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Il curioso caso di Pablo Neruda

Creato il 26 giugno 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Una vita per la letteratura e per la politica. Sarebbe estremamente riduttivo descrivere con questo breve incipit l’esistenza di Pablo Neruda, diplomatico, politico ma prima di tutto uno dei poeti più straordinari e significativi del XX secolo. Il migliore di tutti, sosteneva Gabriel Garcia Marquez. Una splendida storia cominciata in Cile, il 12 luglio 1904 a Parral, non distante dalla capitale Santiago e conclusasi il 23 settembre 1973, ufficialmente per un tumore alla prostata. Una morte, che ancora oggi lascia forti dubbi su possibili cause alternative, ben più drammatiche e sconvolgenti. Potrebbe infatti non essere un caso il tragico golpe cileno targato Pinochet, dodici giorni prima del decesso del poeta. A ben oltre quarant’anni di distanza il mondo si intero si chiede come siano realmente andate le cose. Morte per cause naturali o omicidio ad opera di sicari del dittatore cileno? Mistero ancora intricato, ma rispolverato dopo eccessive dimenticanze, negli ultimi anni, con la riapertura dell’inchiesta sulla morte nel gennaio 2015.

La testimonianza di Manuel Araya, autista di Neruda

Dopo anni di silenzio, la testimonianza dell’autista di Pablo Neruda, Manuel Araya, ha  spinto il Partito Comunista cileno a sostenere la tesi della morte per avvelenamento e chiedere la riapertura delle indagini nel 2011. Secondo quanto sostenne Araya, Neruda sarebbe stato in procinto di lasciare il Cile, per fuggire in esilio in Messico. Cosa poi divenuta impossibile a causa della morte. Morte che però, sarebbe stata “accelerata” dall’avvelenamento del poeta attraverso un’iniezione letale, nella clinica Santa Maria di Santiago ad opera di un misterioso agente della Cia. Dichiarazioni che muoverebbero da confidenze fatte da Neruda in persona al suo autista. Le indagini riaperte portarono alla riesumazione del corpo del premio Nobel per la letteratura 1971, ma nuovi sviluppi arrivarono solo nel 2013.

Alla ricerca della verità: Il mistero del Dottor Price

Dopo la riesumazione del corpo avvenuta nell’aprile 2013, il giudice cileno Mario Carroza provò a fare luce sulla vicenda del misterioso “Dottor Price”, colui che sarebbe stato a fianco di Neruda durante la sua morte. Tuttavia, Sergio Draper, medico del poeta sostenne che questo presunto medico sparì improvvisamente qualche giorno dopo, senza lasciare più alcuna traccia. Dai registri ospedalieri di Santiago, peraltro, non risulterebbe nessun dottor Price. Nel giugno dello stesso anno, dunque, il giudice diede ordine alla polizia di catturare un uomo biondo, alto e con occhi blu attorno ai 30 anni all’epoca dei fatti. La descrizione dell’identikit tracciato portò il medico di Neruda a riconoscere l’uomo in Michael Towney, ex agente Cia coinvolto nell’operazione Condor, nella quale si badava essenzialmente a reprimere il dissenso di stampo socialista/comunista attraverso squadroni della morte. Towney, si sarebbe così introdotto nella clinica somministrando al poeta l’iniezione letale. Secondo Eduardo Contreras, legale del Partito Comunista, Towney avrebbe collaborato con la polizia segreta di Pinochet, la Dina, portando a termine l’incarico affidatogli. L’ex agente Cia è inoltre responsabile di alcuni omicidi di dissidenti politici a Buenos Aires e Washington, nonché vicino ad ambienti del neofascismo. Nonostante l’evoluzione delle indagini, a sei mesi dalla riesumazione della salma del poeta, i medici non hanno trovato alcuna traccia di avvelenamento. A dichiararlo, Patricio Bustos, direttore del servizio medico legale cileno. Nessuna prova per poter parlare di omicidio. Il dubbio, come sostenuto dagli stessi legali Contreras e Reyes, è che vi siano sostanze che possono essere somministrate e sparire con il tempo, come ad esempio il gas sarin. Caso, dunque, tutt’altro che chiuso.

La riapertura delle indagini

La svolta che porta alla riapertura delle indagini, con l’avvio di una seconda inchiesta, è datata gennaio 2015. Riapertura richiesta non solo dal Partito Comunista ma anche dai nipoti del poeta. Secondo Francisco Ugas, responsabile dell’area dei diritti umani nel ministero degli Interni, il caso «potrebbe costituire un crimine di lesa umanità». La seconda perizia avrebbe il compito di stabilire se vi siano stati danni cellulari prodotti da sostanze non più presenti nel corpo. Si attendono nuovi sviluppi ma restano ancora molte le domande irrisolte e non sarà facile far luce sul reale andamento dei fatti, considerato il considerevole lasso di tempo trascorso dal decesso. L’unica cosa certa è che in due settimane il Cile fu costretto a vivere una doppia perdita: quella della democrazia e quella del suo più grande poeta.

Cosa non torna

1. Neruda era pronto a fuggire in esilio in Messico a causa della destituzione di Allende e dell’avvento al potere di Pinochet. Poi, la morte. Coincidenza? Per Pinochet, la presenza di Neruda sarebbe stata più di un problema. Dopo la morte di Salvador Allende, lo scrittore era infatti il maggior esponente politico dell’opposizione alla dittatura cilena. Ciò che le dittature soffrono di più: la cultura e la popolarità dell’avversario. Neruda era popolare in tutto il mondo ed aveva già criticato pubblicamente Pinochet. La risposta del dittatore fu la perquisizione e il saccheggio della dimora di Neruda post mortem.
2. Perchè l’autista ha parlato solo ora? Il dubbio paralizzante dei legali del Partito Comunista e dei nipoti di Neruda. C’era la dittatura, difficile parlare, si è difeso Araya. Con l’iniezione letale furono eliminati altri dissidenti, come l’ex presidente Frei, predecessore di Salvador Allende. Era il 1982.
3. Chi era il “Dottor Price”? Michael Towney? O potrebbe essere lo stesso dottor Draper, medico legale di Neruda, di turno prima del presunto Price? Si sostiene: «Se Draper non è l’assassino deve sapere chi è stato». Si diceva della morte di Frei. Morì nella stessa clinica di Neruda. Chi era il medico di turno? Draper.

«Controllate pure. Qui c’è solo un grande pericolo per voi: la poesia». A dirlo, Pablo Neruda, ai militari cileni durante una perquisizione ordinata da Pinochet. Piace ricordarlo così, in attesa di una doverosa verità.

Tags:Augusto Pinochet,Cile,Eduardo Frei Montalva,Manuel Arraya,Michael Towney,Pablo Neruda,Salvador Allende,Santiago

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