Per la prima volta in assoluto non sono solo i diversi paesi del mondo a essere ripresi, ma anche i “dietro le quinte”: le avventure e le disavventure degli inviati diventano protagoniste. Tony Wheeler ad esempio, uno dei fondatori della Lonely Planet, ha navigato il pericolosissimo fiume Mekong, in Laos, e si è avventurato sulle cime degli alberi della foresta pluviale, per riuscire a entrare in contatto con i rarissimi gibboni neri, specie in via di estinzione. Dall’esotico all’inatteso, la serie è ricchissima di nuove di idee di viaggio, e riesce sia a raccontare i luoghi esplorati, sia a incuriosire, stimolando la voglia di avventura.
Nella prima puntata John Vlahides va alla scoperta del volto meno conosciuto di un paese tradizionalmente amato dai turisti di tutto il mondo: il Marocco. Il viaggio inizia dall’antica città di Fez, conosciuta per la sua celeberrima medina: un dedalo di vicoli in cui si praticano ancora molti mestieri tradizionali, come la conciatura delle pelli secondo tecniche rimaste immutate da secoli, o dove si suona la musica Sufi. Quindi si sposta verso il massiccio montuoso dell’Atlante che, nel periodo invernale, regala un’immagine insolita per il paese nord-africano, tra neve e fiumi in piena. Qui Vlahides inizia a prendere contatto con i Berberi, i più antichi abitanti del Marocco, partecipando tra l’altro alla celebrazione dell’Id Al-Adha, la Festa del Sacrificio islamica. Dopo un’incursione nella caotica e vibrante Marrakech, il viaggio si conclude proprio nell’ultima roccaforte dei nomadi berberi: il deserto del Sahara.
Nelle puntate successive altri fotoreporter, giornalisti e grandi appassionati di viaggi, porteranno i telespettatori in Colombia, Laos, Israele e Cisgiordania, Cambogia, Messico, Cina, Etiopia, Spagna, Kazakistan, Australia, Madagascar e Alaska.
(fonte Ufficio Stampa Rai)