Magazine

Serata di dicembre

Creato il 27 dicembre 2011 da Drittorovescio
SERATA  DI  DICEMBRE
Una sera di dicembre, di fine anno, niente di speciale. Solo una sera che arrivava al termine di una giornata un po' strana, un po' particolare. Una di quelle che cominciano in sordina e via via prendono corpo con avvenimenti piccolissimi che alla fine, valutati tutti insieme, la rendono importante se messa a confronto con altre.
Durante il giorno, non particolarmente frenetico erano successe cose imprevedibili che mai Anna avrebbe immaginato. Le chiacchiere con le solite care amiche, qualche messaggio scambiato distrattamente con parenti che solo nel periodo di Natale si ricordavano della sua esistenza, giusto per salvare la faccia.  Altri con cui intratteneva regolari conversazioni l'avevano cercata. Si sarebbe potuta definire una giornata dedicata alle pubbliche relazioni.
Anna si sentiva stanca, un po' provata, insofferente ed incompatibile con lo stare in casa.
Per lei era strano, stava sempre bene a casa, aveva tutto ciò che le piaceva, soprattutto i libri, la musica e non si annoiava mai. Ma quella sera era diverso, si sentiva quasi soffocare da quelle quattro mura che di solito erano amiche.   Decise quindi per un'uscita estemporanea, a piedi. Una passeggiata lenta e quasi sonnolenta come quella sera di fine anno che sembrava quasi tiepida.
Si fermò dopo poco sul lungomare, prima che  lo stesso si confondesse con le ramblas, non scelse  una panchina, ma il muretto che sembrava lì per trattenere la sabbia durante le mareggiate.
All'orizzonte si vedeva ancora qualche sprazzo della luce del tramonto, l'aria era frizzantina, il vento stava cambiando. Il mare leggermente mosso spandeva attorno l'odore di salsedine a cui si era abituata facilmente e che le piaceva aspirare a pieni polmoni, sentendosi parte del paesaggio.
La spiaggia era deserta a quell'ora.  Anna cominciò a vagare con la mente, tra i ricordi e la fantasia.
Era uscita per pensare da sola, perchè aveva bisogno di sistemare alcune tessere del puzzle della sua vita.
Le sembrava la cosa fondamentale in quel momento, provare a mettere ordine in quella sorta di tempesta che l'aveva travolta. Una tempesta bellissima, certo, ma che andava "rivista" con gli occhi della sua mente per godersela in ogni particolare e per trovare le ragioni per continuare.
Non sarebbe stato difficile accettarla, lo aveva già capito ed era completamente lanciata verso quella nuova esperienza che la vita le offriva. Come sempre si era lasciata guidare dall'istinto e sapeva di aver fatto bene anche stavolta, non aveva dubbi.
Tutto il resto era venuto da solo, molto velocemente a riempire vuoti che forse non sapeva nemmeno di avere, a colmare quei buchi che la vita le aveva lasciato. Aveva reso quasi iperadrenalinica la sua anima che, sempre alla ricerca di qualcosa, sentiva il fiato del tempo sul collo. Un tempo che le sembrava sempre troppo poco, per questo lei correva, correva, ma aveva corso troppo tempo da sola fin quasi a rassegnarsi.
Ora era diverso. Poteva condividere il suo mettersi in gioco, il suo tuffarsi completamente nella vita, adesso era semplice farlo, era più semplice  ma soprattutto bellissimo ed appagante.
Lei non aveva dubbi, doveva continuare esattamente in quella dimensione altissima e speciale che era stata raggiunta e forse si poteva andare oltre. Il sogno di una vita.
Anna sapeva anche che non tutti avrebbero capito, che avrebbero visto cose diverse, ma voleva, voleva fortemente combattere per il suo sogno di poter volare.
Le sembrò tutto più chiaro, semplice. Era l'unica strada rimasta, l'unica percorribile.
Forse sarebbe diventata impervia, a volte difficile, ma sapeva di non essere sola nel suo nuovo cammino.
Decise di rientrare, ormai si era fatto buio e le luci della città si riflettevano nel golfo.
Pensò di mandare un messaggio, ma si trattenne. Non era necessario.  Era certa che da qualche parte, in un altro contesto, qualcun altro aveva le sue stesse certezze e non c'era bisogno nemmeno di dirle.
Si capivano così, anche a distanza, senza parlare, condividendo quella strada che li avrebbe portati lontano.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Dossier Paperblog