Magazine Cultura
Gli amici di TerritorioTeatro, Lapo Ciari e Andrea Mancini, hanno regalato a quei caparbi personaggi che hanno voluto e saputo sfidare il tempo da lupi di queste notti, un'altra sublime carezza alla mente. Invitandoli, per qualche ora, a fuggire dal manicomio della vita.
Lo spettacolo si è svolto in un luogo inusuale, e sconosciuto ai più. Un salone nella parte bassa del Convento, credo, l'antico refettorio usato dai frati francescani.
Lapo ed Andrea ci hanno guidati per farci scoprire alcune donne di San Miniato, leggendo, recitando e cantando le storie dei loro pollai. Le storie delle loro semplici vite quotidiane, frammenti, storie della storia del mondo.
Prima di tutte, ci hanno letto Marinella Marianelli, una donna che si è spesa per le altre donne.
Poi, scesi nel salone, seduti ai tavoli come commensali a gustar biscotti e a cibarsi di parole, pensieri e memorie, abbiamo seguito la lettura di altre donne sanminiatesi. Sirene narranti che ci hanno raccontato di una guerra, la prima, quella che aveva portato vi a tutti i giovani, a combattere nelle fredde e lontane trincee del Carso, vissuta come tempo di attesa e ritorni mi avvenuti.
Che ci hanno descritto i lavoro dei campi nella prima metà del secolo scorso.
Che ci hanno raccontato un'altra guerra, la seconda, arrivata fin dentro le case, le stalle i campi. Con i soldati tedeschi, umanizzati, visti come loro stessi, davanti alla fame. Soldati tedeschi che capivano rubar loro maiali ed uova, per la stessa fame nera che conoscevano bene. Mi ha colpito il confronto, tra le gallette abbandonate dai soldati tedeschi in fuga, nere, dure, insapori anche dopo averle fatte bollire con l'orzo, e la fame dimenticata con l'arrivo degli americani e il mangiare con loro nelle cucine dei loro campi.
Il diario umano, toccante, di Vittoria Volpini, una giovane di 23 anni, morta in Duomo nel '44.
Lapo ed Andrea ci hanno letto brani di Pia Morelli, di Teresa Salvadori Berni, di Norma Guerri, di Licia Falaschi, di Felia Chesi, di Monica Pacini, di Fresa Giomi, di Tania Matteoli. Memorie scritte in gran parte su provocazione, consiglio, spinta, proprio della stessa Marinella.
Ma i racconti non si soffermano solo sulla guerra, vanno oltre. Rappresentano anche la voglia di ricominciare, come la misura delle cose. Di quegli istinti da pollaio, di cose conquistate un pezzetto alla volta, magari con sacrifico, spesso con l'ingegno aguzzato dalla parsimonia.
Nel salone fa freddo, quasi come fuori. La luce è infame, poca e gialla, si fotografa con fatica.Ma vedo Veronica ed Alessia, due ragazze del nostro corso di fotografia che non si intimoriscono, e scattano.Con i brani che si susseguono, ci si avvicina pian piano ai giorni nostri. Con la poesia dei brani di Valeria Bertini Pistolesi, che ricordo con molto piacere, mia estimatrice, che mi portò ad essere, agli inizi degli anni '90, il più giovane accademico degli Euteleti.
Sirena, tra le sirene, Alessia Baldinotti, con la sua voce di contralto drammatico, accompagna i due attori.
La serata si chiude con le poesie di Anna Braschi, sirena tra le sirene, seduta tra noi. Lapo ed Andrea ci leggono del suo amore, del suo stupore, della sua indignazione per il mondo.
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