Magazine Cinema

Take shelter

Creato il 08 febbraio 2012 da Misterjamesford
Take shelterRegia: Jeff NicholsOrigine: UsaAnno: 2011Durata: 120'
La trama (con parole mie): Curtis, operaio edile con un impiego solido, una vita onesta, una buona assicurazione sanitaria ed una famiglia in cui tutto pare funzionare, dall'amore per la moglie Samantha a quello per la figlia sordomuta Hannah, comincia ad avere problemi di relazione con il mondo esterno quando incubi apocalittici lo vedono affrontare una tempesta enorme.L'uomo, allarmato da questi sogni e turbato dal ricordo della madre che fu schiacciata dalla schizofrenia comincia a costruire un rifugio che, ai suoi occhi, sarà la speranza per la sua famiglia quando arriverà il momento del cataclisma: attorno diffidenza, timore e preoccupazione per la sua condizione si propagano allontanandolo da tutto e tutti.Solo Samantha e la piccola Hannah continuano a credere, non senza fatica, in lui: come finirà, dunque, il loro mondo fino a poco tempo prima perfetto?
Take shelter
Ci sono cascato, e con tutte le scarpe.Jeff Nichols, neanche fosse il Maestro dell'illusione Welles o il suo erede odierno Christopher Nolan è entrato in casa Ford pensando bene di farmi credere che il Curtis interpretato da un gigantesco Michael Shannon fosse davvero pazzo, con i suoi sogni dal respiro apocalittico in bilico tra un Von Trier finalmente divenuto grande cineasta ed uno Shyamalan una volta per tutte tornato ad essere regista e quel procedere per attese e silenzi.
Ha pensato bene di farmi credere di essere di fronte ad un film sopravvalutato impreziosito da una tecnica decisamente notevole e due protagonisti in stato di grazia - perchè Jessica Chastain risponde per le rime al già citato Shannon, imponendo uno standard altissimo al suo partner sullo schermo - ma privo di quell'anima in grado di renderlo grande.
Ha pensato bene di costruire la tensione per qualcosa che potessi prima negare, dunque affrontare chiedendomi dove avrebbe portato, restare ammirato di fronte al coraggio di Samantha di viverlo sulla pelle accanto al marito, non chiedermi il perchè di una riconciliazione e dunque rimanere impietrito di fronte all'evidenza di una verità folgorante.
Perchè Take shelter non è un film sulla follia, come parrebbe presentarsi: o almeno non come noi vorremmo che fosse, osservando Curtis sprofondare nel terreno costruendo un rifugio che porti in salvo le due donne della sua vita da una tempesta che scuoterà il mondo mentre noi, dall'altra parte, arriviamo quasi a compatirlo, a pensare a quanto è dura quando è la mente ad ammalarsi, e non il corpo, perdendosi senza possibilità di tornare indietro anche quando si è presenti fisicamente.
Take shelter è un film sulla fede, ma non come noi ci aspetteremmo che fosse: è la storia di una donna che vede una vita apparentemente perfetta sgretolata da visioni in cui non sa se credere, il marito chiudersi al mondo e perdere progressivamente il lavoro, l'assicurazione sanitaria, gli amici, la faccia - magistrale la sequenza della cena di gruppo ed il confronto tra Curtis e Dewart -, la figlia navigare in un mondo di silenzio che i suoi coetanei, ancora troppo piccoli, non sono in grado di esplorare eppure, aggrappandosi a nient'altro che la sua famiglia, le persone che ama, si ritrova a fare da testimone ad un evento straordinario.
Ed è così che mi sono sentito, al termine della visione: sconvolto dal movimento delle mani della piccola Hannah, dipinto con tutta l'innocenza che quello stesso mondo di silenzio le garantisce; commosso dallo sguardo di Curtis, che apparentemente vinti i suoi incubi non può che chiedere conferma alla donna che l'ha sostenuto di quello che ha davanti agli occhi; liberato da quel quasi impercettibile assentire di Samantha, che pare togliere dalle spalle di Curtis tutto il peso di una follia che non c'è.
O forse sì, ma dall'altra parte: in un mondo in cui le regole stanno cambiando, ma che nessuno pare pronto a fronteggiare.
Un mondo che aggredisce senza guardare in faccia a nessuno.
Un mondo che spazza via tutte le certezze che abbiamo.
Ed è allora che non resta altro se non stringerci a chi amiamo e proteggere quello che nessuna tempesta è in grado di toglierci.
Mettersi al riparo, prima che piova troppa merda.
Gli ombrelli non servono più, e mi torna in mente la meravigliosa graphic novel di Will Eisner, Verso la tempesta, in cui i giovani americani in partenza per il fronte europeo della Seconda Guerra Mondiale andavano incontro ad una perturbazione che avrebbe cambiato il mondo.
Questa è una tempesta diversa, come lo sono i tempi.
Ma non è detto che faccia meno danni.
Ed è diverso anche questo film.
Perchè non parla di follia, ma di fede.
Non di isolamento, ma di unione.
E lo fa con una potenza che ha pochi pari nel panorama cinematografico attuale.
Mettetevi al riparo, gente.
Tenetevi stretti chi amate e guardate arrivare l'opera di Nichols.
Il vostro mondo, dopo, non sarà più lo stesso. 
MrFord
"Oh, a storm is threat'ning
my very life today
if I don't get some shelter
oh yeah, I'm gonna fade away."The Rolling Stones - "Gimme shelter" -


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines