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Strategie alimentari autunnali for dummies

Creato il 25 settembre 2015 da Annagiulia @annagiuliabi

Da meno di 24 ore l’autunno si è palesato anche su questo mucchio di sassi (cit. il re più imbecille della breve storia del Regno) e la fame incontrollata pre-letargica si è già impossessata delle mie membra e del mio fragile intelletto. Per ora la dispensa resiste, nel senso che ancora non sono comparse torte, merendine e simili, ma il pericolo è in agguato così come il rischio di trasformarmi, come accade quasi ogni anno in inverno, in una sorta di enorme bambino grasso (le guance sono la prima parte di me a ingrassare, insieme alle tempie. A me ingrassano le tempie).

La questione è seria, perché quest’anno non avrò le forze di resistere ai cibi più grassi che incontrerò per la mia via ma non ho alcuna voglia di passare la primavera a dieta perché sono stata incapace di controllare i miei famelici appetiti.

Solo in un’occasione, ormai un paio di anni fa, sono riuscita a superare indenne l’inverno. Salvo poi esplodere in primavera, ma ad andare in giro con Birra Ceca, questo è quello che accade; quindi stamattina, mentre cercavo di impedirmi di entrare in panetteria e comprare due petulla (frittelline che inzuppate nel miele sono da estasi e che costano circa 7 cent l’una), mi sono chiesta cosa, quel particolare inverno, mi avesse impedito di deambulare per Torino con le fattezze di una foca monaca dopo una sbronza di gin.

Per la cronaca, sono stata forte e inamovibile e non le ho comprate. E mò sto morendo di fame.

Vado dunque a ripercorrere i metodi utilizzati nel glorioso inverno in cui non ingrassai e forse, ma non ci metterei la mano sul fuoco, persi anche un etto o due.

  • Sfondarsi di cibo sì, ma scegliere cosa si mangia: i frequentatori più assidui di questo blog ricorderanno le mie dichiarazioni d’amore alle gallette di mais salate con cui mi ingozzavo stile tacchino prima, durante e dopo i pasti.
  • Tè, infusi e tisane come se piovesse. Io sono compulsiva, a casa ho cinque o sei varietà di tè e infusi di vari frutti (il preferito al momento è alla banana) e che vi posso dire, alleviano un pochino – poco eh, non crediate che facciano miracoli – il senso di fame.
  • Riempire le pietanze di spezie per rendere anche il petto di tacchino un’esplosione di sapore (scusate, a fare la copy mi si sta fondendo il cervello). Inoltre, condire insalate o verdure al vapore con semi vari (lino, sesamo) saltati in padella rende tutto very saporito e very pseudo-healthy.
  • Cereali integrali is the way. Pasta integrale, riso integrale, pane nero e tutto il corredo di tristezza che portano con sé sono una buona soluzione per tenere lo stomaco pieno e l’intestino felice.

pasta

Fare pubblicità aggratis a Misura, fatto.

Ai tempi i miei pranzi spesso consistevano in affettato di pollo o crescenza accompagnati da insalata verde o da verdure bollite, più gli immancabili MiniMais (mi mancate, vi amo, mi pensate ogni tanto?) ed eventualmente un frutto. Ancora mi stupisco di non essere morta, soprattutto di noia.

Ora, considerando che la pasta integrale da queste parti è un po’ costosetta (non rispetto all’Italia, rispetto al mio stipendio), che la crescenza si trova solo al Conad, anch’essa costa un occhio della testa e ho qualche dubbio sulla freschezza del prodotto e che per fortuna si mangiano solo verdure di stagione ma che questo significa addio spinaci fino al ritorno della primavera, non so bene come gestirò questa emergenza.

Forse il letargo potrebbe servire, ma al momento i miei due-quasi-tre lavori sembrano essere un piccolo ostacolo a una soluzione del genere.

Oppure potrei fare come quell’autunno in cui facevo colazione con una tazza di caffè americano senza zucchero e pranzo con un cappuccino, ma temo che mi troverebbero agonizzante davanti ad un byrektore dopo un paio di giorni. O di ore.



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