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Sventura, di Chuck Palahniuk (ovvero: Dannazione, parte seconda)

Creato il 28 settembre 2014 da Joeundfreida @JoeUndFreida

Voi pre-morti, che vi piaccia o meno, dovete capire che noi post-vivi non siamo le vostre puttane. I morti hanno di meglio da fare che rispondere alle vostre stupidissime domande da tavola Ouija sui numeri del lotto o su chi vi sposerà.

Come mi piace precisare a quanti mi chiedano conto dei miei gusti letterari, amo i romanzi di Welsh e odio cordialmente quelli di Palahniuk.

Intendiamoci: anche se è possibile che mi abbiano sentito affermare il contrario, in preda all’enfasi di una discussione, non penso che il caro Chuck sia un fanfarone, e non penso nemmeno che scriva male. Anzi, sono contenta che abbia deciso di pigliare in mano una penna e buttare giù prima Invisible Monsters e poi Fight Club e così via, anche se poi mi viene il nervoso quando a dire questo di lui sono gli altri. In un certo senso, la cosa che trovo più irritante di Chuck Palahniuk come autore, è proprio che piaccia così facilmente.

Per quanto venga ascritto al genere della transgressive fiction come Welsh, infatti, Palahniuk fa il pazzerello solo nei contenuti dei suoi romanzi. Che si parli di un poveruomo insonne, di modelle senza mascella o di come masturbarsi infilandosi cose nell’uretra, il linguaggio di Palahniuk è sempre estremamente compito e letterario. Gli scapperà una parolaccia, o un termine non proprio pudico, ma mai che si scenda al di sotto del livello di italiano standard (l’ho sempre letto in traduzione) e mai che si pasticci con la sintassi.

Molti apprezzano questo distacco che il linguaggio letterario consente, io lo trovo un mezzo tradimento del punto di vista. Un po’ come quando, in Dannazione, la tredicenne Madison Spencer scrive con sintassi e ritmo ben strutturati, per poi usare nei suoi “post” in Sventura la stessa abilità compositiva di uno scrittore di romanzi navigato – intendiamoci, non so come funzioni per i tredicenni americani, ma la realtà di quelli italiani (e a maggior ragione di quelli italiani che scrivono sul web) è parecchio differente.

La copertina dell'edizione italiana di Dannazione

La copertina dell’edizione italiana di Dannazione

D’altra parte, nessuno nella realtà parla per cori (ovvero la ripetizione insistita di un certo concetto o frase, tipica dello stile di Palahniuk) e sono altrettanto assai poche le probabilità che nel mondo reale si verifichino gli eventi descritti dai romanzi – quell’accumulo di stranezze che, come ho già detto parlando di Invisible Monsters, forza moltissimo la mia personale suspension of disbelief.

Forse il mio errore leggendo Palahniuk è paragonabile al cercare colori realistici in un ritratto ad opera di Andy Warhol; forse, insomma, dovrei solo arrendermi a questo modo di essere sopra le righe che, invece che distorcere il linguaggio come fa Welsh, si conforma allo standard fino a risultare alienato. Da questa prospettiva, i romanzi del caro Chuck sono fantastici.

Sono una miniera inesauribile di citazioni da mettere su Facebook, e checché ne possa sembrare non lo dico con spregio. Palahniuk fa del raccontato la sua arma di battaglia, perché quello che racconta non è mai scontato e le associazioni di parole o idee che in cui si dilunga valgono sempre la pena di essere lette.

In Sventura, edito dalla Mondadori ed uscito su Google Play il 16 settembre, ritroviamo come protagonista la cinica e acida Madison Spencer, una tredicenne obesa morta per overdose di marijuana e risvegliatasi all’inferno. Aggiornando tramite tablet i suoi follower su Twitter, Madison ci racconta di come la notte di Halloween rimanga intrappolata sulla Terra, per il compiacimento di Satana, il principe delle tenebre in persona, che adora leggerle brani tratti dal proprio manoscritto Storia di Madison Spencer.

La locandina di The Breakfast Club, film di John Hughues uscito nel 1985

La locandina di The Breakfast Club, film di John Hughues uscito nel 1985

L’idea di una adolescente che muore e si risveglia all’inferno non è certo nuova, basti pensare a La lista dei desideri di Eoin Colfer (proprio lui, quello di Artemis Fowl), ma si può stare certi che la personale visione di Chuck si discosterà dai dogmi del genere: il pavimento dell’Inferno è sudicio ma cosparso di dolciumi, il paesaggio è composto da deserti di forfora e colline di unghie tagliate, e i nuovi amici di Madison hanno un grande debito nei confronti dei personaggi di Breakfast Club.

Insomma, lo ammetto: quando ho letto l’anteprima di Sventura, nonostante la mia cordiale avversione per Palahniuk, avrei voluto aver già letto Dannazione per poter cliccare sul tastino acquista e proseguire oltre le pagine gratuite.

Madame Freida

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