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Stabilita l'esistenza dell'anima e la sua immortalità - l'uomo ha già in sè tutti i poteri oppure ha bisogno di altri sostegni?

Creato il 12 novembre 2012 da Rafaelcoche @El_coche
Stabilita l'esistenza dell'anima e la sua immortalità - l'uomo ha già in sè tutti i poteri oppure ha bisogno di altri sostegni?
Molti di noi sono convinti che l'anima sia qualcosa di astratto, di non tangibile e di non reale. In realtà l'anima siamo noi nella realtà. Il corpo infatti non é il nostro io reale ma solo ciò che vediamo nello specchio. Per ben comprendere il discorso dobbiamo però fare un passo indietro andando per gradi..
Immaginiamo ora un foglio di carta e che  noi viventi siamo su un lato di esso e poi pensiamo  al momento del trapasso che il nostro essere venga sdoppiato. In pratica il lato del corpo rimane sull'altro lato b  del foglio, mentre il nostro vero io viene proposto sulla prima pagina.
In base a numerose letture sembra che l’anima si trovi subito al di sotto del cuore come se stesse all'interno di una cabina di pilotaggio del nostro corpo.

Lo studioso Kostantin Korotkov il 14 ott. del 2003 riuscì a fotografare una sorta di aurea dell’anima con uno speciale strumento elettronico. Sembra che il diverso colore di questo spectogramma determini la bontà della persona.
Si dice che l'anima abbia inoltre un peso di 21 grammi
Pensiamo però a questo... avete mai fatto caso che nel momento in cui soffrite per qualcuno il dolore che provate é tutto concentrato sul cuore? Come se vi fosse un peso che lo schiaccia, che lo rende sofferente e lo stringe in una sorta di lucido soffocamento
Ovviamente dichiarare con certezza che l'anima esiste comporterebbe l'eliminazione del dubbio  sull’immortalità dell’essere e quindi verrebbe a mancare il bisogno di sostegno, da parte di elementi esterni, a cui tuttoggi l’uomo si affida.
Detto ciò cosa si nasconde dietro il segreto dell'anima? Dove si trova il vero motivo della negazione della sua esistenza?…
Platone dimostra l'immortalità dell'anima in questo modo. In qualsiasi cosa entri, l'anima porta il vivere, poiché ciò è ad essa connaturato; ma ciò che porta il vivere non può accogliere la morte: dunque l'anima è immortale. Se l'anima è immortale, essa è anche indistruttibile; è infatti una sostanza incorporea, immutabile nella sua natura, intelligibile, invisibile e dotata di una sola forma; dunque è incomposta, indissolubile e indivisibile Inoltre, l'anima è per natura fatta per comandare e l'egemonico è simile al divino, cosicché l'anima, essendo simile al divino, deve essere indistruttibile e incorruttibile.
«Si diventa liberi da ciò che si è conosciuto. E si trionfa su ciò che abbiamo conosciuto. Sconfitte e fallimenti sono dovuti solo all’ignoranza e all’oscurità. Con la chiarezza, la sconfitta sarebbe impossibile, perché la chiarezza porta la vittoria. La prima cosa che vorrei dirti sulla morte è questa: non esiste bugia più grande, anche se sembra vera... Nessuno è mai morto e nessuno potrà mai morire...»
Sono parole di Osho, uno dei grandi maestri spirituali del nostro tempo, in risposta all'interrogativo più antico e impellente per ogni uomo: l'anima è immortale? Paragonando in queste pagine la morte alla nostra ombra - che non possiamo né sfuggire né vincere - egli ci insegna ad affrontarla senza timore attraverso la meditazione: per sfatare le paure che da sempre la attorniano ed entrare finalmente in sintonia con la vita del Tutto.
Come spiega Osho, infatti, «se una persona si prepara con tutta se stessa, la morte diventa un'esperienza meravigliosa, il fenomeno più prezioso. Perché solo con la morte il centro della vita si manifesta nella sua gloria».
Il decimo libro riprende un altro tema già trattato in precedenza, e cioè la questione del valore della virtù per l'anima - valore che Socrate non tenta di dimostrare nella prospettiva del breve arco della vita mortale, bensì in quella di «tutto il tempo». Un'entità immortale, come è per Socrate l'anima, si deve infatti misurare sull'orizzonte dell'eternità. La dimostrazione dell'immortalità dell'anima si fonda sulla risposta affermativa di Glaucone a questa domanda: «C'è qualcosa che tu chiami bene e male»? Il male è qualcosa che manda in rovina e corrompe, il bene è qualcosa che conserva e giova. Ogni cosa ha un suo bene e un suo male caratteristico: la ruggine per il ferro, la malattia per il corpo, il marcire per il legno, e così via. Quando a una cosa capita il suo male caratteristico, esso la rende cattiva, la corrompe e finisce per dissolverla. Se, però, fra le cose che sono, troviamo qualcosa che ha un suo male, e questo male è in grado di renderla cattiva, ma non di distruggerla, allora questa cosa può essere pensata come indistruttibile. L'anima è resa cattiva dall'ingiustizia, dalla dissolutezza, dalla viltà e dall'ignoranza. Ma questi mali non la corrompono né la consumano. D'altra parte, la morte è un male specifico del corpo, che non può trasmettersi all'anima. Se così non fosse, infatti, si dovrebbe dire che le anime dei defunti, per il solo fatto di appartenere a corpi morti, diventano per ciò stesso malvagie e ingiuste. L'anima, dunque, non perisce per nessun male, né proprio, né estraneo, e può dunque essere pensata come una sostanza semplice immortale, il cui carattere di fondo è l'amore per la conoscenza o filosofia

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