Magazine Cultura

"Seta" di A. Baricco

Creato il 04 maggio 2011 da Bens
Parlare di Baricco è come parlare del nucleare: finisci sempre per rompere i coglioni a qualcuno e ritrovarti, sotto casa, un sit-in di fastidiosi manifestanti perlopiù imbevuti di retoriche banalità civili. Quindi andiamoci cauti.
Quando il "fenomeno Baricco" esplose ero poco più che una docile infante rapita dallo sminuzzamento dei biondi capelli delle mie Barbie, di cui non rimaneva nulla se non qualche timido ciuffo, per occuparmi della popolarità, più o meno meritata, del sopracitato scrittore. Nel 1996, quando Seta uscì, io salvavo le mie Barbie pelate dal mostro nazista oppure riproducevo fedelmente l'incoronazione a Regina d'Ungheria della mia bambola Sissi, imperatrice d'Austria (lascio a voi ogni commento al riguardo, n.d.r.).
Ad un certo punto, però, quando frequentavo il liceo, Baricco tornò di moda, perlomeno tra i miei compagni di classe. Io avevo abbandonato le mie vocazioni salvifiche di giovane burattinaia, per andare incontro ad un ridente destino di brufolosa quattrocchi. Quindi passarono gli anni insieme ai brufoli e gli occhiali lasciarono il posto alle migliori amiche che una miope possa trovare nel suo sfocato cammino: le lenti a contatto.
Mi passarono tra le mani libri, storie e titoli, dimenticando Baricco, almeno fino a ieri, quando trovai tra vecchi romanzi accatastati una prima edizione di Seta.
Inciso: non venitemi a dire cose del tipo "ma avresti dovuto leggere Oceano Mare" "Ma dovevi leggere Castelli di sabbia prima" ecc ecc... Ho letto solo Seta e di questo parlerò. Vi scartavetro i genitali perché leggiate Miller prima di Bukoswki? No, appunto.
Baricco scrive bene, davvero bene, come piace a me: con i tempi giusti, le pause, i giochi, le immagini. Una bella e raffinata scrittura femminile (lo affermo con oggettività, senza disprezzo). Anche la storia dei bachi da seta, delle corna e del ti voglio ma non posso, alla fin dei conti ha una sua linearità. Tuttavia, leggere o non leggere questo libro non intaccherà il vostro stoico ed inesorabile cammino verso la tomba. Io devo vivere abbastanza a lungo per leggere Guerra e Pace, Ulisse ed anche Hemingway, mentre campare due ore in più per leggere Seta non è realistico.
Seta è una storiella un po' più profonda di Hansel e Gretel, da cui hanno tratto il film più palloso nella storia dei film pallosi, sebbene un cast stellare (Micheal Pitt, Keira Knightly e Alfred Molina) la cui interpretazione dei tre bachi da seta è senza dubbio memorabile. Scherzi a parte, se ho ciondolato in aneddoti inutili è perché su Seta c'è poco da dire, anzi nulla, se non che Baricco è un genio capace di accumulare danari su danari vendendo aria fritta. B.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

COMMENTI (3)

Da Joggy
Inviato il 17 maggio a 00:45
Segnala un abuso

La mia natura polemica mi spinge a risponderti, anche se le nostre posizioni sono ben chiare. Non ho nulla da controbattere a quello che dici ma: ( non è una polemica in realtà) dopo essermi per caso imbattuta nelle tue riflessioni su Baricco, mi sono presa la briga di leggermi anche altre tue cose ( a proposito, complimenti per il brano che hai riportato: scrivi da uomo, il che è un complimento secondo me ) ed ho capito che quando parli di un libro che non ti piace denigri un po' l' autore ( vedi Giordano, e sono d'accordo con te in quel caso ). Tutto qui, non c'è una conclusione, l'ho notato e mi andava di scriverlo.

Da  Bens
Inviato il 09 maggio a 16:31
Segnala un abuso

Ah si intitolava Castelli di rabbia? scusa, sarà che al mare costruivo castelli di sabbia (lapsus linguae). Non credo ci siano libri per pochi. I libri sono per tutti, ma i gusti sono diversi. In Seta ho colto poco, capita. Buttare fango sull'autore dici? Beh grazie per l'importanza che mi dai, sebbene l'errore in ciò che dici è madornale. Ho semplicemente condiviso il mio pensiero su UN libro che non ho trovato brutto, semplicemente trascurabile. Ho scritto di Seta perché ho letto solo quello e non ho l'impellente necessità di leggere altro di Baricco. Non credo me ne si possa fare una colpa. Penso davvero che B. scriva bene, lo penso e non l'ho nascosto nell'articolo. E per quanto riguarda la "moda" commetteresti un altro errore a mischiarla con un libro. B.

Da Joggy
Inviato il 08 maggio a 02:03
Segnala un abuso

Cara Bens, innanzitutto è castelli di rabbia e non di sabbia. Dopodiché, come hai detto nel tuo articolo, hai scatenato moltissimi fan. Leggere Baricco è per pochi. Per fortuna che ci sono persone come te che non passano due ore ( come fai a metterci due ore a leggere solo un centinaio di pagine o poco meno??? ) a leggersi Baricco -che poi due ore per leggerlo, ma quello che ti rimane? Ecco, è per questo che Baricco è per pochi, anche se poi lo leggono in tanti. Perché c'è tutto dentro. Ma fai difficoltà a coglierlo. Per inciso, non puoi scrivere un articolo su un autore avendo letto soltanto un libro, scrivi qualcosa sul libro che hai letto, che poi è il più brutto, non sull' autore. Non puoi arrogarti il diritto di buttare fango su uno scrittore soltanto per fare quella che non segue la moda. Te lo dice una che ha letto Guerra e Pace e molte altre robe, ma ha trovato la bellezza soltanto in Baricco. Amen, e cosi sia.

Dossier Paperblog

Magazines