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Strade bianche, di Enrico Remmert (Recensione take away)

Creato il 16 novembre 2011 da Patriziabi (aspassotrailibri) @openars_libri

Recensione take away (di Fabio)

RecensioneStrade Bianche, di Enrico Remmert (ed. Marsilio, 2010, pp. 224)

Prendo il libro, lo guardo un pò, sulla copertina una Fiat500, già mi piace. Lo apro e dentro c’è la dedica scritta a mano dall’autore. Inizio la lettura e trovo quello che non mi aspetto: tre voci narranti che si alternano a volte, si completano altre volte, si sovrappongono spesso. La narrazione di un viaggio da Torino a Bari su una Fiat Punto non proprio in forma; i protagonisti sono tre giovani adulti, ognuno con i suoi ‘crucci’ e le sue speranze, in un intreccio di sentimenti forti come l’amore e la rabbia, la rassegnazione e la speranza, il tutto tenuto insieme dall’amicizia.
Un interessante metodo narrativo quello delle tre voci: bello leggere tre diversi punti di vista sullo stesso fatto tutti allo stesso modo credibili. Un bel romanzo che potrebbe essere la descrizione di una crescita individuale, oppure l’evoluzione di un rapporto di amicizia, oppure semplicemente la cronaca di un viaggio qualsiasi di tre persone assolutamente normali.

Strade bianche, di Enrico Remmert (Recensione take away)Enrico Remmert

Strade bianche

ed. Marsilio

Anno 2010

pp. 224

ISBN 9788831706841
Strade bianche, di Enrico Remmert (Recensione take away)

“Seguo una disciplinata terapia a base di birra e il mio motivo per bere è la grande scritta memento mori che alita da ogni cosa. Bevo perchè tremo continuamente di paura, e tremo continuamente di paura perchè vedo che nessuno intorno a me trema continuamente di paura.” (p.29)


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