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Sogno di un futuro di mezza estate di Francesco Verso

Creato il 04 dicembre 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Laureato in economia e commercio, indirizzo ambientale presso l’Università degli studi Roma Tre nel 2001, inizia a lavorare per l’IBM nella divisione personal computer dove resta fino al 2005. Fino al 2008 lavora per la multinazionale cinese di PC Lenovo. Inizia a scrivere nel 1996, prima poesie e poi il romanzo Antidoti umani, finalista al Premio Urania (Mondadori) nel 2004. Nel 2008 ottiene una menzione speciale al Premio Internazionale di Poesia “Mario Luzi”. Nel 2009 vince il Premio Urania-Mondadori con il romanzo Il fabbricante di sorrisi, pubblicato nella collana Urania con il titolo di e-Doll.[1]. Nel 2010 completa il terzo romanzo “Livido” e i racconti “Flush”, “Dodici Centesimi”, “Sogno di un futuro di mezza estate”, “Due mondi” e “La morte in diretta di Fernando Morales”. Nel 2011 finisce il racconto lungo “Bloodbusters” e inizia il romanzo “I Camminatori”. Attualmente collabora con la rivista NeXT curata da Sandro Battisti, uno dei fondatori della corrente letteraria del Connettivismo e con la Kipple Officina Libraria [2] in veste di co-direttore della collana editoriale di letteratura fantastica Avatar.

Sito: www.francescoverso.com

 

Sogno di un futuro di mezza estate di Francesco Verso
Titolo: Sogno di un futuro di mezza estate (isbn:9788895414591)
Autore: Francesco Verso
Serie: //
Edito da: Kipple Officina Libraria
Prezzo: 1 € (E-book)
Genere: Fantascienza, erotico
Pagine: 13 p.
Voto: 
Sogno di un futuro di mezza estate di Francesco Verso

Sogno di un futuro di mezza estate di Francesco Verso
 

Trama: In un cyberfuturo in cui l’umanità è quasi completamente sterile, il sesso virtuale è la regola, ma qualcuno si ribella al sistema. Thomas corre freneticamente verso casa, è in patema e non resiste più: deve trasognare insieme a Yumiko. I loro avatar sono nati lo stesso giorno, nella festa di mezza estate, coincidenza che celebrano con del sesso onirico-virtuale. Quest’esperienza ultrasensoriale basterebbe a Thomas, come al resto della società, ma non a Yumiko e i due si incontrano nella realtà, con conseguenze inaspettate.

Recensione:
di Molly68

La fantascienza è un genere letterario molto particolare. Rispetto ad altri ambiti del fantastico ha regole più ferree da rispettare, essendo scienza e logica a dover dare credibilità alle vicende narrate.

Come in ogni buon racconto di fantascienza, Francesco Verso fonda la sua storia sull’impatto che, in un futuro non troppo lontano, una tecnologia può avere sulla società e sugli individui. La realtà virtuale è infatti la tecnologia che governa il futuro in cui l’Autore fa muovere i suoi personaggi, dotandoli di un gergo particolare e ideando evocativi neologismi, tratteggiando un mondo cyberpunk dal quale non sembriamo essere poi così distanti.

La storia è incentrata sulla contrapposizione tra sesso virtuale e sesso fisico, ma soprattutto sulla volontà di non lasciarsi sopraffare da un sistema che impone regole volte a tenere sotto controllo le pulsioni umane per poter controllare l’individuo stesso.

Thomas e Yumiko si conoscono durante un trasogno, nella festa di mezza estate. A distanza di un anno, Yumiko insiste per andare oltre l’esperienza ultrasensoriale (di cui Thomas tutto sommato è soddisfatto), riducendo la distanza che la tecnologia vuole mantenere tra gli esseri umani, e così i due decidono di incontrarsi.

Il racconto è breve, ma i personaggi riescono a far presa sul lettore: Yumiko, con la sua intraprendenza e il coraggio di sfidare le regole, Thomas con il suo egoismo e l’atteggiamento passivo, spaventato dalle relazioni a lungo termine e omologato a un sistema che tenta di nascondere le debolezze umane dietro a una realtà virtuale.

L’argomento è interessante, l’idea abbastanza originale, l’ambientazione essenziale (con pochi tratti descrittivi, Francesco Verso riesce a calarci in un mondo fatto di V-lenti e disadorne strade di futuristiche città), tuttavia ci sono alcune cose che non mi hanno convinta. Il finale, per esempio, tracolla troppo velocemente e lascia un senso di incompiuto e il linguaggio mi è risultato a volte troppo “slang”, benché la prosa usata dall’Autore sia nel complesso piuttosto fluida. Un buon racconto, tutto sommato, anche se potenzialmente in esso c’è molto di più e alcuni aspetti avrebbero potuto essere sviluppati in modo più ampio.

Per concludere, ho apprezzato l’omaggio al grande Will: la notte di mezza estate, nel futuro come nel passato, cela incontri misteriosi e crea strane relazioni.


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