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Supercondriaco

Creato il 23 giugno 2014 da Jeanjacques
Supercondriaco
Quando si tratta di vedere un film con la ragazza, spesso la cosa sfocia nel dramma edipico. Che io in questi giorni avevo voglia di rivedermi qualcosa di Lynch, oppure una bela crime story con molti gangster come piace a me, però la signora Jean Jacques è impressionabile e il sangue e le atmosfere malate le fanno fare gli incubi. Quindi le ho proposto di farsi una cultura di qualche cinefumetto bello bello, ma per lei i Batman di Nolan sono bastati, e manco quelli di Tim Burton sembrano farla desistere. Ripiegare sulle commedie pucciose sembra essere quindi l'unica soluzione... ma cosa vedersi? Woody Allen lo detesta per i suoi modi di fare e le balbuzie, così gli inglesi sembrerebbero essere l'unica alternativa. Ma erano le cinque ed erano tutti a prendere il tè, cosi si ripiega sui francesi, per i quali la mia morosa ha una strana passione. E si da il caso che sugli schermi di casa Jacques era possibile visionare l'ultimo lavoro di Dany Boon, il simpatico mangialumache con le orecchie a sventola [fossi bello io...] che ci aveva deliziato con quella piccola perla che era Già al nord. Strano a dirsi, una visione che sembrava accontentare tutti e due, cosa più unica che rara di questi tempi.Romain è un fotografi medico quarantenne i cui rapporti umani sono rovinati dalla sua grave forma di ipocondria. L'unico amico che gli resta è Dimitri, che disgraziatamente è anche il suo medico, oramai stressato dalla sua continua insistenza. Sarà però grazie a un'idea di Dimitri, che prova a fargli visitare un rifugio di profughi (per vedere chi sta veramente male) che il povero Romain verrà scambiato per un capo rivoluzionario. Cosa che lo porterà fra le braccia della bella sorella di Dimitri, che...Quella della commedia è un'arte sottile, perché basta poco per fare un macello e mandare tutto a putes, ma per quell'unica pellicola che ho visto di questo autore il gioco sembrava valere la candela. Certo, non c'era la risata intellettuale o una grande riflessione che ne stava alla base, però tutto aveva una sua coerenza e alla fine si faceva anche ricordare con un certo piacere. O abbastanza da farti lievemente salire l'incazzatura a pensare che era stato remakeizzato dai tuoi conterranei in salsa meridionale - si, parlo di Benvenuti al sud. Le avventure di Romain quindi erano attese con una certa gaiezza e per la prima mezz'oretta tutto è sembrato andare secondo i piani. Si ride, il personaggio gode dell'eccelsa mimica facciale e fisica di Boon che riesce ad essere gigione quanto basta, e la sua spalla comica Kad Merad gli tiene testa in maniera egregia, creando una speciale e già collaudata alchimia che strappa ben più di una risata. Ma il gioco è bello quando dura poco e presto la goffaggine del protagonista, così come la sua patologia, comincia un pochettino a stufare. I fatti sono sempre buffi quanti basta, pur non essendo esplosivi, ma peccano di una certa episodicità, e infatti una volta che sono passati - mi riferisco agli incontri la buio, che lasciano un po' il tempo che trovano - tendono a farsi dimenticare in fretta, senza avere particolari ripercussioni sugli svolgimenti principali, ma rimanendo delle parentesi a sé stanti. Sono dei piccoli difetti, è vero, ma sono presenti per tutta la durata del film, forse eccessiva visto quello che si vuole effettivamente narrare, cosa che finisce per creare un unico grande difetto complessivo che riesce in minima parte a minare una visione che altrimenti sarebbe stata decisamente più godibile e distensiva. Certo non mi aspettavo di vedere la renaissance della commedia intellettuale d'oltralpe, ma una cura maggiore nella struttura mi sembrava davvero dovuta. Poi viene fuori anche la tematica dell'immigrazione e di tutti i casini che seguiranno a quel fatto, cosa che stona incredibilmente con quanto raccontato prima e che impedisce al film di essere effettivamente carne o pesce. Ma sarà per la simpatia naturale che ho verso questo strano attorucolo [un po' come Snyder, che per quanto sia cane non riesco a odiarlo come dovrei], dotato comunque di una sua intelligenza nel gestire le cose, o sarà che il finale è davvero tenerosone e mi ha fatto passare in secondo piano tutti i difetti precedentemente elencati, ma pur zoppicando alla fine il film porta casa un punto di consolazione, mi ha fatto ridere e, soprattutto, ho avuto l'impressione di non aver gettato tempo nel processus. Unico aspetto che mi ha dato vagamente fastidio è stata l'attrice Alice Pol, discreta maiala quanto basta, ma che è sempre imbalsamata in una strana espressione che, non so, mi fa pensare che a conti fatti ci sia qualcosa che non quadri del tutto. Un po' come lo strabismo di venere: alla fine da un bell'effetto, ma si basa su un difetto - oltre al fatto che forse non riesce a tenere il passo con gli altri due attori principali, dei veri fuoriclasse della commedia. Non è quindi una pellicola che a fine visione lascia molto, anche se questa non è minimamente lo scopo di questo film,  ma nonostante dei difetti non indifferenti riesce a strappare qualche sorriso, cosa davvero rara di questi tempi e che in Francia sono ancora capaci di fare.So che a diversi miei colleghi blogger [di sicuro più attendibili di me] non è piaciuto per nulla. Io vi invito ugualmente a dargli una piccolissima chance, consci però di quello che si sta andando a vedere - che rimane qualcosa di non imperdibile.Voto: ★ ½SupercondriacoSupercondriacoSupercondriacoSupercondriacoSupercondriacoSupercondriaco

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