l'astronave Terra perfettamente normali, in quanto generati da fenomeni appartenenti alla natura imprevedibile.
L'uomo può solo subirli, brandendo la fragilissima arma della tecnologia per sperare di vincere.
In Giappone in questi attimi la paura per nuove scosse di assestamento si aggiunge a quella derivata dal timore per le centrali nucleari, a fortissimo rischio di rotture o malfunzionamenti. L'emergenza si va allargando a macchia d'olio, in quanto la quantità di moto impressa dalla velocità del sisma alle masse marittime rischia di abbattersi sotto forma di onde inarrestabili sulle coste di tutte quelle terre bagnate dall'Oceano Pacifico.
Rimanendo alle ultime notizie, l'allarme è "circoscritto" ai Paesi seguenti: Russia, Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Figi, Messico, Guatemala, El Salvador, Costa Rica, Nicaragua, Panama, Honduras, Cile, Ecuador, Colombia e Perù.
Una nave con a bordo 100 persone è stata investita da uno tsunami, milioni di famiglie sono rimaste senza elettricità.
Nonostante tutto, sembra che lo straordinario evento sia stato gestito con un'incredibile tempestività.
Il conteggio attuale parla di "soli" 400 morti; per un evento di questa portata, si tratta di un dato fortunato ma mai confortante. Si scrive di cifre imprecise, che sicuramente subiranno incrementi notevoli.
Per rendere l'idea della potenza di un evento di questo tipo, si faccia un confronto su qualcosa che l'uomo può conoscere meglio. Sprigionandosi, un terremoto libera un'immensa quantità di energia che diviene con immediatezza incontrollabile e libera di propagarsi in ogni dove.
Rimanendo fedeli al 9° grado di magnitudo registrato nelle acque vicino al Giappone, sarebbe come far esplodere una quantità di TNT prossima a circa 31,6 miliardi di tonnellate. Si tratta, dunque, di un qualcosa di tremendamente complicato da immaginare.
Al di là di calcoli matematici, se c'è un positivo da cogliere in questa esperienza, è a mio infinitesimo parere costituito dalle straordinarie possibilità date dalla tecnologia.
Progresso scientifico, discipline antisismiche e tecniche ingegneristiche d'avanguardia: sono questi gli ingredienti che possono aiutare l'uomo a sentirsi un pò meno perdente.
Grazie alla gestione dell'emergenza ed a straordinarie tecniche di prevenzione, un evento straordinario è stato gestito in una maniera incredibile. La frequenza di eventi comuni ha un indice periodico pari ad un terremoto grado 9 ogni 20 anni.
Si tratta di un terremoto epocale, di una portata immane.
Si tratta allo stesso modo di un'altra, ennesima, occasione per capire quanto l'essere umano sia piccolo e minimale rispetto al resto del mondo.
Gli effetti di un sisma di magnitudo 9 sono riassumibili, da tabelle fisico scientifiche, con le seguenti parole:
"Totale allagamento dei territori in questione o spostamento delle terre e numerosissimi morti. Pochi sopravvissuti."
Viene da piangere a pensare cosa potrebbe accadere se un evento del genere dovesse malauguratamente accadere in Italia; in un Paese disastrato dal dissesto idrogeologico, con larghissima parte di edifici non a norma e con un 70% dei Comuni coinvolti in problemi di natura territoriale, si potrebbero avere milioni di morti.
L'Italia vera dovrebbe pensare a questo, al come ovviare sul lungo termine ad emergenze così prepotenti ed imprevedibili. Fa altrettanto disperare pensare a cosa potrebbe esserne, qui, del rischio nucleare.
La natura, se casualmente sollecitata, non fa attendere la smentita sul suo stato di calma apparente.
Se l'astronave Terra si ribella, per l'uomo sono attese infinite apocalissi.
SE LA TERRA SI RIBELLA, CHE SPERANZE RIMANGONO?

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