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Stupefacenti, dopo la dura nota di San Patrignano, il Coisp torna all’attacco della legge che ha diminuito le pene

Creato il 09 luglio 2014 da Yellowflate @yellowflate

Coisp:  “Della vita e della sicurezza dei
cittadini importa solo a chi lavora davvero ogni giorno per difenderle”

“Solo chi opera veramente contro i danni devastanti causati dalla droga su tutti i fronti sta dimostrando l’onestà e la lucidità necessarie a denunciare lo scempio compiuto con la nuova normativa in materia di stupefacenti.
Solo chi continua a tenere la salute, la legalità e la sicurezza dei cittadini al primo posto, anteponendola  alla necessità di coprire un’incompetenza ed un’inefficienza imperanti con rimedi che sono anche peggiori del  male, sta urlando il proprio allarme ai quattro venti: si continua a spianare sempre più un’autostrada  a spacciatori e mercanti di morte. Ma Politica e Istituzioni restano drammaticamente sorde, ed anche cieche  di fronte alla realtà tratteggiata in maniera puntuale ed inequivocabile da chi ha tutti i titoli per farlo, una voce  autorevole come quella degli operatori di San Patrignano che con il loro resoconto scarno ma agghiacciante  dovrebbero togliere il sonno a tutti invece di restare inascoltati: ‘Piazze dello spaccio più vive che mai
e spacciatori tutelati anzichè contrastati’, cosa si vuol sentire di peggio?”
A meno di un mese dall’ultimo critico ed accorato intervento contro il decreto legge 36/14, convertito  nella Legge n. 79/14, che ha modificato profondamente la disciplina penale in materia di sostanze stupefacenti,  Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia torna sulla questione  dopo la nota diffusa ieri dalla Comunità di San Patrignano, in cui si denuncia: “Vecchi spacciatori condannati  in via definitiva accedono a sconti di pena e tornano in libertà, mentre i nuovi spacciatori vengono arrestati  e rimessi subito in libertà senza un solo giorno di carcere”. Anche in questo caso durissime sono state le critiche  degli effetti del decreto legge approvato in Parlamento per porre rimedio alla bocciatura della Fini-Giovanardi:
“Piazze dello spaccio più vive che mai e spacciatori tutelati anzichè contrastati”, hanno insistito ancora dalla  Comunità, parlando di una situazione considerata “sempre più allarmante alla luce della quale San Patrignano  chiede un pronto e doveroso intervento al Governo al primo ministro Renzi, ai ministeri della Sanità,  degli Interni e della Giustizia per modificare un assetto legislativo attualmente favorevole solo agli spacciatori  ed attuare misure efficaci contro il traffico delle sostanze, a tutela delle famiglie e dei tanti adolescenti  esposti allo spaccio”.
“E’ possibile che fronteggiare la piaga della droga sia un problema solo di Forze dell’Ordine e Comunità  di recupero – chiede il Segretario Generale del Coisp -? E’ possibile che non si dia il dovuto peso a tutte  le conseguenze che a cascata si riversano in ogni aspetto della vita delle nostre famiglie e della nostra società  dal commercio e dall’uso di sostanze che, al di là dall’essere considerate ipocritamente leggere o pesanti, hanno  effetti innegabilmente disastrosi per chi le utilizza? Appena pochi giorni fa il Ministro Alfano, la massima  Autorità in tema di sicurezza pubblica, ha scatenato la sua ira funesta (ed in effetti incredibilmente frettolosa  e decisamente fuori misura) su un Prefetto al solo minimo apparente accenno di un atteggiamento considerato
da lui (con i tre gradi di giudizio più veloci della storia dell’umanità), o più precisamente dalla stampa che tutto  governa e condiziona, offensivo ed irriguardoso per le famiglie che soffrono il dramma del coinvolgimento  dei propri figli nella spirale della droga. Ma allora cosa mai si dovrebbe dire di lui e di tutti gli altri che hanno  il potere e dovere di fermare questo abominio di premi e garanzie per i mercanti di morte che uccidono i nostri  ragazzi e invece non lo fanno perché hanno il problemino di dover fare spazio nelle carceri? La coerenza  rimane il solo ed unico presupposto su cui si fonda la credibilità e l’autorevolezza. Dovrebbe tenerlo a mente  chi dispone dell’esistenza degli altri – magari mandando a casa un Servitore dello Stato rispettato e apprezzato
da tutti quelli che lo hanno conosciuto in tanti anni di onorata carriera – con un potere che gli è stato affidato  dalla comunità solo per farne gli interessi e per tutelarne i diritti. A noi Tutori dell’ordine, intanto, l’inutile  fatica di dover tener a bada spacciatori che dobbiamo convincere a non vendere più droga con efficaci  ragionamenti e sedute di psicoterapia stradale, dal momento che di sanzioni da scontare non se ne parla più”.


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