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Stampare credito è non solo inutile ma anche immorale

Creato il 20 maggio 2015 da Libera E Forte @liberaeforte

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di Giovanni Palladino

La mattina del 20 maggio sui mercati finanziari europei è giunta una notizia negativa: l’Indice Zev, che misura ogni mese il grado di fiducia degli investitori tedeschi, è sceso al livello minimo degli ultimi 16 mesi. Come conseguenza si attendeva una apertura al ribasso della Borsa di Francoforte e degli altri mercati finanziari europei. Ma poi è avvenuto il contrario: netto rialzo dei mercati. Come mai?

Poco dopo la brutta notizia, è arrivata una notizia positiva: a maggio e a giugno la BCE intende aumentare i suoi acquisti mensili di titoli di Stato (fissati a 60 miliardi di euro al mese!) per garantire la massima liquidità o disponibilità di credito al mercato, poiché si teme che in estate la liquidità possa ridursi e quindi creare tensioni sui mercati finanziari.

Ma è davvero una notizia positiva? A mio parere no, perché la politica molto espansiva adottata dalle principali Banche Centrali sta facendo aumentare il debito pubblico (come sempre avviene con le politiche monetarie troppo espansive) senza fornire alcun beneficio all’economia reale, che non ha bisogno di questa “droga” per ritornare a crescere. La vera crescita si ha solo con l’aumento della fiducia delle imprese e con l’aumento dell’occupazione derivante da quella fiducia, che purtroppo non si compra con quella “droga”.

Si tratta di un artificio monetario, che sino a ora è servito solo a rendere euforici gli speculatori sul mercato valutario e finanziario senza fare aumentare gli investimenti produttivi nell’economia reale. Anche perché le banche – per non correre rischi – preferiscono dare prestiti a imprese già ben fornite di liquidità piuttosto che a quelle che vorrebbero averla per i loro investimenti produttivi.

Le attuali guerre nel Medio-Oriente, le sanzioni contro la Russia (che rappresentano un “boomerang” per l’Europa), l’alto costo (soprattutto per l’Italia) delle fughe dall’Africa, il probabile fallimento della Grecia (con il temibile effetto-domino che potrebbe scaturirne) sono tutti problemi che non si possono risolvere con artifici monetari, ma con intelligenti politiche di cooperazione internazionale, che richiedono grandi doti etiche e di responsabilità da parte delle classi dirigenti. Pensare che la soluzione possa venire dalla “stampa” del credito è ridicolo oltre che immorale. Urge una svolta, ma non avverrà finché il volante è in mano ai signori del denaro.


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