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Serie tv Usa vs Eu: Deadwood vs Peaky Blinders

Creato il 20 giugno 2014 da Nicola933

Questo articolo contiene numerosi spoiler: non continuate se non volete sapere nulla.

Questa settimana parliamo di due serie ambientate nel passato, che in apparenza non hanno niente in comune.

Peaky Blinders e Deadwood.

deadblinders
La prima è una serie tv della BBC2, creata da Steven Knight nel 2013 ed ambientata nella Birminghan del 1919, poco dopo la fine del primo conflitto mondiale. Vede protagonista un convincente e carismatico Cillian Murphy, nota star del cinema che qui veste nei panni di Tommy Shelby, giovane allibratore ambizioso che punta al ruolo di leader della gang dei “Peaky Blinders” e mal si adatta alle direttive di zia Polly, interpretata da un’energica e volitiva Helen McCrory (esordì al cinema in “Intervista con il vampiro” e di recente l’abbiamo vista negli ultimi due film della saga di Harry Potter), che prova a gestire le intemperanze del nipote e manda avanti da tempo la gang, con fermezza e idee chiare. Uno scontro intrigante che stimola non poco l’interesse dello spettatore. A tutto questo si aggiungono i misteri legati a Grace Burgess, a cui presta il volto la bella e brava Annabell Wallis (già vista in tv ne I Tudors nel ruolo della regina Jane Seymour e al cinema in X-Men l’inizio), una donna enigmatica che fa di tutto per farsi assumere nel bar locale come cameriera e cantante, è invece una collaboratrice del nuovo capo della polizia e ha lo scopo di sorvegliare Tommy e vendicare l’assassinio del padre, ucciso dall’Ira. Tra lei e il giovane Shelby scattano fin da subito una forte attrazione e una paura reciproche. Ad interpretare questo nuovo capo della polizia, C.I. Campbell, è un duro e cinico Sam Neil: quest’uomo, legato a principi morali solidissimi, agisce sotto preciso e personale incarico di Winston Churchill e si crede quasi mandato da Dio per liberare la città dalla feccia, tali considera i criminali, in particolare i comunisti e gli irlandesi, per i quali prova un odio feroce a causa della sua lunga battaglia contro l’Ira.

Deadwood è una serie televisiva western della HBO, creata nel 2004 da David Milch (già creatore di NYPD Blue), ambientata nel 1870 nella omonima cittadina del South Dakota che mescola sapientemente personaggi realmente esistiti ed altri fittizi, eventi storici e inventati.

La narrazione inizia due settimane dopo la battaglia del Little Bighorn dove avvenne la sconfitta del Generale Custer. Deadwood è una città che deve ancora nascere, che vive senza leggi e non riconosciuta dallo Stato, popolata da fuorilegge, prostitute ed ogni sorta di criminale. In un luogo dove non vi sono leggi, l’unica legge che vale è quella del più forte, che in questo caso è Al Swearengen, interpretato da Ian McShane, uno dei pionieri fondatori della città, padrone dell’unico saloon dove gestisce i suoi loschi affari. Ma altri personaggi arrivano in città con l’intento di ricominciare una nuova vita: tra loro vi sono Seth Bullock, nel ruolo un intrigante Timothy Olyphant,  ex-sceriffo che vuole aprire un’attività commerciale, il cercatore d’oro Wild Bill Hickok, a cui presta il volto un irriconoscibile Keith Carradine e con Wild arrivano  assieme gli amici Calamity Jane (interpretata da una risoluta e magnetica Robin Weigert, già vista in E.R., Law and Order e di recente in Sons of Anarchy) Charlie Utter e Alma Garrett, newyorkese che arriva in città per assecondare le voglie avventurose del marito. I destini e le strade di queste persone si incroceranno inevitabilmente.

Abbiamo detto ad inizio articolo che sembrerebbero non avere punti di contatto, in realtà dimostreremo che non è proprio così.

Il primo punto di contatto tra le due serie è che entrambe hanno una precisa collocazione storica, sono infatti ambientate dopo un avvenimento storico molto importante: Peaky Blinders è situata subito dopo la celeberrima Grande Guerra, i cui tragici fatti avvennero tra il 1914 e il 1918. E la serie risente molto di questa vicinanza storica, visto che molti personaggi ricordano molto bene che hanno servito il re e la regina senza ricevere nulla in cambio, hanno visto morire i loro amici e ancora adesso portano le cicatrici fisiche e mentali di quel devastante conflitto. L’esempio più emblematico è Danny, che ha dei veri e propri attacchi di panico, durante i quali perde il controllo di se, credendosi ancora in pieno conflitto: salvato in extremis tante volte da Tommy, viene “ucciso” da lui davanti a tutti, per aver assassinato, durane una di queste crisi, un povero ristoratore. Il giovane allibratore lo risparmia per l’ennesima volta, creando una messinscena geniale, in cui crede lo stesso Danny, ma lo arruola a forza nella gang, considerandolo, non a torto, un suo debitore.

Deadwood, invece, è inserita poco dopo la battaglia di Little Bighorn, durante la quale, come è noto, svariati nativi americani, sterminarono il colonnello Custer e le sue truppe, che erano partiti con il chiaro intento di fare altrettanto. Per anni Custer e i suoi sono stati considerati dei martiri e degli eroi dagli statunitensi ed è proprio in questo contesto che si muove la serie, infatti i nativi americani sono malvisti da tutti e considerati colpevoli di ogni male. Spesso vengono definiti “pagani” con disprezzo  e usati come facili capri espiatori. Esempio lampante di questo tipo d’atteggiamento la storia raccontata da un criminale che, per sviare l’attenzione da se stesso, incolpa gli indiani di un efferato omicidio di un gruppo di pellegrini che stava tornando indietro nel Minnesota, terra da cui erano partiti.

E qui ci viene in mente un altro piccolo raffronto: nella serie inglese sono i comunisti e gli irlandesi ad essere considerati in questo modo. La stessa terra d’Irlanda è considerata come qualcosa di inferiore: durante il colloquio tra Churchill e Campbell, il capo della polizia, il primo afferma, infatti: “Qui non siamo a Belfast, qui siamo in Inghilterra e ogni cadavere buttato nel fiume risale poi sulle prime pagine dei giornali.”

A proposito di Campbell e del suo modo di gestire la comunità, vi si possono trovare delle piccole somiglianze con il padrone del saloon Al Swearengen: entrambi, difatti, usano molto spesso Dio nelle loro parole e nei loro gesti, fanno quasi violenza in nome di Dio, chi li ostacola è considerato feccia, si sentono i padroni della città e delle persone, sono disposti a sterminare la gente o a picchiarla, anche personalmente, pur di mantenere il loro ordine. Al è senz’altro più brutale e meschino, la sua fede in Dio pare pure apparenza, C.I più intelligente e sa usare l’astuzia, però è palesemente accecato dalla sua fede e dalla sete di potere.

Un altro paragone interessante è quello tra Tommy e Seth: sono senz’altro due uomini molto diversi, con percorsi di vita differenti. L’uno è un allibratore che ha fatto la guerra e brama di scalzare zia Polly da capo della gang, l’altro è un ex sceriffo che ha deciso di lasciare la legge, anche perché nauseato, il tutto per aprirsi una sua piccola attività. Eppure qualcosa in comune hanno: entrambi hanno un particolare senso dell’onore. Emblematiche in tal senso la scena in cui Tommy grazia Danny, fingendo di ucciderlo davanti a quelli che lo vogliono morto, chiedendogli un ultimo desiderio e la scena in cui Seth è costretto ad uccidere un ladro di cavalli per il bene comune e pure qui viene chiesto una sorta di ultimo desiderio, dato che lo sceriffo chiede al suo condannato cosa deve riferire alla sorella. Sia Tommy che Seth agiscono per il bene della propria comunità: l’allibratore lo fa per evitare una guerra tra la sua gang e quella degli italiani, mentre Seth per evitare il nascere di una sommossa che metterebbe in pericolo la sua esistenza e che creerebbe di fatto l’anarchia all’interno della comunità. Lo sceriffo uccide suo malgrado, si vede che la cosa lo ripugna e ascolta le parole del condannato con comprensione, inoltre lo fa morire in fretta, risparmiandogli il supplizio. Il giovane Shelby, invece, riesce a creare un diversivo e salvare la vita al suo amico, affiliandolo poi nella sua gang.

Tommy è un personaggio dai chiaro scuri spiccati: anche lui come Danny, patisce delle conseguenze derivate dalla guerra, facendo incubi spaventosi che non sono altro che echi della sua vita trascorsa in battaglia e che cerca di far tacere, senza molto successo, con la droga. Un’altra cosa interessante del personaggio del giovane Shelby è che ci sono dei momenti in cui fa venire voglia di prenderlo a schiaffi altre in altri invece si resta ammirati dalla sua intelligenza e dalla sua audacia.

Ci sembra interessante porre in confronto anche le figure femminili principali in entrambe le serie: in primis Calamity Jane e Zia Polly entrambe molto simili per energia e per la capacità di tenere testa e impartire ordini agli uomini in un mondo dai connotati decisamente maschilisti. Vediamo Polly riprendere con piglio molto autoritario un ragazzino la cui colpa è quella di aver compiuto l’errore di dimenticare una pistola carica in casa e per questo qualcuno ha rischiato di farsi male; inoltre sparo avrebbe potuto attirare attenzioni indesiderate da parte della polizia e, come lei stessa afferma durante una riunione di famiglia, lei è sempre stata il perno, la donna che ha tirato le fila degli affari anche quando gli uomini erano in guerra. La vediamo anche rimproverare duramente il nipote Tommy per il furto delle armi, di cui lui sembra non volersi disfare. Un furto che è alla base delle indagini di Campbell.

Calamity Jane, in apparenza, ha tutti i cliché della donna dura che vive in un mondo di uomini: beve, dice parolacce, si veste come un uomo, tuttavia riusciamo a cogliere subito che vi è altro in lei, la sua forza e il suo coraggio sembrano essere una sorta di baluardo a cui la comunità si aggrappa, inoltre, sotto l’aria da dura, nasconde un amore sincero e autentico per gli indifesi e, a differenza degli altri, sembra non credere alle apparenze.

Le altre donne interessanti delle due serie sono Grace e Trixie( quest’ultima interpretata dalla brava attrice irlandese Paula Malcomson, vista di recente in Sons of Anarchy e Fringe): entrambe hanno un’aria apparentemente dimessa e succube in quel mondo maschile, l’una è una cantante cameriera del locale e rischia di diventare anche sollazzo per i clienti, l’altra è una vera prostituta del bordello/saloon gestito da Al, che sembra dominarla in ogni modo, sia a parole che con le botte. Le due donne, fin dal pilot, dimostrano di avere carattere e di sapersi difendere. Grace ha un suo obiettivo in testa, Trixie, probabilmente, non è da meno.
Anche questa settimana il confronto finisce in parità benché, per preferenza nostra personale, vi consigliamo di più la serie inglese, la quale sembra avere qualche spunto di riflessione in più, tuttavia bisogna dare atto a Deadwood di saper tratteggiare molto bene un periodo storico molto difficile e molto scomodo per gli Stati Uniti.

Deadwood è andato in onda, da noi, su La7 dal 16 luglio 2006, anche se la terza e ultima stagione non è ancora stata trasmessa.
Peaky Blinders è, invece, ancora inedita in Italia.


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