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Serie tv RAI su Crocco: l’ennesimo fango sulla storia del sud… ORA BASTA!!

Creato il 09 giugno 2011 da Terroniaassocult

Terronia, nel caso non si fosse capito, ha dichiarato guerra alla mistificazione e disinformazione storica… che ora viene anche propagandata e pilotata dalle serie tv…

come si può evincere da questo articolo

http://www.foggiapress.it/notizie/cinema-teatro-e-spettacoli/11013-a-vieste-si-gira-la-fiction-di-rai-uno-sul-brigante-crocco.html?fontstyle=f-larger

l’ignoranza regna sovrana tra i corridoi della RAI, che da essere la mamma che doveva educare ed istruire gli italiani è diventata un’analfabeta che ha bisogno di qualche corso di recupero, magari serale…

E che coi nostri soldi, e con quelli pugliesi poi! (la produzione è coadiuvata dall’Apulia Film Commission!!), si voglia girare e poi mostrare agli italiani questa nefandezza culturale proprio non ci va giù!

Si parte dal mistificare la storia di Carmine Crocco, il noto capo-brigante lucano, che dopo essere stato garibaldino, vedendo disattese le promesse del Signor Garibaldi (o’zì Pepp, come dicevano a Napoli a quel tempo i contrabbandieri e i camorristi…), e vedendo che al paese nulla era cambiato, semmai peggiorato, si era unito ai briganti locali divenendone il capo, e guidando una rivolta sociale contro le infamie dei piemontesi al soldo dei Savoia. Tradito da un membro della banda, finirà arrestato e morirà in gattabuia all’età di 75 anni, dopo aver avuto il tempo di dettare le sue memorie al secondino (pubblicate postume) e dopo aver dato modo agli “encomiabili scienziati lombrosiani” di studiargli il cranio, per confermare che… sì, senza dubbio egli era un brigante e delinquente per costituzione fisica.

Perchè tutti i meridionali, date le loro connotazioni fisiche, erano briganti e delinquenti!!

Ma questa non è la storia che la serie RAI, prodotta dalla ELLEMME GROUP, ha intenzione di raccontarci; la storia è una storia… semplicemente inventata!! allora non chiamatela storia! chiamatela… una cosa “liberamente ispirata” a…

ma NON CHIAMATELA STORIA!

E’ inammissibile. La Rai… inammissibile che accondiscenda a trattare la storia del sud, e di uno degli eroi del sud, come un fumetto da strapazzo… pensate che hanno avuto la geniale trovata televisiva di far morire Crocco fucilato!

Noi non ci stiamo alla menzogna mediatica, quindi chiunque come noi voglia fermare questa immondizia culturale invii questa mail all’indirizzo [email protected]

I briganti son tornati… credono di farci fessi ancora? Non sanno con chi hanno a che fare…

:-)

LETTERA DA INVIARE

Ho appreso dai giornali che la Ellemme Group, insieme ad Apulia Film
Commission, sta producendo il film tv “Il generale dei briganti”, su Carmine
Crocco.
Nel comunicato stampa, presente sul sito internet di Apulia Film Commission,
che annuncia l’inizio delle riprese, ho rilevato una serie di falsi che
offendono sia la figura di Crocco sia la stragrande maggioranza dei
meridionali, che appoggiarono la sua lotta armata.
Viene detto che Carmine Crocco, storico capo dei briganti lucani, contribuì
in maniera determinante all’Unità d’Italia, schierandosi a fianco di
Garibaldi. Niente di più falso e di antistorico. E’ vero che si schierò per
un breve periodo con Garibaldi, ma divenne brigante (insorgente, partigiano)
proprio perché furono disattese tutte le promesse di Garibaldi. Crocco
quindi fu un capobrigante che per diversi anni lottò al fianco dei comitati
borbonici, nel tentativo di riportare i Borbone sul trono di Napoli. Nei
fatti mise a disposizione degli antiunitari le sue grandi e riconosciute
capacità di condottiero, sfruttando il profondo malessere sociale del popolo
meridionale.
Altra madornale svista è l’affermazione che Crocco sia stato catturato e poi
fucilato a Tagliacozzo. Ciò dimostra assoluta superficialità e ignoranza
storica. A Tagliacozzo venne fucilato, l’8 dicembre 1861, il generale
legittimista spagnolo José Borges, che aveva combattuto per un certo periodo
insieme a Crocco. Carmine Crocco invece morì nel carcere di Portoferraio
(Livorno) il 18 giugno 1905, all’età di 75 anni.
Chiedo che vengano corretti questi errori, affinché non si continui ad
offendere il popolo dell’Italia meridionale.

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