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Stupri in Congo /Il dottor Mukwege e l'ultimo libro di Colette Braekman

Creato il 08 dicembre 2014 da Marianna06

 

Mukwege1

 

E che dire della violenza, quella in particolare rivolta alle donne, la peggiore e  la più vile, che possa esistere ?

Mi riferisco allo stupro.Che avvenga in tempi di guerra e/o di pace indifferentemente .

E sono anni, moltissimi anni, a dire il vero, che di pace,  proprio in Repubblica democratica del Congo, non ce n’è.

Ma se anche ci fosse stata  e/o ci fosse, lo stupro nella società  civile locale costituisce un vizietto.

Un vizietto praticato da alcuni maschi e difficilissimo, come mentalità, da estirpare.

Quasi incuneato nel loro DNA.

Le donne ovviamente lo sanno e lo temono.

Il maschio, invece, si autoconvince che la donna non lo disdegni (è sesso) in quanto gli piace immaginare che sia così per l'universo femminile.

Una violenza, lo stupro ( e il conseguente trauma che l’accompagna  per lunghissimo tempo) ,che diviene poi  allargata.

Questo specie quando il nemico, quale che sia la sua provenienza geografica o l’etnìa, costringe mariti e figli, la famiglia tutta cioè, volutamente in sfregio, ad assistervi.

E rende, da quel momento in avanti, la donna una reietta, un'emarginata.

La segna  cioè a vita.

Nell’ultimo libro della giornalista e scrittrice belga, Colette Braekman, edito in Italia da Fandango, si racconta dell’impegno del dottor Mukwege,noto fondatore tra l’altro del movimento V-Men,un gruppo di sostegno di esperti, nato per assistere e affiancare il più possibile le vittime di stupro.

Dalle pagine del libro, intervistato, il medico congolese lancia un appello su questo tema alla comunità internazionale sorda e cieca, perché non vuole né ascoltare né vedere.

In sostanza Mukwege dice al mondo , con molta rabbia, che tanto le forze governative congolesi che la comunità internazionale in proposito denunciano certamente questo genere di violenze ma, nei fatti, non fanno ciò che dovrebbero.

Si tratta, anche quando si prova a fare qualcosa ( si blatera spesso di massicci dispiegamenti di forze Onu in Congo), d’interventi di facciata, affatto risolutivi.

Talora , e non è raro, sono gli stessi uomini di questi corpi di pace  a macchiarsi del crimine di stupro.

E le attenuanti per giustificare, anche se non ci sono, si trovano ugualmente.

E poi c'è l'ambiguità del mondo della cooperazione internazionale, che fa anch'essa la sua parte, non facendo.

Nella realtà, nella Repubblica democratica del Congo, regna l’impunità, egli sostiene.

E lo afferma sicuro di quanto dice, senza tema d’essere smentito.

Pur essendoci, nel Paese, una buona legge in merito- dice a chiare lettere il medico congolese- si continua a confondere, soprattutto da parte delle forze dell’ordine, che dovrebbero intervenire e prevenire, lo stupro con  il rapporto sessuale.

Mentre esso, lo stupro, va  assolutamente condannato  al pari dell’incesto.

In questo modo, cioè non condannandolo, il crimine diviene  maggiormente perverso.

E d è quella che Mukwege definisce “l’evoluzione dell’orrore”.

Infatti, la cosa non si ferma alle donne adolescenti o adulte, ci ricorda.

Si arrivano a praticare degli stupri addirittura su minori di pochi anni di età.

Ed è di quanto più ignobile possa esserci.

Non è raro, ieri come oggi, che a Mukwege arrivino, infatti, al Panzi Hospital di Bukavu, bambine in condizioni pietose dopo essere state stuprate senza pietà.

Peggio di quanto possa accadere malauguratamente a delle bestie- conclude il nostro.

 

       a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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