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Stagione 2014 - 2015 : i "flop" dell'anno

Creato il 26 luglio 2015 da Kelvin

Jennifer Lawrence in "Una folle passione"

Immagino già quello che state per dirmi: possibile che nella lista dei peggiori film dell'anno non trovino posto le famose "sfumature"? Ebbene sì: siccome voglio essere onesto con me stesso e con chi segue queste pagine, non posso esimermi dall'affermare che, a mio personalissimo giudizio, il film di Sam Taylor-Johnson non è affatto il più brutto della stagione (come già ebbi occasione di scrivere in sede di commento) per il semplice fatto che centra perfettamente l'obiettivo prefissato: una pellicola patinatissima, furba, moralmente innocua, ultra-commerciale, pensata apposta per il pubblico femminile che infatti l'ha vista trionfare al botteghino...
Trovo invece che siano ben altri i film-flop di quest'anno: dall'imbolsito e inguardabile Johnny Depp di Mortdecai, allo sconclusionato melodrammone della Bier, ad altri titoli che magari proprio brutti non sono ma che promettevano molto, molto di più... questa, infatti, è più che altro la classifica delle delusioni.
A voi il giudizio.

1) MORTDECAI  (di David Koepp, Usa 2015) 

Il "povero" Johnny Depp ormai non ne imbrocca più una nemmeno per sbaglio... questo Mortdecai è davvero imbarazzante per bruttezza, sciatteria artistica e tecnica, insopportabilità: le continue smorfiette dell'ex-capitano Sparrow sono davvero irritanti, ma va detto che sarebbe ingiusto attribuire a Depp la completa responsabilità dell'insuccesso di un film sbagliato a prescindere e del tutto privo anche di un minimo guizzo, una battuta divertente, un solo motivo per non uscire dal cinema annoiati e stanchi, come effettivamente accade.
2) UNA FOLLE PASSIONE (di Susanne Bier, Usa 2014) 
Della splendida Jennifer Lawrence vorremmo dire sempre tutto il bene possibile, così come della regista Susanne Bier, autrice in patria di pellicole "toste" e coinvolgenti, sempre molto "impegnate". E invece il debutto hollywoodiano della Bier si rivela disastroso, e non basta la presenza dell' "oscarizzata" Jen per salvare un film sconclusionato e sempre involontariamente sopra le righe, che alterna melensaggini ed efferatezze un tanto al chilo, con una trama telefonatissima e un evidente disimpegno di tutto il cast, che si vede lontano un chilometro non credere in ciò che sta facendo. Che brutto scivolone, signora Bier!
3) PEREZ. (di Edoardo De Angelis, Italia 2014) 
L'avvocato Zingaretti squarta un toro (vivo) per recuperare dei diamanti. La sua figlioletta flirta con un boss della camorra ricercato proprio per causa sua. Un mefistofelico pentito di mafia fa il filosofo e cerca di mediare... improponibile "noir all'amatriciana" che si prende sul serio e naufraga nel ridicolo involontario. Lo "Zinga" cerca disperatamente in ogni film di scrollarsi di dosso la maschera opprimente di Montalbano, ma il rimedio è spesso peggiore del male...
4) HUMANDROID (di Neill Blomkamp, Usa 2015) 
Che delusione! Dopo il folgorante esordio con District 9 il sudafricano Blomkamp non riesce più ad essere minimamente all'altezza della sua opera prima... dopo il già deludente (ma ancora dignitoso) Elysium, questo Humandroid (assurdo acronimo italiano in luogo dell'originale Chappie) si rivela una scontata pellicola buonista e banalotta sul tema stra-abusato dell'intelligenza artificiale, qui infarcita di scene violente ed effettacci speciali per tenere alta la tensione. Una bruttissima caduta di stile per un regista che sembra già privo di ispirazione dopo soli tre film!
5) LA TEORIA DEL TUTTO (di James Marsh, Gb 2014) 
Scontatissimo e ricattatorio biopic che dovrebbe raccontare la straordinaria vita del fisico Stephen Hawking (ma nel film non c'è traccia delle sue scoperte scientifiche, così come della "teoria" del titolo") ma che in realtà si rileva un patinato drammone sentimentale che specula sul dolore dello spettatore infarcendo la sceneggiatura di scene madri e cadute di stile pessimo gusto. Costruito esclusivamente in funzione dell'oscar per Eddie Redmayne (come poi è avvenuto, scippandolo al ben più meritevole Michael Keaton)
6) BIG EYES (di Tim Burton, Usa 2014) 
E' davvero difficile riconoscere in questa strana storia fatta di imbrogli e liti famigliari lo stile irriverente, stralunato e amabilmente dark di Tim Burton. La confezione è buona, ma la storia non brilla più di tanto e non appassiona mai, complice una certa superficialità nella messinscena che fa apparire tutta l'operazione piuttosto anonima e lontana anni-luce dalle opere migliori di Burton, anche se il film non è da buttare. Ma era lecito aspettarsi ben di più.
7) IL RAGAZZO INVISIBILE (di Gabriele Salvatores, Italia 2015) 
A volte il coraggio non basta... e Gabriele Salvatores ne ha avuto davvero tanto nel realizzare questo "fantasy" italiano che strizza l'occhio al pubblico degli adolescenti adescandolo attraverso un supereroe-bambino che sfrutta l'invisibilità per farsi accettare dai compagni. Peccato però che gli scarsi mezzi a disposizione ne abbiano inevitabilmente condizionato la riuscita, dagli effetti speciali girati evidentemente in economia e una trama che nell'ultima mezz'ora mette troppa carne al fuoco (ma forse non c'erano soldi a sufficienza per svilupparla ancora). Non inguardabile, ma spesso le buone intenzioni non salvano un film.

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