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Tasi. Chiesta proroga al 30 giugno

Da Pukos
Tasi. Chiesta proroga al 30 giugno

I tributaristi scrivono a Padoan: proroga al 30.6 anche per i Comuni ‘virtuosi’

Bufera Tasi e mini proroga La bufera delle scadenze Tasi ha coinvolto l’intero sistema fiscale italiano, causando non poche difficoltà sia ai contribuenti sia ai professionisti che tra una manciata di giorni si troveranno a fare i conti con una deadline per affrontare la quale sono impreparati. Una falla, questa, non dovuta certamente all’incompetenza di tali soggetti, bensì ai reiterati ritardi che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzate le azioni, le scelte e le decisioni dell’apparato amministrativo, in questo caso rappresentato dai comuni. Come ben sappiamo, nelle scorse settimane è stata infatti disposta una proroga del versamento a ottobre per quei Comuni nei quali le aliquote non sono state deliberate entro lo scorso 23 maggio né pertanto pubblicate online entro il successivo 31 della medesima mensilità. Ora, prendendo atto che neanche nei Comuni ‘virtuosi’ è risultato possibile rispettare la scadenza ordinaria, i tributaristi della Lapet chiedono una mini proroga al 30 giugno.

Il solito problema
La richiesta dell’associazione presieduta da Roberto Falcone è stata inoltrata al governo tramite una lettera indirizzata al ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Il numero uno dell’associazione professionale ha sottolineato come questa situazione si ripresenti con puntualità ogni anno a causa di problematiche di volta in volta differenti. Anno dopo anno contribuenti e professionisti di ritrovano in mano scadenze e adempimenti che si moltiplicano e che, proprio a ridosso delle rispettive scadenze, vengono prorogati.

Una soluzione che non risolve

Inoltre, come abbiamo accennato, la proroga relativa ai Comuni ‘ritardatari’ poco risolve, in quanto l’ingorgo riguarda l’intero circuito della Tasi, anche per quel che concerne gli adempimenti da compiere nei comuni che hanno definito le aliquote nei tempi previsti dalla norma. In sostanza, i tributaristi si ritengono convinti che sia necessaria un’accurata gestione dell’accavallamento tra la Tasi e l’Imu entro la stessa scadenza. “Senza quindi la proroga del versamento della Tasi il rischio è l’impossibilità di procedere correttamente agli adempimenti per una serie di problematiche tecniche che sorgono per il breve intervallo di tempo intercorso tra la pubblicazione delle delibere dei Comuni e la data di versamento dell’acconto per il 2014. Nella maggior parte dei casi infatti, le aliquote del nuovo tributo non sono state rese disponibili, ancorché deliberate nei termini stabiliti, prima del 31 maggio. Le software house hanno lavorato le delibere con le relative aliquote mettendo a disposizione, un gestionale aggiornato, solo nei primi giorni di giugno. A complicare la situazione i bollettini di pagamento precompilati che o riportano importi errati o addirittura non sono stati ancora recapitati ai contribuenti”, spiega l’associazione in una nota.

Violazione dello Statuto 

“In ogni caso, le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell’adozione dei provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti”, questo è quanto prevede l’art. 3, comma 2, dello Statuto del Contribuente, che a parere della Lapet è stato palesemente violato dalle disposizioni legate alla Tasi. Per concludere, in merito all’istanza di proroga inoltrata al ministro, i tributaristi non pretendono i sessanta giorni che concede il citato Statuto, bensì una proroga al 30 giugno, deadline peraltro già prevista per la presentazione della dichiarazione TASI o IMU. Fonte: FiscalFocus

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