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Servizio Pubblico: il ritorno di Silvio il Grande. Un poco come se Schettino riandasse per mare. E sulla sindrome italica del Vabbuò.

Creato il 13 gennaio 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

sp concordiadi Rina Brundu. Un anno fa la tragedia Concordia. Trentadue morti e una telenovela mediatica che fece il giro del mondo. L’uomo più famoso d’Italia? Francesco Schettino, il cinquantenne capitano di quella bellissima nave da crociera perita durante il nefasto “inchino” del Giglio. Un uomo, Schettino, molto diverso dal suo collega britannico Edward Smith, capitano di un altro gigante del mare – l’RMS Titanic – colato a picco in maniera inennarrabilmente tragica nell’Aprile 2012, quasi cento anni prima. Un uomo, Smith, che andò a fondo con la sua nave e prima di morire reclamava contegno ordinando alla sua gente: “Siate Inglesi!”.

“Vabbuò” commentò invece Schettino mentre il disastro prendeva forma intorno a lui. E poi si rimise per mare, lasciandosi dietro la carcassa in sofferenza e migliaia di persone a lottare per la vita. Naturalmente, in linea con la nostra natura buontempona non ci siamo fatti mancare neppure il siparietto da avanspettacolo e il dialogo De Falco – Schettino, tradotto in ogni lingua sotto il sole (incluso un addendum al misteriosissimo manoscritto Voynich), è diventato testo comico che, a mio avviso, dovrebbe essere inserito nei più noti manuali di riferimento: la classe, infatti, non è acqua neppure quando quest’ultima cola da tutte le parti! Momento da manuale comico per momento da manuale comico, un anno dopo quel famigerato 13 gennaio 2012, non possiamo non tenere nel dovuto conto l’ormai mitico istante-cult in cui Silvio Berlusconi – ospite d’onore del santoriano Servizio Pubblico – ha “spolverato”, prima di risedervisi, la sedia dove si era accomodato Marco Travaglio. Il problema è che lo ha fatto mettendoci tanto olio di gomito da portare l’ANCD (Associazione Nazionale Casalinghe Disperate), ad inviare fiera nota di protesta ai giornali; fiera nota in un cui sentitissimo “stralcio” si legge, tra l’altro: “…. basta quindi con questi anziani politici gaudenti determinati a non togliersi dalle balle ma a toglierci il lavoro: giù le mani dal Mastrolindo!”.

Che a raccontarle così sembrerebbero facezie figlie di fantasia sfrenata mentre purtroppo sono momenti farsa e tragici ad un tempo, assolutamente veri. Così come vera, sempre un anno fa, era la tragedia dello “spread in volo”, della speculazione internazionale sul nostro debito pubblico, della mancanza di fiducia (anche se a raccontarla tutta questo è fattore-cronico) nel nostro Paese, degli scandali del bunga-bunga 1, 2 e 3 e dei tesorieri partitici corrotti, di un’Italia che si scopriva in balìa del malcostume politico e civile più dissennato e al cui confronto la dissolutezza che portò alla caduta dell’Impero Romano era gioco da bambini. Tutto dimenticato? Apparentemente sì. Apparentemente sì se – mercé il successo di quella riuscitissima incursione mediatica che ha sbancato l’Auditel in casa La7 – Silvio il Grande si è sentito nuovamente legittimato ad andare avanti. E se, a sostenere le sue velleità, intervengono sondaggi elettorali che lo vedono in rimonta.

Ma è questa la Politica? Un siparietto comico ben riuscito tra due amici-nemici? Un revival dei giorni migliori di Totò e Peppino? Un momento topico infettato dalla Sindrome del Vabbuò? Un tappetto sotto cui nascondere la nostra incapacità amministrativa? Un tuffo “rinfrescante” nelle corroboranti acque del fiume Lete?  No, la Politica è cosa altra. Machiavelli docet! E che al tempo del grande Segretario fiorentino la visione su come dovesse proporsi l’amministrazione della cosa-pubblica, nonché il concetto di “memoria” fosse diverso, lo scopriamo anche semplicemente leggendo il suo grande contemporaneo, Francesco Guicciardini: “Più tengono a memoria gli uomini le ingiurie che e’ benefici; anzi quando pure si ricordano del beneficio, lo reputano minore che in fatto non fu, persuadendosi meritare più che non meritano; el contrario si fa dell’ingiuria”. Proprio così: al contrario si fa con l’ingiuria! E nessuna persona in buona fede può dubitare – credo – che tutte le “catastrofi” nazionali fin qui descritte siano state “ingiuria”, “affronto” al Paese…

Di sicuro, buone notizie per i “Francesco” di tutti Italia: il problema non sta nel nome! Così come il problema non è nel nome Silvio. Sondaggi alla mano, il problema, mentre la nave va a fondo, siamo tutti noi smemorati-di-Collegno e furbastri per partito-preso. Cribbio! Sono io o si sentono davvero per l’aere le note malinconica della mitica orchestrina del capitano Smith? Nearer, my God, to thee, nearer to thee! Nearer, my God, to thee, nearer to thee! Più vicino a te, Signor, più vicino a teeee!!! Più vicino a te, Signor, più vicino a teeeee!!! Mah!

Featured image, collage dalla Rete: l’ultima puntata di Servizio Pubblico (La7) e l’affondamento del Concordia.

 


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