Magazine Diario personale

Siamo tutti pecorelle, sì anche tu, hipster dei miei stivali

Da Micamichela @micamichela
Ho fatto Marketing e comunicazione, ho studiato su libri che spiegano la psicologia dei consumi e ho ne ho letti per conto mio altri, come "Il punto critico" di Gladwell, pieni di storielle ed esempi che ti spiegano come succede che un autore sconosciuto diventi best-seller, perché una storia raccontata da una persona genera una reazione e raccontata da un'altra genera il nulla, come mai in un particolare momento un paio di scarpe e non un altro diventino "di moda".
E però continuo a non capire.
Mi guardo in giro e non capisco, come fino a un paio d'anni fa nessuno osasse mettersi al collo delle patacche di pietre colorate ed ora i negozi e le nostre case siano piene di statement neckalace, che da sempre il bianco fosse il colore più sfigato per le macchine ed ora tra le macchine nuove 8/10 sono bianche, che l'anno scorso ho comprato lo smalto bianco e mi hanno preso in giro dicendomi che sembrava scolorina, e quest'anno tutte con lo smalto bianco.
È inquietante.
Mi fa pensare a scenari apocalittici fatti di burattini con i fili nel cervello che fanno le cose perché le fanno tutti.
Però intanto mi viene voglia di mangiare da Mcdonald's perché tutti mangiano da Mcdonald's, anche se sono passati 15 anni dall'ultima volta che ci sono andata. Vorrei la Coca cola con il mio nome, e a me neanche piace la Coca cola. Oggi sono andata da Zara e ho preso in mano la gonna-shorts che si vede ovunque, nonostante la vocina nel cervello proveniente dalle mie cosce mi sussurrasse che non era il caso. Ho comprato la crema 1000 usi Be chic perché l'avevo visto da qualcuno. Ogni anno l'agendina Moleskine perché fa figo.
E se in realtà Jude Law fosse brutto, ma la persona giusta al momento giusto avesse dichiarato che è bello e quindi ora tutte le andiamo dietro?

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