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Sulla libertà di stampa ed il terrorismo mediatico

Creato il 29 ottobre 2012 da Sirinon @etpbooks

lagarde1Nessuno dei concetti che formulano il titolo di oggi sono nuovi.

Eppure, nonostante siano stati sviscerati ed analizzati in mille occasioni tanto che sono diventati anch'essi termometro della democrazia, accade, come è accaduto ieri, che si compia il miracolo reiterato della mistificazione.

L'esigenza di spettacolariizzare e di cercare  l'horror vacui della tragedia al fine di attirare lettori e letture sovrasta oramai qualsiasi verità. Tanto che  ciascuno di noi che scrive del proprio piccolo mondo per il proprio piccolo mondo, potrebbe, in realtà, far parte del grande circo. Dopotutto, necessità di revenue share, di adsense e, insomma, di lettori e visite che portano soldini, ce ne sono, almeno per molti. E quanto tutto ciò  incida  o meno sulla verità di ciò che viene scritto e riportato non è dato saperlo.

L'attenzione è tutta del lettore, a lui l'onere pressoché totale del rischio. 

Tuttavia il principio è quello della libertà di stampa e, seguendo tale assunto, ci si può permettere non di contraffare i fatti ma di alterare il peso delle sue compnenti fino al punto di stravolgerlo.

Così ieri per l'ennesima volta. Ad Atene un giornalista arrestato e subito nel mondo è rimbalzato il grido sulle libertà violate, sulla stampa imbavagliata, sulla galera alla democrazia. E dietro alle agenzie anche la rete, con il suo martellante twitter ci ha messo del suo, partecipando di fatto ad un gioco che, in realtà, era tutto organizzato e soppesato.

I contenuti poi che tutt'oggi risultano i preferiti in merito alla vicenda sono frutto dell'istinto, dell'illazione, di mezze verità, di culture politiche, di sensazioni personali. Poche le analisi dei fatti, analisi che dovrebbro porre delle domande anziché dare delle risposte.

Perché l'arresto del giornalista? Era uno sprovveduto o sapeva che pubblicando certe informazioni avrebbe contravvenuto alla legge sulla privacy? Perché ha deciso proprio in questo momento di compiere il gesto? Ha valutato le conseguenze, al di là di una temporanea notorietà ed un aumento delle vendite della testata da lui diretta?

Se un giornale titola: "giornalista arrestato". Si pensa che lo stesso sia in galera.

Se un altro giornale titola "giornalista fermato e rilasciato a seguito della pubblicazione ...", tutti pensano ad un controllo, anche ad una notifica di reato, ma sanno che è libero. 

Entrambi hanno raccontato lo stesso fatto senza falsare la realtà in modo determinante. Il primo sicuramente venderà e verrà letto almeno il doppio delle volte del secondo. Il primo ha creato l'evento, la sensazionalità dove non ve ne era, forse. O comunque ha spostato la sensazionalità dal contenuto al mezzo. Il secondo ha riportato i fatti quasi fossero un normale accadimento.

E come al solito, la normalità non paga.

Io, sull'episodio citato ho scritto la mia. Da stamani ho raggiunto i 1000 lettori e sono fiero di non averli presi per deficenti:

http://www.articolo21.org/2012/10/un-giornalista-arrestato-ad-atene-liberta-vilipesa-non-solo-anzi-tuttaltro/


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