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Sherlock Holmes - Gioco di ombre

Creato il 29 dicembre 2011 da Filmdifio
Sherlock Holmes - Gioco di ombre
Il secondo episodio della saga dedicata a Sherlock Holmes, ha vinto, in Italia, la sfida ai botteghini natalizi. Guy Ritchie, qui come negli Stati Uniti e nel mondo, sta incontrando ancora una volta il favore del pubblico grazie all'intuizione di riportare sul grande schermo in modo "nuovo" l'investigatore più noto di tutti i tempi, colui che dell'uso sapiente di logica e spirito di osservazione ha fatto un tratto più che distintivo. "Sherlock Holmes - Gioco di ombre" è senza dubbio un bel giocattolone, ben confezionato, un ottimo prodotto di puro entertainment. Molto della simpatia dell'intera operazione credo si debba al protagonista, il ritrovato Robert Downey Jr., che tanto piace alle signore e che incontra i sorrisi anche dei signori, con quel suo passato burrascoso pieno di "errori" che lo rendono più umano che divo. L'attore americano infatti funziona benissimo nel ruolo del detective di fine Ottocento. Lo riesce a modernizzare senza però sconvolgere totalmente il personaggio che negli anni si è imposto nell'immaginario collettivo. E poi è bravo, autoironico, con una giusta dose di "faccia da schiaffi". Con lui c'è Jude Law che incarna il fedele assistente, il dottor Watson. In questo secondo episodio Ritchie si diverte a sviscerare ancora di più il tipo di rapporto che lega i due personaggi: una solida amicizia, quasi morbosa, che sfocia in un'insopportabile necessità di lavorare insieme. Si detestano, ma non possono l'uno fare a meno dell'altro: quasi una storia d'amore, con tanto di gelosie e ripicche, a cui il regista allude non velatamente quando uno prova a picchiare l'altro in una sequenza di movimenti che potrebbero far pensare a tutt'altro. Per il resto il film si profila più come una pellicola d'azione che un giallo e questo deve essere il tratto distintivo che ha voluto imprimere il regista. Alcune sequenze sono senza dubbio spettacolari, ma quei continui flashforward e il montaggio che Ritchie si porta dietro fin dai suoi primi film, appesantiscono e non per forza migliorano la tenuta generale della pellicola. 

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