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Sesso Matto (Rassegna Stampa Mutantropologica VI)

Da Sinesthesys

Oggi la nostra rassegna stampa cita il simpatico film del 73 per parlare dei nuovi modelli umani, quindi mutantropici, che ci vengono proposti e capire, qualcuno potrebbe dire "come al solito", quanto siano edificanti o piuttosto svianti, etimologicamente seducenti da ogni possibile accezione di evoluzione, cioè miglioramento. E senza moralismi o bacchettonismi, per carità: nessuno fra quelli che scrivono è un santo o è esente da una qualche forma di vizio. Ma c'è chi il vizio lo tiene per sé e ci si diverte nei momenti ricreativi, e chi lo sbandiera ai 4 venti fino ad arrivare a farne una missione di vita. Si crea così per memetica quello che certi gruppi iniziatici definiscono un "eone", cioè una corrente di pensiero collettiva dalla forza autonoma e trainante... ovviamente non verso territori elevati.

Sembra che la capitale di questa tendenza, cioè l'abuso d'ogni vizio, sia Londra, la città della speranza per molti giovani connazionali purtroppo senza prospettive in questo paese di potere corrotto, economia al collasso e osnoblosi imperante. Una generazione di laureati che attraversano il continente europeo per trovare lavoro almeno come lavapiatti (grazie Italia!), ma che come moderni Pinocchi nel Paese dei Balocchi vi trovano ogni bengodi. O, meglio, ogni mezzo anestetico. Perché come si fa a far lavorare in modo efficiente l'immigrato in un ambiente meteorologicamente freddo, culturalmente ostile ed ecologicamente asfissiante? Riempiendolo di droghe e divertimenti. Cosa ne è dell'essere umano poco importa, dopotutto se l'è andata a cercare, intanto si tiene basso lo spread e alto il PIL. Da noi comunque dal punto di vista delle sostanze non va molto meglio. Si sente addirittura dire in giro che certuni siano ricaduti nel tunnel della droga.... per colpa dell'Inps! (o di Equitalia, è lo stesso: l'Inps ne è la principale azionista)

In ogni caso qui da noi si toccano dei vertici di ipocrisia osnoblotica che hanno qualcosa di sublime: si cacciano prostitute e trans dalla strada per poi metterle, non loro quanto piuttosto la loro immagine, in sfilate e riviste patinate. Si opera così né più né meno che un furto di archetipo con doppio carpiato osnoblotico, sfruttando un immaginario che trova sempre meno riscontro nella realtà per farlo fruttare nell'iconografia di tendenza e vincente. In fondo un corpo in vendita già è antico se non eterno simbolo di commercio, può quindi benissimo invogliare a comprare qualsiasi cosa. Anche in questo caso, che coincidenza, rimane fuori l'essere umano, tanto il bisognoso che elargiva il servizio quanto quello che ne faceva uso. Il primo si parcellizza nella tecnologia sempre più virtuale e sempre meno fisica. Il secondo, se non si adegua, diventerà un habitué o si affiderà al passaparola o insomma si arrangerà un po' lui. Nessuno ha il numero di Tarantini per caso? 

Infatti, per essere certi che il processo funzioni e lo faccia soprattutto negli astrali condivisi dalla massa di ipocoscienti che li intasa, si provvede a piccole rivoluzioni copernicane dell'immaginario. In fondo le attricette e le modelle non sono altro che prostitute d'alto bordo, no? Lo sanno tutti, così va il mondo. Bene, palesiamolo con un bel modello mutantropico da professionista del meretricio o addirittura pornostar!  Si tira giù la maschera nel nome della corruzione collettivizzata, perché nel tanto peggio/tanto meglio, come si dice, gli stronzi galleggiano. E che non ci si lamenti dei modelli dati alle nostre fanciulle, tanto dopo Britney Spears e le Tatù... Viviamo il post-modernismo della pedopornografia :O

Rivoluzione per rivoluzione, addirittura il mito Rocco Siffredi, da sempre re incontrastato del machismo mercenario (nel suo caso addirittura milionario) in salsa tricolore, non sa più cosa inventarsi e fa passare come ovvi e naturali certi sorprendenti voltafaccia. Mutantropia normalizzatrice piccoloborghese ;)  È pazzesco come, in un paese provinciale come il nostro, se qualcuno ottiene credibilità in qualsivoglia settore viene ipso facto considerato un'autorità per qualunque altro campo del sapere, anche lontanissimo, o legato da debole e confusa connessione. Il "simbolo" Rocco Siffredi, praticamente un archetipo, comunque il personaggio pubblico (non l'uomo), della coppia se n'è sempre fregato, al rapporto in sé non ha mai dato la minima importanza. Il corpo femminile per lui non era il vettore di un essere umano ma una bella forma con cui fare ginnastica carnale, un compito da sbrigare nel modo più spettacolare possibile davanti all'occhio necessariamente pubblico della telecamera. Oggi però affronta problemi di coppia per l'orecchio privato di chi è in crisi. Dopotutto anche lui ha un cuore, e poi ha scoperto che ascoltare l'altro torna anche utile. Wow, un vero eumutantropo! A quando un corso di sobrietà tenuto dall'on. Santanché o uno di modestia tenuto dal sindaco Renzi?

Forse l'uomo, intendiamo il maschio, ha semplicemente paura dell'universo femminile e tramite la sua mercificazione riesce a far fronte ad atiquifobie e apatepofobie. Di certo colui che ha filmato le proprie nozze con la webcam per rivivere quel momento indimenticabile non in modo oggettivo (come nel tradizionale filmino), ma attraverso la perenne soggettiva di come l'ha vissuto, dimostra ben altre fobie: quella di perdere la memoria innanzitutto. O forse semplicemente di vedersi ottimisti e ridicoli in modo oggettivo, come effettivamente si è in quei momenti. Tra i vari modi per impiegare la tecnologia in senso rievocativo di un vissuto, qui si esorcizza la paura di un impegno forte moltiplicando e reiterando all'infinito il terribile evento. Si pensa di applicarlo anche al famigerato esame di maturità o alla camminata sulle braci ardenti. Magari potremmo anche inserirlo in una Sinestesopera, perché no? ;D

Un aiuto a chi vuole esorcizzare la paura dell'eterno femminino arriva dall'artista sudafricana Reshma Chhiba, in grado di proporre un viaggio fisico, quindi auspicabilmente sinestetico, nientemeno che.... all'interno di "Sua Maestà" la vagina! Il povero maschio (ma anche la femmina, suvvìa!) è così sottoposto ad un viaggio corporal-semiotico in uno degli archetipi più primordiali e sconcertanti che ci siano, capace di attanagliare la coscienza con una ridda di simboli fondamentali, dalla nascita - identificazione regressiva -, alla sessualità - identif. parziale - , all'alterità poco conosciuta, quando non inconoscibile, o minacciosa, soffocante, ostile, insomma tutta la serie di irrisolti psicologici che l'incorporazione in un simile luogo comporta. Purtroppo però... il trucco si svela presto. Ad una vaga somiglianza cromatica non corrisponde quella tattile, non vi è calore, nessuna scivolosità di mucosa, nessun'impressione organolettica. Che dire? Certo l'intenzione è encomiabile, si vuole evocare e far discutere, non mandare il fruitore in uno stato d'ansia. Allora forse l'opera va bene così, povera, simbolica. 

Ma tutti sappiamo che prima o poi l'epigono dotato di mezzi ci sarà... e senza Sinestesi rischia di venir fuori una cosa squallida e triste. Ciò ci dispiacerebbe non poco.

Di certo una che è riuscita a sconfiggere atiquifobie e apatepofobie è l'incredibile nuotatrice 64enne Diana Nyad, in grado di compiere la traversata da Cuba alla Florida a nuoto e senza gabbia antisquali. Alla fine sembra dirci che non è mai troppo tardi innanzitutto per allenarsi nei confronti di uno scopo, e poi per affrontare risolutamente le proprie paure, anche in modo estremo se necessario. Siamo sulla terra e quando si agisce si agisce. Che può farci in fondo qualche pescecane? Anzi forse l'hanno chiamato così proprio perché i cani aggrediscono sempre chi ha paura di loro...

E voi cari aspiranti mutantropi cosa scegliete? I paradisi psichedelici di Londra o gli oceani psichici interiori? ;)



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