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State of play

Da Ivanbenassi
State of play
USA - 2009
di Kevin Macdonald con Russell Crowe, Ben Affleck, Rachel McAdams
Trionfo di thriller ed azione con uno dei migliori cast della scena statunitense. Giornalismo di inchiesta e politica si intrecciano vorticosamente quando le torbide acque istituzionali vengono portate alla ribalta da un giornalista dalla pellaccia dura da vendere quale Crowe. Affleck è invece sull’altra sponda, sulla cresta dell’onda di un palcoscenico politico che – come è noto – non perdona errori commessi dentro e soprattutto fuori dall’emiciclo parlamentare. Nel set di attori trova anche spazio la McAdams che ci mette qualità nella performance, pur non avendo il permesso di volare sulle altitudini degli altri due. Il film non ha mai una pausa, beve la storia tutta d’un sorso e quando lo spettatore è sul punto di digerirla alla vetta del climax arrivano ancora un paio di curve a gomito che premono e ripremono il tasto “reverse” della musicassetta. Piste e colpi di scena, nuovi indizi e controcolpi di scena. Senza dubbio la suspance è il pilone fondante di questo bel grattacielo. Ma l’architettura della trama non è conditio sufficiente al raggiungimento dell’eccellenza. Sono invece i dettagli, la scelta della visione in soggettiva giornalistica e la lungimirante decisione di tagliare gran parte degli elementi psicologici in atto al fine di eludere i pericoli di tedio (vedi le relazioni uomo-donna nel film) ad innalzare la pellicola almeno una buona spanna sopra la linea di demarcazione della semplice validità.

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