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Sovrintendente: si riparte dal vecchio bando

Creato il 11 novembre 2013 da Nonzittitelarte

Sovrintendente: si riparte dal vecchio bandoSOVRINTENDENTE. E l’amministrativista Andrea Pubusa attacca il sindaco Zedda

Il consiglio di amministrazione del Lirico dovrà rispolverare il vecchio bando per cercare il sovrintendente che sostituirà Marcella Crivellenti, detronizzata dal Tar che ha ritenuto illegittima la sua nomina. A meno che il sindaco Massimo Zedda, presidente della Fondazione, non proponga al Cda la revoca della manifestazione di interesse e ne disponga una nuova, motivando la sua scelta.

È questo uno degli scenari che si prefigurano dopo le clamorose sentenze del Tribunale amministrativo regionale che ha accolto i ricorsi degli ex sovrintendenti Mauro Meli e Angela Spocci – oltreché quello di Giorgio Baggiani, estromesso immotivatamente dal Cda – giudicando illegittima la nomina a numero uno del teatro dell’ex addetta alla biglietteria. In attesa di capire se Zedda ricorrerà al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar, ci sono una serie di altri scenari, come spiega in un commento sul sito “Democrazia oggi” Andrea Pubusa, ordinario di diritto amministrativo nella Facoltà di Giurisprudenza.
SI RIPARTE DACCAPO «La sentenza dice che la Crivellenti non poteva neppure essere ammessa alla procedura in quanto non ha neanche presentato domanda per la nomina», sostiene Pubusa, che al Tar ha difeso Angela Spocci. «Infatti è stato Massimo Zedda a presentare un curriculum, neanche firmato della Crivellenti, alla seduta del Cda della Fondazione del 1° ottobre 2012 ed ha imposto la nomina contro la volontà della maggioranza dei componenti, minacciando, in mancanza, nientemento che le sue dimissioni».
Secondo Pubusa, «l’annullamento della nomina della Crivellenti ha effetto retroattivo perché l’atto, in quanto viziato ab origine , viene eliminato dall’ordinamento fin dal suo nascere ed è come se non fosse mai esistito. Sul piano giuridico», evidenzia il docente universitario, «la procedura di nomina del soprintendente torna al 30 settembre 2012 e deve riprendere con l’esame delle domande ch’erano state regolarmente presentate». Insomma, tra quelle 44 manifestazioni d’interesse messe da parte per imposizione di Zedda si dovrà scegliere il nuovo soprintendente.
Ma il Cda può seguire altre strade? «Sì, secondo Pubusa, ma prima – come dice la sentenza che ha accolto le censure dei difensori di Angela Spocci e Mauro Meli – deve motivatamente revocare il bando che aveva deliberato e pubblicato nell’estate del 2012. Deve però motivare perché è nell’interesse del Teatro lirico ritirarlo e riavviare la procedura con modalità diverse. È facile immaginare», prevede, «che in questo caso la Spocci e Mieli si rivolgeranno ancora al Tar e ci sono buoni motivi per pensare che ci sarà un nuovo annullamento».
IL COMMISSARIAMENTO C’è anche una terza via: «Zedda, se ha i numeri, può paralizzare il Cda e provocare così il commissariamento del teatro. E qui si aprono scenari inquietanti, come già lo sono quelli in cui è maturata la nomina della Crivellenti. Si è appreso che questa signora era sponsorizzata da Gianni Letta quando fu nominata bigliettaia del Teatro dal 2008 al 2010», argomenta Pubusa. Che in un passaggio successivo sostiene: «Si può capire una forzatura così forte, uno stravolgimento di elementari principi di civiltà giuridica, come dicono i giudici del Tar, se la candidata fosse stata di chiara fama. Ma per una ex bigliettaia, a fronte di candidati che avevano retto le più prestigiose istituzioni musicali italiane, dal Regio di Parma alla Scala di Milano, tanta determinazione nel violare le leggi può avvenire solo se la pressione viene da centri decisionali che ti coinvolgono a tal punto da renderti una loro longa manus , da privarti di alternative».
SINISTRA SENZA ETICA Nei passaggi successivi Pubusa si addentra in considerazioni politiche, commentando il comunicato stampa emesso poche ore dopo la pubblicazione della sentenza in cui il presidente della fondazione parla di «rispetto il lavoro dei giudici». «A noi cittadini democratici interessa che i giudici siano un baluardo contro il malaffare e l’arroganza di chi esercita il potere, anche se non ci sfugge che svolgono un’opera di supplenza verso la politica che ha ormai abbandonato anche nella sedicente “sinistra” nostrana ogni battaglia per imporre un’accettabile etica pubblica».
«ZEDDA HA TRADITO» Poi parla da elettore di Zedda. Il sindaco «di rispetto può averne uno solo: verso noi elettori che lo abbiamo fatto sindaco per cambiare le cose e siamo stati traditi. Può solo dimettersi perché la sua fedeltà ai giri che gli hanno imposto la Crivellenti non sono i nostri, non sono i meccanismi virtuosi della partecipazione democratica per affermare i quali noi lo abbiamo eletto. Dietro l’angolo», conclude Pubusa, «non c’è solo il giudizio penale ma anche quello contabile. Zedda deve rendere conto dei 10.000 euro al mese accordati illegittimamente alla sovrintendente. C’è anche la buonuscita al suo predecessore al quale si dice sia stato pagato un anno di stipendio per lasciar libero il posto poi assegnato alla Crivellenti». (r.cro.)

fonte: L’ Unione Sarda

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