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Silvio-Callaghan: “Una Magnum rende felici”.

Creato il 17 settembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Silvio-Callaghan: “Una Magnum rende felici”.Sarà pure gossip, e quindi una stupidaggine, ma il servizio che appare oggi sull’Espresso, e di cui La Repubblica offre un’anteprima, è un ritratto inedito del “personaggio” Berlusconi agli inizi della sua sfolgorante carriera. Il servizio non è accompagnato da un testo significativo ma raccoglie una serie di scatti che il fotografo Alberto Roveri fece all’imprenditore di successo che aveva appena completato Milano2. Già molto vanesio, Silvio non permise a nessuno di disturbare il lavoro del fotografo respingendo, racconta Roveri “perfino una telefonata del sindaco Tognoli”. “L’unico che ebbe libero accesso – ricorda ancora il fotografo – fu Marcello Dell’Utri”. All’epoca, l’amico siciliano dell’appena nominato Cavaliere dal presidente della Repubblica Giovanni Leone, curava l’amministrazione di Villa San Martino, quello splendido podere acquistato per poche lire dall’orfana dei marchesi Casati-Stampa grazie all’intermediazione dell’avvocato Cesare Previti. Le cronache raccontano di come solo il valore dei quadri e delle suppellettili presenti nella villa, superassero di per sé quanto sborsato dal Cavaliere, ma questa è una cronaca che purtroppo non è mai diventata giudiziaria. Ma quello che colpì il fotografo, oltre all’amicizia strettissima di Silvio con Marcello Dell’Utri tanto da sembrare gemelli (“stessa pettinatura, stesso look, stesso piglio aggressivo”), fu il revolver che Silvio ostentava sulla sua scrivania alla Edilnord. Una 357 Magnum che, nel momento in cui andarono a pranzo, il Cavaliere infilò nella fondina consegnandone una simile al suo autista. “Ha idea di quanti industriali vengono rapiti?”, si giustificò Silvio con il fotografo stupefatto. Quello del “rapimento” rappresentava, in quegli anni, il vero incubo di Berlusconi tanto che per fargli da guardia aveva assunto come stalliere l’assassino prezzolato della mafia Vittorio Mangano, diventato poi un “eroe” grazie al silenzio omertoso con cui rispose ai giudici che indagavano sui suoi rapporti con il duo Berlusconi-Dell’Utri. Ma Mangano in quel periodo era tornato nella sua Sicilia e il Cavaliere aveva pensato bene di difendersi da solo dopo aver visto al cinema Clint Eastwood esaltare la potenza di fuoco della sua pistola. Una Magnum per Callaghan, una Magnum per Silvio e il bene avrebbe trionfato sulla delinquenza prima e sui comunisti poi. Roveri ricorda anche l’incontro con Berlusconi dell’anno dopo. Il Cavaliere è in piena ascesa. Sta mettendo a punto l’”idea” che Gelli aveva dell’Italia iniziando a costruire quello che sarebbe diventato il suo impero mediatico e lo strumento principe della sua irresistibile carriera politica. Roveri lo incontra alla festa di presentazione di Telemilano (da cui sarebbe nato Canale5). Silvio aveva già acquisito la quota di maggioranza del Giornale (girata subito al fratello) e aveva tutte le intenzioni di mettere le mani sul Corriere della Sera. A quella festa erano presenti infatti tre esponenti di spicco della loggia massonica segreta P2 nonché, rispettivamente, presidente, amministratore delegato e direttore del Corsera, Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din e Franco Di Bella. Nel 1978, al fotografo Roveri quello era sembrato un normale incontro fra l’astro nascente della finanza e dell’editoria Berlusconi e il gotha del più importante giornale italiano. Rivisto oggi, dopo i fatti successi in questi anni, forse non fu un incontro casuale, forse non fu solo un party, forse non fu solo amicizia. Berlusconi ha sempre negato di essere stato iscritto alla P2 anche se l’oggettività dei fatti dimostrerebbe il contrario, ma quello che non si può negare è che oltre all’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam e l’autobiografia di Mike Buongiorno, il libro preferito, letto e riletto da Silvio, sia stato “Programma - Piano di Rinascita”, che non è l’autobiografia del pianista Fedele Confalonieri, ma la pianificazione di un colpo di stato non cruento messo a punto dal venerabile maestro della loggia massonica Propaganda 2, Licio Gelli. E siccome in questo paese la memoria si fa sempre più corta e labile, propongo, passando all’”io”, ai miei tre lettori occasionali di andarselo a rileggere (ne sconsiglio la lettura notturna, di incubi bastano i miei). Il link è questo, basta copiarlo e incollarlo: http://www.loggiap2.com/piano_di_rinascita.htm   

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